XVII

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Ormai è diventata un'abitudine svegliarsi al fianco di Yoongi

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Ormai è diventata un'abitudine svegliarsi al fianco di Yoongi.
Il suo petto premuto contro la mia schiena mi da sempre conforto. È quel genere di calore che non sentivo sulla pelle da troppo tempo e che iniziava a mancarmi più di ogni altra cosa.
Il suo braccio avvolto intorno alla mia vita, mi da sicurezza e non mi sento ingabbiata come pensavo ma più a casa.

Yoongi è diventato casa in questi mesi. Un posto sicuro dove so che non starò male, nonostante i miei continui problemi nell'andare avanti dopo Jimin. Eppure non mi sento a disagio nel suo appartamento, nel suo letto o nell'indossare i suoi vestiti.
Piano piano, Yoongi sta togliendo i mattoni che lo separano da me. Con pazienza e senza fretta ed era proprio quello che mi serviva.

Non qualcuno che mi dicesse che dimenticherò Jimin e che così andrò avanti. Ma qualcuno che mi dicesse che va bene il fatto che lui sarà sempre parte di me ma questo non implica che non possa avere qualcun altro che occupi il mio cuore.
Non l'ho accettato del tutto questo pensiero. Devo ancora metabolizzarlo e metabolizzare anche il fatto che dovrò fare i conti per tutta la vita senza Jimin al mio fianco.

Yoongi brontola appena dietro di me e il suo sospiro caldo si scontra sulla mia nuca, facendomi rabbrividire.
Stringe la presa intorno al mio fianco e scioglie l'intreccio delle nostre gambe. Probabilmente per stiracchiarsi e cambiare posizione.

«Tutto okay?» chiede con la voce arrochita dal sonno e non parlo, limitandomi solo a voltarmi dalla sua parte e seppellire il viso nel suo petto nudo. Ride appena e quella vibrazione, mi attraversa da parte a parte, facendomi sorridere.
«Mmh, sei particolarmente tenera appena sveglia» mormora, lasciandomi tanti piccoli baci sulla fronte mentre mi tiene stretta al suo petto.

Se la prima volta che l'ho visto, qualcuno mi avesse detto che era una persona così dolce e morbida, gli avrei riso in faccia senza problemi.
È anche vero che Yoongi non mostra mai questo suo lato al di fuori del suo appartamento. Anche con Yooma non si espone mai troppo e non so se sia per via del suo passato o perché semplicemente se ne vergogna in pubblico.

«Eri agitato stanotte» sussurro, tracciando con le dita il tatuaggio del drago. Diventato ormai il mio preferito.
«Hai avuto un incubo?»

«Per dire così, devi averlo visto e questo implica che tu fossi sveglia. Perché?» risponde con un'altra domanda prima di bloccarmi la mano sul suo petto.
«Vacci piano...» mi rimprovera bonariamente.
«Cosa ti preoccupa?»

«La domanda migliore sarebbe: cosa non mi preoccupa» sospiro sincera mentre intreccia le nostre mani e le porta in alto, facendole illuminare dalla luce fioca del Sole.
«Cosa pensi che succederà adesso?»

«Ora che Drake è morto e che sappiamo che lavorava con qualcun altro, dobbiamo trovarlo» mormora con tono freddo e distaccato. Il solito che usa sempre quando parla di lavoro e che, lo ammetto, un po' mi fa paura. Non perché ho paura che mi faccia del male ma perché so quanto può farne a se stesso.
«Non sappiamo quante talpe ci siano e non voglio essere pessimista ma credo che ce ne siano parecchie.»

Secrets/Min YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora