VIII

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Yoongi

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Yoongi

«Yoongi? Min Yoongi! Ma dove hai la testa oggi?» esclama mia sorella, picchiettandomi la fronte con le dita smaltate di giallo.
Ha sempre avuto una strana ossessione per il colore giallo, il colore del Sole. È proprio per questo che le piace così tanto. Dice che il Sole porta calore, vita, gioia e immagino che Yooma ne abbia sempre avuto molto bisogno.
Di vita, di abbracci dolci, di parole di conforto, di affetto. E io ho sempre cercato di dargliene quanto più possibile.

Ci separa solo un anno di differenza. Lei è la più piccola della famiglia Min. Sempre che ne esista ancora una o che ne sia mai esistita una.
A volte fatico a credere di essere fratello e sorella. Lei ha preso tutta dalla mamma fortunatamente: gli occhi grandi e sottili; le labbra piene; gli zigomi asciutti e alti; il sorriso timido e la risata di una bambina.
Io ho preso pochi tratti di mio padre, sempre fortunatamente, ma anche quei pochi tratti mi fanno venire il voltastomaco. Guardarsi allo specchio era un sacrilegio fino a quando non sono entrato nell'FBI. Mi faceva ribrezzo assomigliare a lui.

Io e Yooma siamo due facce di una medaglia diversa però. Lo siamo sempre stati.
Lei un tempo era sempre allegra, spensierata, faceva innamorare tutti. Era la presenza più piacevole del mondo e nessuno se ne voleva mai liberare. Anzi, facevano a gara per avercela al proprio fianco.
Ora è smunta, spenta, sta cercando di smettere di fumare interi pacchetti di sigarette al giorno e cerca di farsi una nuova vita.

Io prima ero una persona migliore. Probabilmente a Minhe sarebbe piaciuto il Min Yoongi di 14 anni fa e non avrebbe corso in piena notte, traumatizzata da un mio fottuto tatuaggio e da quello che posso rappresentare per lei.
Ero...ero felice. Andavo a scuola, sognavo un futuro in una squadra di basket famosa e ricercata, odiavo le armi, non mi piaceva il fumo. Ora invece sono diventato il più grande incubo di me stesso: il fumo è diventato un vizio difficile da estirpare; ho il corpo pieno di cicatrici colorate; non esco dalla soglia di casa senza almeno due armi nei pantaloni; sono freddo, distaccato, spietato.

Ho le mani insanguinate. Forse anche più di Jungkook e Taehyung stessi. Hoseok mi ha affidato tante missioni extra negli anni perché, modestia a parte, sono il ciechino migliore che l'FBI abbia mai avuto e non mi piace. Non mi piace sentire la gente che mi loda e mi vanta perché non è una bella cosa da mettere su un curriculum vitae.
I comandanti e i generali mi portano rispetto, ho più missioni Top Secret di tutti gli altri agenti messi insieme ma questo non fa di me una brava persona.
Potrei dire che ho contribuito ad eliminare terroristi con migliaia di vittime in tutto il mondo, che ho contribuito a riappacificare Stati e quindi?

Questo espia davvero le mie colpe? Mi evita la condanna morale per tutte le persone a cui ho stroncato la vita?
A volte mi sembra di impazzire. Il mio cervello si crepa e si spacca in due davanti a questi interrogativi. Da una parte, mi sento bastardo e spietato e penso che si, cazzo se è giusto che quei bastardi stiano marcendo sotto terra ora. Ma dall'altra poi penso che io non sono un giudice, non sono Dio e non posso decidere chi deve vivere o morire.
Penso che preferirei che marcissero in galera e scontassero la loro pena invece di premere il grilletto e trapassargli la testa da parte a parte.

Secrets/Min YoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora