5. Il Tuo Profumo

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I miei occhi si chiudono e si riaprono velocemente, un movimento meccanico e fin troppo naturale a cui non bado mai; ma in realtà quante cose possono succedere in un battito di ciglia?
Puoi scoprire un posto nuovo, assaporare qualcosa di buono, puoi innamorarti, puoi scoprire di aspettare un bambino.
Sono in ufficio da circa due ore, mi è mancato questo posto anche se mi sono assentata per soli due giorni, ma qui mi sento a casa, mi sento al sicuro, mi sento vicina a lui anche se lui non c'è.
Lo sto aspettando, anche solo per guardarlo lavorare, mi manca ed ora che conosco le mie reali condizioni fisiche Serkan mi manca ancora di più. Vorrei potergli confessare il mio piccolo segreto, vorrei potermi crogiolare in un suo abbraccio, sentirmi rassicurata dalle sue parole, con la sua presenza accanto mi sarei sentita più tranquilla, perché si sarebbe preso cura di noi, ne sono certa. Invece niente di questo sarebbe accaduto, non ora almeno. Non posso dirgli nulla, peggiorerei la nostra situazione già molto compromessa, e probabilmente, ora come ora, non mi crederebbe, in fondo per lui sono poco più che una sconosciuta, qualcuno che sta imparando a conoscere giorno dopo giorno, da poco.
No. Non posso gettargli addosso una notizia così sconvolgente quando nemmeno ricorda il tempo in cui ci siamo amati, quando non ricorda i momenti in cui siamo diventati una persona sola, quando non ricorda i nostri respiri confusi, frenetici, vicini, le nostre mani che si cercano nella penombra di una stanza, i nostri baci sui sorrisi felici e spontanei che non riuscivamo a trattenere, le carezze e l'armonia dei nostri corpi uniti come fossero l'uno l'incastro perfetto dell'altro.

"Buongiorno!"

Al suono di quella voce bassa e calda sobbalzo come se fossi stata colta in fragrante, come se lui avesse potuto leggere i miei pensieri. Serkan mi fissa dall'altro lato del grande tavolo mentre si toglie il cappotto e non mi toglie gli occhi di dosso nemmeno quando prende posto sulla sedia. Avverto il calore salirmi dal basso verso l'alto e le guance andare in fiamme, non solo a causa di ciò che stavo pensando poc'anzi, ma soprattutto per il suo sguardo scrutatore che ancora mi tiene puntato addosso.

"Ti senti bene?"

Involontariamente mi porto le mani sulle guance che sento calde al tatto e distolgo lo sguardo dal suo perché non riesco più a sostenerlo.

"St-sto bene".
"Se lo dici tu, a me non sembra. Sei mancata due giorni, non hai avvisato, arrivo in ufficio e ti trovo qui con lo sguardo vacuo ed il viso in fiamme. A cosa pensavi?"
"A nulla, Serkan. Fa solo caldo qui dentro e sono mancata perché avevo delle cose da sbrigare. Non pensavo dovessi avvisare. Ti ricordo che sono socia di questo studio quanto lo sei tu".

Sorride e quel sorriso mi fa quasi saltare i nervi. Lui non si ricorderà di me ma io lo conosco fin troppo bene, so che non ha creduto a nessuna delle mie parole e quella sua smorfia ne è la prova inconfutabile, ma non alimento la discussione, non posso. La conseguenza sarebbe trovarmi di fronte a domande a cui non poter dare risposta. Lascio cadere, quindi, le sue silenziose insinuazioni e raccolgo dei documenti dalla scrivania per portarglieli.

"Questo è il progetto terminato del porto. Vorrei gli dessi un'occhiata appena puoi".

Faccio per andarmene ma lui mi prende il polso per trattenermi lì. Lentamente mi gira verso di lui e mi ritrovo ad affondare lo sguardo nel suo che non so decifrare. I suoi occhi assumono una tonalità intensa che hanno la capacità di farmi tremare.

"Per l'altra sera... vorrei chiederti scusa se ti ho turbata".

Resto sorpresa da quelle parole, perché proprio non mi aspettavo nessun tipo di accenno alla nostra conversazione, conoscendolo, né tanto meno delle scuse da parte sua.

"Non c'è bisogno che ti scusi, Serkan. Sono solo curiosa: cosa ti ha spinto a venire da me?"

Mi lascia andare e si scosta appena da me, facendomi finalmente respirare in modo regolare.

𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 (𝐸𝑑𝑆𝑒𝑟 𝐴𝑈)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora