7. Decisioni

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Un piccolo spiraglio di luce colpisce il mio viso, tutto intorno è tranquillo, non si sente alcun rumore, c'è pace nella stanza, c'è pace fuori, c'è pace nella mia testa e nel mio animo.
Sembra passata un'eternità dall'ultima volta in cui mi sono sentito così, la rabbia della sera prima è svanita ed al suo posto ora c'è solo tranquillità.
Apro lentamente gli occhi per farli abituare alla flebile luce del giorno, ma quello che mi ritrovo davanti mi sorprende, lasciandomi senza fiato.
I miei occhi si riempiono del bellissimo volto di Eda, i nostri nasi si sfiorano, il nostro respiro è divenuto uno solo. Lei dorme ancora e a tratti nel sonno sorride. È la cosa più bella che potessi vedere appena sveglio.
Non ricordo esattamente gli ultimi eventi della sera prima, stavamo lavorando, ricordo la mia stanchezza, ho faticato a tenere gli occhi aperti, ma non devo esserci riuscito come speravo. Devo essermi addormentato. Ciò di cui non sono sicuro è del perché lei sia lì, tra le mie braccia.
Non posso dire di esserne dispiaciuto, il suo corpo è caldo, piacevole, si lega perfettamente al mio, combaciano come se fossero abituati l'uno alla presenza dell'altro. È una sensazione che dovrei dire nuova per me, eppure non è così. Ho già provato qualcosa di simile, solo che non riesco a ricordare il momento esatto o il luogo o la persona. La mia mente continua ad essere buia e più tento di ricordare, più dimentico.
Eda si muove tra le mie braccia quel che basta per nascondere il viso nell'incavo del mio collo, dove si accoccola e mormora qualche parola incomprensibile al mio orecchio. Io, invece, non riesco a muovere un muscolo, ho paura di svegliarla, ho paura di rompere quel momento che mi sta tanto facendo bene. Per la prima volta dopo mesi, posso dire di aver dormito magnificamente, non ricordo incubi, non mi sono svegliato nel mezzo della notte madido di sudore e soprattutto mi sento sereno e in pace con il mondo.
Chiudo di nuovo gli occhi con la speranza di prolungare quell'istante di piena beatitudine, ma poi li riapro, perché stupidamente voglio assicurarmi di non star sognando. Ma lei è ancora lì ed io non ho alcuna intenzione di mandarla via.
Così mi abbandono al suo profumo, è strano per me ritrovarmi poco dopo nuovamente tra le braccia di Morfeo, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Un profondo respiro e le mie narici si riempiono di un profumo che mi ricorda casa, la mia casa. Nel dormiveglia credo di essere finita in un bellissimo sogno dal quale non voglio svegliarmi. Il mio naso sfiora una pelle calda, così come la mia bocca che si schiude contro di essa per assaporarla, è tutto così familiare per me, tutto così naturale, sono tra le braccia di Serkan e non ho bisogno di altre certezze per esserne sicura. È il sogno più bello degli ultimi tempi, uno di quelli che sembra fin troppo reale. Questo mio pensiero induce i miei occhi ad aprirsi, ci mettono un po' ad abituarsi al nuovo giorno, come ci metto io del tempo a capire la reale situazione. Reale, perché io mi ritrovo davvero tra le braccia di Serkan e solo ora ricordo il perché. Sono rimasta con lui a causa di un suo incubo, non sono riuscita a lasciarlo mentre si lamentava in un sonno tormentato e devo essermi addormentata senza nemmeno rendermene conto.
Sollevo poco la testa per ammirare il suo viso finalmente rilassato. Ancora dorme ma il suo sonno dura poco.
Devono essere stati i miei movimenti a svegliarlo, perché i suoi occhi meravigliosi sono presto puntati nei miei. Non so descrivere ciò che sento nel petto, è un sentimento così forte che quasi ho paura che mi scoppi il cuore. Mi è mancato troppo, come mi sono mancati i nostri momenti, proprio come quello.
Svegliarmi insieme a lui è presto diventata la mia cosa preferita durante il tempo in cui siamo stati insieme ed ora mi sto godendo ogni istante del nostro risveglio. Sono cauta, non voglio dire o fare niente che mi porti a perdere la sua stretta, voglio farla durare ancora un po', voglio tenerlo lì con me ancora per qualche istante.
Nel silenzio scruto i suoi occhi per cercare di capire cosa gli stia passando per la testa, ma il suo sguardo è indecifrabile. Sono i suoi movimenti, però, a farmi perdere un battito.
Serkan abbassa la sua testa e le nostre labbra si sfiorano, a quel contatto i miei occhi si socchiudono e trattengo il fiato. Non conosco le sue intenzioni, non conosco neppure le mie, siamo in una bolla - la nostra bolla - e tutto quello che è fuori non ha più alcuna importanza.
Gli basta davvero poco a distruggere ogni distanza tra noi. La sua bocca cattura la mia in un bacio dal sapore tenero e delicato. È incerto, probabilmente attende una mia risposta, ha paura di una mia reazione contraria.
Ma in quell'istante sto volando tra le nuvole e non ho alcuna intenzione di rinunciare a ciò che mi sta offrendo. Chiudo gli occhi e mi abbandono a lui, rispondo al bacio con la stessa dolcezza mentre con dita tremanti gli sfioro il viso. Nell'istante in cui le nostre lingue si toccano non riesco a trattenermi, sono perdutamente immersa nelle nostre bocche e nelle emozioni che ne scaturiscono.
La mano di Serkan mi sfiora una spalla, poi il braccio, scivola sul mio fianco dove si ferma per trattenerlo, la situazione inizia a scaldarsi ed ho bisogno di prendere fiato un attimo perché ho paura di scottarmi troppo tra le sue braccia.

𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 (𝐸𝑑𝑆𝑒𝑟 𝐴𝑈)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora