"Selin, te l'ho già detto e te lo ripeto, a me non piacciono gli eventi sociali, men che meno se mi vedono protagonista".
"Ma tesoro, dobbiamo festeggiare in qualche modo il fatto che tu sia vivo, sano e salvo. Una piccola festa intima è tutto ciò che chiedo".
Selin insiste e nemmeno prova a capire la frustrazione che sto provando da giorni. Cosa c'è da festeggiare?
Sono tornato sì, ma in che modo?
Rotto, a pezzi, senza ricordi. Ho gettato tristezza nella vita di chi mi sta intorno e soprattutto in quella di chi mi conosceva prima che dimenticassi.
Come Eda. Non so come comportarmi in sua presenza, non ho ricordi legati a lei, non ho sentimenti da provare, eppure ogni volta che il mio sguardo si posa nel suo avverto una strana sensazione che non so spiegare, ho paura di aprire persino bocca quando le sono vicino perché non voglio ferirla, ma inevitabilmente succede; a quanto pare basta anche solo la mia presenza a farla stare male.
È proprio su Eda che ora punto i miei occhi, mentre Selin ancora prova a dirmi quanto potrebbe essere bello passare una serata tutti insieme.
Eda è al computer, assorta in ciò che sta guardando, ma qualcosa nei suoi gesti mi lascia intendere che qualunque cosa sia la sta lacerando dentro. La vedo quasi barcollare, il suo muoversi crea allarme nel mio corpo ed il mio cuore inizia a battere tanto forte da dolermi.
Non mi rendo nemmeno conto che sto reagendo a lei senza pensare, di istinto."Scusami, Selin".
Mi alzo per raggiungerla dentro l'ufficio, lasciando fuori al terrazzo il freddo di fine febbraio e Selin. Con un paio di falcate sono subito al suo fianco, proprio mentre perde del tutto conoscenza.
"Eda? Eda!"
La sorreggo tra le braccia e butto uno sguardo al monitor del portatile; cosa le avrà mai provocato quella reazione? Mi chiedo.
Ma tutto ciò che vedo è uno schermo nero, privo di informazioni.
Intanto sopraggiunge anche Selin alle mie spalle, mi chiede cosa sia accaduto, ma non so darle una risposta."Chiama la sua amica. Mel.. Meltem?!"
"Melek?"
"Chiamala subito!"Chino il viso su Eda, che sembra dormire tra le mie braccia, e la osservo attentamente. I nostri visi sono tremendamente vicini, i nostri respiri si confondono, il suo è leggero, quasi impercettibile, il mio più frenetico e ansioso. Mi ritrovo nella posizione più scomoda, dove non si sa cosa sia giusto fare e non fare, quindi semplicemente attendo qualcosa. Attendo lei, mentre mi nutro della sua bellezza eterea.
E per fortuna Eda non mi lascia lì da solo per molto. Le sue lunghe ciglia si muovono ed i suoi occhi lentamente si aprono. Così come si apre un bel sorriso sulla sua bocca che mi incanta e stimola in me una fitta tra cuore e stomaco che mi blocca il respiro.♡♡♡
Assuefazione. Che bella sensazione.
Mi sento in Paradiso, in pace. Un profumo familiare mi avvolge, così come avverto un corpo caldo su cui sono beatamente poggiata.
Serkan. È lui, ne sono certa ancor prima di aprire gli occhi.
E non sbaglio. Gli sorrido adesso, è tutto come prima, lui è con me e mi guarda, ma nella sua espressione c'è qualcosa che non mi torna.
Perché è così stranito?
Perché i suoi occhi sono così diversi?
Improvvisamente mi torna in mente il video, quel saluto - il suo ultimo saluto. Quel Serkan che mi fissa non è lo stesso che mi ha lasciato due mesi prima.
Con quel pensiero ritorno in me e mi scosto da lui, forse un po' troppo bruscamente."Il vi-video!"
"Quale video? Come ti senti?"Mi tocco la testa che mi duole, mentre guardo il monitor ora in standby. E taccio. Non dico nulla a Serkan riguardo a ciò che ho visto, non mi sembra il caso di condividere con lui qualcosa che ancora mi sta scombussolato, né il momento adatto.
STAI LEGGENDO
𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 (𝐸𝑑𝑆𝑒𝑟 𝐴𝑈)
RomanceDopo due mesi dall'incidente aereo, Serkan finalmente torna a casa sano e salvo. Eda non riesce a contenere la sua felicità ma presto scopre che l'uomo che ama ha dimenticato l'ultimo anno della sua vita e tutti i ricordi ad esso collegati, tra ques...