14. Apollo

2.8K 120 19
                                    

Voci ovattate.
Suoni lontani, confusi, indistinti.
Serkan avverte nello stomaco la nota, seppur fastidiosa, sensazione di vuoto. La odia, ne ha paura. Non sa come controllarla.
E crolla, crolla nel vuoto più assoluto, avverte ogni parte del suo corpo divenire sempre più pesante, non riesce a muovere gambe e braccia, è completamente paralizzato. E proprio come allora, durante la caduta dell'aereo, prima dell'impatto con l'acqua, si arrende al suo destino.
Ma questa volta c'è qualcosa di diverso, questa volta qualcuno chiama il suo nome, una voce che conosce e che potrebbe distinguere tra mille.
Non ha dubbi. È lei.
Eda lo sta chiamando.

"Serkan? Serkan, cos'è successo? Cosa è successo? Serkan!! Chiamate aiuto, vi prego. Fate presto. SERKAN!"

Lo sta sognando?
Immaginando?
È la sua mente che gli gioca brutti scherzi?
Eda è partita e lui non ha più forze, non ha più voglia di continuare a combattere, a resistere. Ne ha passate troppe, ne ha subite troppe e da lui hanno solo preteso. Preteso che tornasse ad essere quello di prima. Lo stesso architetto, lo stesso uomo. Ma lui, in quell'incidente ha perso molto di più della sola memoria, ha perso tutto, perché ha perso se stesso, ed ora che sembrava essersi ritrovato in qualche modo, ha perso l'unica persona che non avrebbe mai voluto perdere, ma soprattutto deludere.
Ma lo ha fatto, dimenticandola.
Serkan non può sopportare il dolore che prova dietro quella scoperta, lo sta risucchiando, lo sta spegnendo e annullando. E gli va bene così.
Eda se n'è andata e lui con lei.
Nonostante l'orribile sensazione, però, Serkan prova ad aprire gli occhi attratto da quella voce che ancora gli sembra di sentire, ma tutto ciò che vede è una forte luce bianca che lo abbaglia. Quindi li richiude e tutto precipita di nuovo nell'oscurità. Ma non si arrende, riapre gli occhi, di nuovo sente quella voce, questa volta riesce a vedere un viso che gli appare sfuocato, sembra che lei sia davvero lì che lo stia guardando con i suoi grandi occhi scuri, preoccupati. Lo abbraccia, in qualche modo, lo chiama, ma Serkan, ormai, non è più lì, si trova da tutt'altra parte, si sta allontanando.
Adesso Serkan si sente più leggero, non ha più problemi intorno a sé, c'è pace nel suo animo, ogni turbamento è scomparso. Si è svuotato dal dolore e dal senso di colpa.
Il sorriso di Eda colora quel Paradiso in cui si trova, non riesce a non sorridere a sua volta, quello è appena diventato il suo posto preferito al mondo. Eda allunga una mano verso di lui, gliela prende. Quel tocco lo elettrizza.
Eda, allora, compie una giravolta sotto il suo braccio e gli si avvicina per abbracciarlo. Meravigliosamente vestita di bianco, sembra un angelo, il suo angelo.

"Dove stai andando, Serkan?"
"Ovunque ci sia tu..."
"Allora torna indietro, non puoi restare qui. Torna da me, ti sto aspettando..."

Un battito di ciglia ed Eda scompare. Si ritrova solo nell'immensità di quel posto che ora non gli sembra più così bello. Chiama Eda, la cerca.
Una voce lontana, di nuovo ovattata, gli risponde.

"Sono qui. Sono qui, Serkan. Ti prego, ti prego".

Improvvisamente tutto il bianco che lo circonda diventa più buio della notte e Serkan scompare al suo interno, svanisce insieme alla sua dolce illusione, nessun suono raggiunge più le sue orecchie. Si arrende a ciò che deve essere, con la consapevolezza che forse, un giorno, avrebbe rivisto da qualche parte la sua Eda.

♡♡♡

Gli occhi di Serkan si aprono lentamente, ci mettono un po' ad abituarsi alla luce che illumina la stanza. Intorno a lui è tutto tranquillo, non c'è più la confusione ovattata che ricorda, nessuno che lo chiama, nessuno spazio bianco immenso che lo inghiotte.
Tutto quello che vede è una stanza di ospedale e per un attimo pensa di trovarsi ancora in Slovenia, bloccato in quel letto che odia, senza riuscire a parlare o a muoversi perché il dolore è troppo forte e gli toglie il fiato. Ma appena può, si accerta di riuscire a muovere le mani che solleva per guardarle.
Cosa ci fa lì?
L'ultima cosa che ricorda è la corsa verso l'aeroporto, la paura di aver perso Eda, la consapevolezza di non essere riuscito a fermarla, e poi ancora i ricordi che sono riaffiorati violenti, fino a stordirlo.
Deve aver perso i sensi, qualcuno deve averlo portato lì, ma in ogni caso nulla gli importa davvero in quel momento. Ha perso Eda, non è riuscito ad arrivare in tempo. Proprio adesso che si sente nuovamente se stesso, che ha con sé e dentro di sé tutto ciò di cui ha bisogno, l'ha persa per sempre.

🎉 Hai finito di leggere 𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 (𝐸𝑑𝑆𝑒𝑟 𝐴𝑈) 🎉
𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 (𝐸𝑑𝑆𝑒𝑟 𝐴𝑈)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora