4. Speranze

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"Di cosa vuoi parlare?"

Da quando sono arrivato Eda non mi ha tolto gli occhi di dosso. Avverto il suo sguardo anche se il mio non è posato su di lei. Lo faccio di proposito, mi concentro sul cielo, sulle stelle, ed evito lei. Perché potrebbe confondermi, potrebbe lasciarmi ancora una volta instabile, potrebbe farmi pentire di essere andato fino a casa sua.
Non so per quale ragione io abbia chiamato Leyla un'ora prima per farmi dare l'indirizzo di casa di una perfetta sconosciuta, ma che in realtà tanto sconosciuta non è. Abbiamo un passato, noi due, un passato che io non ricordo, ma nonostante il mio rifiuto iniziale di darle valore ed importanza, quel passato dimenticato mi chiama, mi incuriosisce, mi spinge verso di lei.
È così che mi è successo prima? È così che sono caduto vittima del suo amore?
Selin crede che lei mi abbia stregato, che in qualche modo con il suo viso d'angelo e l'animo buono mi abbia plagiato; possibile che stia succedendo ancora?

"Serkan?"

La sua dolce voce mi riporta alla realtà, il tono di Eda è pacato, caldo, intenso.
Mi chiama.
Mi costringe a guardarla.
Si aspetta una risposta ed io non posso tardare ancora nel dargliela. Eppure mi fermo ancora un istante ad osservare il suo volto; è bella, non posso negarlo, una bellezza che ti toglie il fiato, così speciale nella sua semplicità. Così eterea.
Mi inumidisco le labbra e abbasso lo sguardo sulle mie mani intrecciate che sto torturando, anche quella sensazione è nuova per me, vorrei cercare di placare le emozioni contrastanti che provo in sua presenza, ma ogni volta fallisco miseramente. Nemmeno io so perché sono lì, da lei, nemmeno io so di cosa voglio parlarle, tutto ciò che so per certo è che avevo voglia di vederla.

"Eda..."

Sollevo nuovamente lo sguardo su di lei e questa volta sobbalzo trovandomela più vicina. Quando ha lasciato la sua postazione non so dirlo, non ho notato il minimo movimento, eppure ora siede sulla poltrona accanto alla mia e mi sorride, e quella piccola curva sulle sue labbra causa in me una nuova morsa che mi attanaglia lo stomaco. Non vorrei sentirmi così, eppure sembra inevitabile.

"Abbiamo trascorso tante sere come questa a guardar le stelle. Ci piaceva e tu mi hai raccontato di loro, della tua passione. Di Sirius".

Non so cosa dirle.
Mi ha capito. Ha letto dentro di me, ha capito la mia difficoltà, ha capito cosa volessi.
Come ci è riuscita? Non ho aperto nemmeno bocca.
Mi ritrovo a deglutire a vuoto e senza pensarci porto lo sguardo al cielo, in special modo verso la posizione in cui si dovrebbe trovare la stella del cane. Sono quasi geloso dei ricordi che lei ha e che io invece ho perso.

"Come ci si sente?"

Mi vede probabilmente perplesso perché riformula la domanda aggiungendo qualche particolare in più.

"Come ci si sente a non ricordare, a dimenticare?"

Non è una domanda facile a cui rispondere, in realtà fino a quel momento non mi ci sono mai soffermato davvero perché pensavo che tutto ciò che era fondamentale per me non l'avevo scordato. Ma quella ragazza, quella donna, sta mettendo in discussione tutto.
Scuoto la testa e scrollo le spalle, in dubbio se rispondere o meno, ma poi le parole escono da sole dalla mia bocca ed io non faccio in tempo a fermarmi.

"È brutto. Davvero brutto".
"Anche essere dimenticati lo è..."

In qualche modo le sue parole mi spiazzano e mi spezzano. Non mi sono mai davvero messo dalla sua parte, forse ho preteso di essere capito senza capire ma ciò che mi ha raccontato Selin mi ha confuso così tanto che al momento non so distinguere cosa sia giusto da cosa sia sbagliato. Selin è la mia più cara amica, è stata per me una persona importante, mi ha aiutato in un momento terribile, perché avrebbe dovuto mettermi in guardia da Eda se non rappresentasse per me un reale pericolo?

𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 (𝐸𝑑𝑆𝑒𝑟 𝐴𝑈)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora