La matita scivola sul foglio disegnando una linea perfetta, mi viene naturale, non devo nemmeno pensarci, è il mio lavoro, ciò per cui sono nato.
Ma purtroppo questa volta non è come sempre, c'è un piccolo dettaglio che cambia tutto, quel tremore che di tanto in tanto torna e mette a dura prova il controllo della mia mano destra."Dannazione".
Sbaglio. La matita ora sbalza sul foglio tracciando una linea irregolare e mi costringe a fermarmi. Sollevo la mano incriminata e la chiudo in un pugno con non poca difficoltà, così come chiudo gli occhi per cercare di frenare la rabbia e tutta la frustrazione che mi divora vivo da dentro.
Niente è come prima in realtà.
Da quando ho aperto gli occhi in quell'ospedale freddo e sconosciuto mi sono ritrovato a vivere una vita non mia, persino il mio stesso corpo mi è estraneo. Dormire non è più un'opzione, ogni volta che ci provo, e cerco di rilassarmi, ho solo incubi, uno peggio dell'altro, legati all'incidente e non solo. Finisco sempre per svegliarmi in affanno, spaventato e pieno di domande.
Ho un buco di un anno intero che non ricordo, frammenti mi tornano in mente nei momenti più impensabili e quando provo a collegarli a qualcosa o qualcuno svaniscono così come sono venuti. E poi c'è la mano, l'unica parte del mio corpo che non ha ancora ripreso la sua normale funzionalità, e chissà se mai lo farà. Questo è ciò che mi manda più in bestia.
Provo a riprendere la matita tra le dita, ora che il tremore sembra essersi fermato. Non posso e non voglio rinunciare all'unica cosa che mi fa sentire me stesso. Il lavoro è tutto per me e quella mano, la mia mano, deve assolutamente tornare quanto prima alla perfezione o potrei diventare matto davvero.♡♡♡
Non è stato facile per me affrontare tutte le novità che si sono susseguite ieri. Prima il ritorno di Serkan, poi la scoperta della sua condizione. Non ho chiuso occhio, avevo paura di sognare ancora menzogne ed io non ho più voglia di illudermi. Ora davanti a me c'è una realtà triste e dura che mi costringo ad affrontare con il sorriso, perché non posso abbattermi, non ora che conosco il mio obiettivo.
Serkan. L'uomo che mi ha amata, l'uomo che amo, l'uomo che devo salvare da quella serpe che gli sta facendo il lavaggio del cervello. Niente è perduto, ora lo vedo chiaro. Se in passato Serkan si è innamorato di me, può farlo di nuovo, deve solo conoscermi, in fondo lui stesso lo ha detto.
Mi ritorna in mente il giorno del nostro matrimonio, lo specchio dentro al quale i nostri riflessi si guardavano, il calore del suo corpo mentre mi abbracciava, i suoi baci. Le sue parole. Sono proprio quelle a darmi la forza, perché lui ci credeva fortemente quando le ha pronunciate. Saranno proprio quelle parole a darmi il coraggio di conquistarlo di nuovo.
Con quello spirito varco la soglia dell'Art Life, saluto gentilmente, e con un sorriso, tutti quelli che incontro, non voglio che mi guardano con pietà, la odio.
Ci metto poco ad arrivare a quello che per due mesi è stato il mio studio, ma che ora sono costretta in qualche modo a condividere con lui. È proprio la sua figura china sulla scrivania a farmi fermare prima di entrare. L'espressione di Serkan non è serena, riconosco poco in lui dell'uomo che ho lasciato andare nel giorno che doveva essere per noi il più felice. Ancora avverto il brivido che mi devasta nel momento in cui le nostre mani si sfiorano per l'ultima volta, senza toccarsi davvero, e ancora provo la sensazione di terrore che mi ha tolto il fiato per un secondo. Sapevo che qualcosa sarebbe andato storto, me lo sentivo, eppure l'ho lasciato andare. Sospiro per cercare di ritrovare il mio equilibrio per affrontare quella giornata, sto per dargli il buongiorno ma qualcosa, di nuovo, mi blocca. Noto la sua difficoltà a tenere ferma la matita, noto la frustrazione segnargli il viso. Noto la rabbia sormontare in lui."Serkan. Va tutto bene?"
La mia voce è seriamente preoccupata, ma lo sguardo che lui mi lancia è glaciale e mi fa pentire di essere entrata in quella bolla che si è creato intorno. Per un momento penso che voglia ignorarmi, difatti quando mi risponde me ne sorprendo.
"Sto bene ora, senza tutti quei fiori intorno".
Solo ora noto che lì dentro è tutto cambiato. Non ci sono più i fiori, le piante e le nostre foto.
Me ne sorprendo? No.
Ci resto male? Sì.
Ma non lo do a vedere ed anche se sono preoccupata per il suo stato di salute lascio cadere ogni discorso riguardante quello, perché so che non avrei ottenuto nulla adesso. In fondo mi considera poco più di niente."Avevo dato a questo posto un po' di colore, è stato il mio ufficio".
"Ma ora sono tornato e tu puoi spostarti al piano di sopra".
"Non ho intenzione di andare da nessuna parte! Qui è abbastanza grande per tutti e due".
Mi dirigo all'altro capo del tavolo, proprio di fronte a lui, e prendo posto sulla sedia. Poso la borsa accanto a me senza distogliere lo sguardo da lui, lo osservo per cercare di capire cosa lo turba ma in mia presenza smette di fare qualsiasi cosa per puntare i suoi occhi nei miei.
Per un attimo, solo per un attimo, sembra incuriosito, forse sta per chiedermi qualcosa, ma proprio in quell'istante qualcuno bussa ed entra nello studio rompendo la tensione creatasi tra noi e i nostri silenzi."Serkan, ti disturbo?"
"No, Selin. Tu non disturbi mai".Lancio gli occhi al cielo vedendo il biondo serpente entrare nell'ufficio, ignorandomi, per dirigersi da Serkan. Avverto il suo fastidio da lontano, probabilmente, prima di entrare, ci ha osservati, ci ha ascoltati, probabilmente è stata invasa dalla gelosia o dalla paura; non deve essere bello stare nei suoi panni e vivere sempre con la paura che lui possa ricordarmi e soprattutto possa ricordare il modo in cui è stata già messa al suo posto una volta. L'ammiro per il coraggio che ha, perché io ne sono certa, in un modo o nell'altro Serkan sarebbe tornato da me e lei avrebbe avuto il ben servito, di nuovo.
Sorpresa dal fatto che, dopo avergli sussurrato qualcosa all'orecchio, i due si siano spostati sul terrazzo dello studio, aggrotto la fronte e li seguo con lo sguardo. Mi dà fastidio la loro vicinanza, mi irrita il modo in cui lei gli sfiora il braccio, il modo in cui gli sorride. Mi dà la nausea vederla comportarsi come se Serkan le appartenesse. Selin l'avrebbe pagata amara per mano mia, presto o tardi avrebbe avuto ciò che merita.
Li osservo ancora un po', sedersi e poi parlare, non so di cosa, ma devo ignorarli. Devo restare assolutamente calma, perché se perdo quella, perdo l'ultima speranza nel riportare Serkan dalla mia parte. Allora decido di concentrarmi sul lavoro, avvio il portatile e subito digito l'indirizzo per leggere le email, ne aspetto una molto importante sulla conclusione del mio ultimo progetto.
Con lo sguardo scorro velocemente sulle ultime email ricevute, nessuna di loro riguarda il progetto, ma ce n'è una di Deniz che mi risulta fin da subito strana.
Deniz, l'amico che negli ultimi due mesi mi ha aiutata a superare giorni difficili dandomi un motivo per andare avanti. La ricerca di Serkan è stata per me qualcosa che mi ha tenuta legata a lui, che mi ha tenuta in piedi, e Deniz è stato tanto gentile quanto paziente nell'essermi accanto. Ma ora il testo della email mi spiazza."Non ti ho fatto vedere questo video prima di ora perché non volevo turbati più di quanto non lo fossi già. Ma ora lui è tornato e posso mostrartelo. Ti prego, però, di aprirlo con cautela, non sarà facile per te nemmeno adesso".
Le sue parole mi incuriosiscono, ma al tempo stesso mi agitano. Clicco sull'allegato e attendo il download del video con il cuore che batte a mille.
Non so cosa aspettarmi, l'ansia mi divora, e quando tutto viene salvato correttamente, clicco sull'icona del video e lo avvio. Stesso in quel frangente smetto del tutto di respirare."Ciao, Eda. So che in questo momento sarai molto arrabbiata con me, ma non esserlo amore mio. Stasera sarai mia per sempre e niente potrà separarci..."
È Serkan. È nel video, dal suo cellulare. È sull'aereo. È di quel giorno, probabilmente poco prima che...
Le sue parole iniziano a rimbombare nella mia testa come se il loro suono fosse attenuato da qualcosa. Gli occhi mi si riempiono di lacrime e a stento riesco a mettere a fuoco la sua immagine sbiadita."Ti amo. Ricordalo in ogni istante della tua vita, durante ogni tuo singolo respiro, io ti amo. E non smetterò mai di farlo".
Qualcuno sopraggiunge alle sue spalle, gli dice qualcosa, il suo viso sembra impallidire. Lui lo sa. Sa cosa sta per succedere. Guarda lo schermo per un attimo e poi spegne tutto. Sparisce. Resta il vuoto assoluto così come nella mia testa e nel mio cuore.
Ringrazio il cielo di essere seduta perché altrimenti sarei caduta, accasciata, sul pavimento. Sento le forze venirmi meno, sento il corpo abbandonarmi, la mente spegnersi.
Mi chiudo nel mio dolore, mentre le lacrime mi bagnano il viso, sparisco sotto le ultime parole di Serkan. Assorbo la sua paura e la mia e spengo tutto.
Non c'è più nulla adesso.
Solo buio e silenzio.

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𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 (𝐸𝑑𝑆𝑒𝑟 𝐴𝑈)
RomanceDopo due mesi dall'incidente aereo, Serkan finalmente torna a casa sano e salvo. Eda non riesce a contenere la sua felicità ma presto scopre che l'uomo che ama ha dimenticato l'ultimo anno della sua vita e tutti i ricordi ad esso collegati, tra ques...