🥀 Capitolo Undicesimo 🥀

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Kojiro restava immobile, mentre la pallida luce lunare filtrava dalla finestra della stanza di Genzo.

Il vampiro era stretto alla schiena dell'umano, che dormiva ancora.

Non osava nemmeno muove il più piccolo muscolo, gli andava bene così, stando accanto a Genzo in quel modo.

Il ragazzo aveva il respiro regolare al suo fianco, la cosa rendeva Kojiro tranquillo, almeno fino a quando la porta della stanza non si aprì leggermente.

Yayoi si sporse a guardarlo, incrociando gli occhi di Kojiro che brillavano nel buio.

<< Ecco dov'eri >> sussurrò piano Kojiro, alla vampira.

Lei annuì lentamente entrando nella stanza.

Non si aspettava che Genzo fosse tornata, ma nel vederli Kojiro abbracciato comprese cosa dovesse essere accaduto.

<< C'è una persona che ti vuole parlare >> sussurrò piano lei.

Kojiro si alzò lentamente lasciando Genzo solo nel letto.

<< Vado subito >> mormorò Kojiro, prima di fare cenno a Yayoi di restare li.

Preferiva che la vampira restasse con Genzo, aveva appena percepito una zaffata di odore poco conosciuto, che lo fece preoccupare

Il vampiro che era arrivato non lo conosceva, temeva potesse prendersela con Genzo se lo lasciava solo.

Kojiro a quel punto scese dal letto, uscì in fretta dalla stanza, avanzando lungo il corridoio in fretta, fino in fondo alle scale e arrivando nel salotto.

Seduto su una poltrona c'era un ragazzo, dai capelli nocciola e gli occhi castani, che lo fissava a lungo, immobile.

Un morso. Kojiro lo vedeva.

<< Kojiro Luctus >> mormorò il vampiro, con voce pacata.

<< Chi sei? >> domandò freddamente lui, serrando le labbra.

Non si fidava facilmente dei vampiri che vivevano nel bosco.

<< Mi chiamo Misugi Jun, sono un vampiro da circa una ventina d'anni... Vorrei parlare con te di una cosa >> mormorò il vampiro, lentamente.

Kojiro lo scruto nel buio.

<< Vorrei il tuo permesso per attaccare il paesino di umani qui vicino, non voglio rogne con voi nativi, so che sei tu a proteggere questi umani, quindi ti chiedo solo il permesso di prenderne alcuni, per vendicare mia sorella >> Misugi tratteneva la foga di ciò che voleva dire, cercava di apparire calmo, sapeva che da secoli Kojiro aveva un ottimo rapporto con gli umani.

Kojiro non rispose subito, aveva le labbra serrate.

Per quanto avesse parlato con educazione sentiva nella voce del vampiro una tensione.

La vendetta non era mai piaciuta a Kojiro, senza contare che quegli umani non erano di certo responsabili della morte della sorella.

<< Come è morta tua sorella? >> domando freddamente Kojiro.

<< Non sono riusciti a salvarla... L'hanno lasciata morire >> spiegò freddo Misugi.

Kojiro distolse lo sguardo.

<< No, mi dispiace. Quegli umani non hanno colpa, hanno di certo provato a salvarla... Non posso permettermi di trucidare degli innocenti, non avrai il mio permesso >> mormorò pacato Kojiro.

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