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CHARLES

Il giorno seguente sono andato dalla mia famiglia lasciando così, la casa a Charlotte.
Per il momento non voglio dirle di andarsene anche perchè dovrà passare un altra settimana prima che io ritorni da Spielberg, e in una settimana può succedere di tutto.
Sono passati cinque giorni da quella litigata ed ora mi trovo nuovamente a Maranello.
Mattia mi ha chiamato per delle prove da fare con la mia monoposto, così ho preso il primo aereo e sono venuto qui. Questa mattina per l'appunto ho fatto dei giri in pista con la numero 16 e devo ammettere di essermi trovato piuttosto male.

"Ho difficoltà nelle curve e i freni sembrano surriscaldarsi troppo in fretta"

Questo è ciò che gli ho detto stamattina.
Ora sto girando per Maranello con la mia Ferrari.
Guidare mi ha sempre aiutato a staccare la spina dai problemi ma la quiete viene sempre interrotta dalla tempesta. Vengo distratto dal telefono che vibra sul sedile passeggero, giro la testa notando comparire "Mon amour".
Non rispondo, non voglio rispondere, non ancora.
Questo fine settimana c'è la gara e voglio essere concentrato solo su di essa.
Ritorno con lo sguardo sulla strada e sgrano gli occhi alla vista di una figura davanti a me.
Freno immediatamente ritrovandomi a poco meno di un metro da quest'ultima. Per poco non la investivo!
Metto a fuoco la figura e, ironia della sorte, la persona che per poco ha scampato una fine non molto piacevole è Chiara. 

"volevi uccidermi?!"

Mi urla e non le rispondo.
Non voglio uscire dalla macchina, la piazza è piena e non voglio rischiare di essere fotografato con lei per evitare di alimentare la furia di Charlotte.
Si avvicina alla macchina, abbasso il finestrino e la supplico di entrare nella vettura.

Abbiamo trascorso il pomeriggio insieme, la sua compagnia mi ha aiutato a distrarmi.
Quando sono con lei tutto è più semplice, più intenso, mi fa sentire vivo.
Siamo sul punto più alto.
Di solito mi piace osservare il tramonto da qui: il sole che scompare all'orizzonte incorniciato da sfumature di colori che danno un senso di pace.

Per ringraziarmi del bel pomeriggio trascorso, mi lascia un bacio sulla guancia.
Non mi basta, voglio di più.
Ho bisogno di capire se provo ancora qualcosa per Charlotte o se la nostra relazione è giunta alla fine della corsa. Il bacio mancato al Velvet si presenta.
I miei pensieri prima si fermano di colpo e poi riprendono a girare vorticosamente nella mia testa, non hanno logica né senso compiuto ma so per certo che in quel miscuglio di emozioni non c'è traccia di alcuna forma di preoccupazione o rimorso.

Mi spiace Charlotte, è il momento di prendere binari opposti.
Il mio cuore, ha una fermata diversa dalla tua.

CHIARA (OGGI)

Mi guarda negli occhi accarezzandomi la guancia ma senza dire nulla.
Il suo contatto mi fa stare così bene, resterei per ore in questo modo. 

"Sarà meglio andare"

Sussurra ancora a pochi centimetri da me.
Annuisco seguendolo.
Vorrei dire qualcosa a proposito di ciò che è successo ma sono bloccata.
E se fosse pentito?
Dovrebbe iniziare lui un discorso ma a quanto pare sembra che non voglia parlarne.
Tutto ciò che è uscito dalle sue labbra fin ora sono state semplicemente indicazioni su dove lasciare la tuta che avevo ancora indosso.
Non voglio aprire l'argomento sapendo che può esserci il rischio di venire rifiutata, preferisco rimanere nel mio silenzio.
Insomma, Charles Leclerc mi ha baciata, dovrei esserne felice, no?

Siamo in macchina, diretti verso casa mia. In realtà avrei preferito andare a piedi per riflettere sull'accaduto, o meglio, per cercare di non dargli troppa importanza ma Charles ha insistito affinché mi accompagnasse. 

Red is my skin  || CHARLES LECLERCDove le storie prendono vita. Scoprilo ora