9 - Patto col diavolo

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Matteo fece a Valerico segno di sedersi sul muretto davanti al teatro, mentre già vi si stata dirigendo. Quando Valerico si fu accomodato vicino a lui, iniziò a parlare. "Devi sapere che la storia di Beatrice è un po' complicata."

Forse si aspettava che il ragazzo gli chiedesse di continuare, ma Valerico aspettò e basta, quindi lui riprese la parola. "Sua madre è, una donna buona e cara per carità, ma è sempre stata molto infantile. Diciamo che Beatrice non ha mai avuto qualcuno su cui contare in caso di problemi, anzi, è sempre stato il contrario. Qualsiasi problema Laura -sua madre- avesse, era a Beatrice che lei si appoggiava.

"Il padre invece..." Matteo si fermò non sapendo come continuare e quanto raccontare a Valerico, ma il ragazzo non gli sembrava uno indiscreto e non pensava avrebbe mai raccontato nulla in giro, "... suo padre da quando lei si ricorda è sempre stato sotto farmaci per la sua depressione.

"Un giorno, lei aveva quindici anni, tornò a casa che i suoi dovevano essere ancora a lavoro, solo che suo padre era a casa..." Il ragazzo prese un profondo respiro. "Era a casa, accasciato per terra.

"Lei chiamò un'ambulanza, poi sua madre... o forse il contrario, ma sembra più plausibile così, dopotutto però reagiamo in modo irrazionale quando siamo sotto shock. Non lo portarono nemmeno in ospedale, era già morto per overdose da psicofarmaci.

"Non aveva un padre neanche prima che lui si uccidesse, ma sapere che era morto, l'ha distrutta completamente. Da lì ha frequentato pessime compagnie, che per dirlo io...

"Io e un'altra nostra amica abbiamo provato a portarla via da loro, ma ci abbiamo messo troppo tempo. La madre non si accorse mai di nulla, non si preoccupava di quando tornava distrutta la mattina dopo una festa, della luce che i suoi occhi avevano perso..."

"Chi sono loro?" Lo interruppe Valerico.

"Loro... erano, e penso che siano ancora, pessimi ragazzi, pessimi davvero. Organizzavano feste fuori controllo, erano dei veri criminali.

"Alcuni spacciavano, e non stronzate come cannabis e fumo, no, ci andavano pesante. E non da ultimo uno di loro le spezzò completamente il suo cuore già frantumato.

"Solo allora è tornata da noi, ma Sara, la nostra amica, era rimasta troppo delusa da come ci aveva trattati; così siamo rimasti io e Bea, come sempre. Anche se per un lungo periodo non è stata più la stessa e, nonostante adesso sembri apparentemente una ragazza solare e gentile, questa è solo la favola che si racconta per credere che il mondo non sia quello schifo che ha già avuto la sfortuna di vedere.

"Ed è per questo che ora si ostina a vedere speranza anche dove non c'è. Sarà anche il suo modo per andare avanti, ma ne rimarrà sempre più delusa."

Matteo si fermò, sentendosi un po' in colpa per aver raccontato tutta la vita di Beatrice ad un ragazzo che alla fine conoscevano da meno di due mesi, ma aveva bisogno di condividere la sua preoccupazione con qualcuno.

Valerico dal suo canto non riusciva ad immaginare la "fortunata e felice" Beatrice in situazioni del genere. Si sentì un cretino per aver pensato che sotto sotto nascondesse qualcosa e che fosse un'arma del Padre.

"E adesso, come sta?" Matteo si sorprese della sincera domanda di Valerico, ma mai quanto si soprese il ragazzo stesso. Non sapeva per quale motivo adesso fosse così desideroso di sapere che la sua vita, al di là delle apparenze, stesse procedendo nel modo migliore.

"Lei... lei crede di non meritare nulla, quindi è da anni che si accontenta sempre, ma non vuole ammetterlo. C'è speranza -ecco cosa dice sempre-. Adesso sta con quel cretino menefreghista di Stefano, che non è neanche il peggior ragazzo che abbia avuto, ma è comunque un coglione."

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