"E' stato lui, ti dico." Sussurrò Donatella per la decima volta in quel pomeriggio a Maria Teresa.
"Tu e le tue superstizioni Donny... Il ragazzo non ha fatto nulla... e non tirare in ballo quella cena: dev'esserci stata una scossa." La rassicurò la direttrice per l'ennesima volta.
"Prima di lui procedeva tutto bene, ma da quando è arrivato c'è stata prima la cena spettrale, poi la chiusura del teatro... per non parlare di tutti gli incidenti che ha causato!"
"Donny, erano le prime volte che dava una mano in teatro... è normale sbagliare. Per quanto riguarda la chiusura, è da mesi che sappiamo di questa possibilità." La smontò nuovamente Maria Teresa.
"Appunto! Lui l'ha resa realtà!" Insistette Donatella con gli occhi fuori dalle orbite ed ampi gesti delle mani.
"Donatella, ti ho detto di smetterla. Valerico è un bravissimo ragazzo, solo un po' timido; ma adesso si sta facendo in quattro per salvare il nostro teatro e, anche se penso sia invano, gli sono riconoscente per lo sforzo che sta facendo." Maria Teresa non sopportava la sua amica quando faceva la... la pazza.
Era dalla cena che sosteneva che Valerico avesse qualche dote paranormale, ma con la chiusura del teatro, aveva iniziato a pensare che fosse un vero e proprio iettatore.
Maria Teresa sentì il rumore della macchina che parcheggia nel vialetto davanti al teatro e, dopo essersi affacciata e aver riconosciuto i tre ragazzi, intimò all'amica di finirla: "Arrivano, sono loro; dovrebbero avere quelle... cose."
"PORCA TROIA!"
Le due donne sentirono inveire da fuori: sembrava la voce di Matteo.
Rashad si affrettò ad uscire, seguito dalle due signore che videro lo spiritoso ragazzo con il piede tra le mani ed uno scatolone metallico a terra, rovesciato. Doveva essergli caduto sul piede.
"Fermo! Fermo! Non saltellare e fa vedere." Gli disse Beatrice muovendosi verso di lui. "Ti avevo detto di fare con calma." Continuò lei.
Intanto Valerico era sceso dall'auto e, dopo aver guardato con attenzione l'amico, si era diretto a prendere la macchina per il fumo. La sollevò con una mano sola; con l'altra teneva due faretti.
Donatella guardò, gongolante e terrorizzata allo stesso tempo, Maria Teresa. "Ti avevo detto che non è normale."
"Ma su, hai visto com'è alto, che sarà per lui sollevare quell'aggeggio? E poi ragazzi di oggi stanno sempre in palestra." Spiegò plausibilmente Maria Teresa.
Intanto Rashad era andato verso il bagagliaio per portare una di quelle macchine per il fumo; dovette usare entrambe le mani per sollevarla e il suo volto tradiva lo sforzo che cercava di nascondere. "Non guardarmi così -disse Maria Teresa notando lo sguardo indagatorio dell'amica, che sembrava volerle dire 'vedi? sono pesanti'-, Rashad è molto più avanti con l'età..."
"Comunque ragazzi, -iniziò la direttrice rivolta ai tre appena arrivati- avete trovato tutto vedo. Bravi, bravi. Cerchiamo di vedere come funziona questa roba."
-
Furono le ultime parole famose.
Matteo aveva armeggiato venti minuti con quelle macchine, per poi sentirsi dire da Beatrice che serviva un liquido adatto per produrre il fumo. Dopo una bestemmia, che Donatella accolse malissimo, e un gesto plateale, svitò un lato dell'aggeggio per inserirvi il liquido che Domenico era andato a comprare.
Avevano spostato anche i cavi della luce per collegare quelle cose e Rashad e Riccardo erano ancora arrampicati per il teatro ad attaccare i faretti al neon.
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Lux
Fantasy"A nessuno piace deludere il proprio padre, figuriamoci quando questo comporta di essere scaraventati all'Inferno." Lucifero voleva sentirsi potente come il padre; odiava le imposizioni, gli ordini, la militanza cieca per un'entità che non aveva mai...