13. NOWHERE

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Enjoy the last chapter!

 Una musica lugubre di campane risuonava fragorosamente nell' aria.
Non era presente molta gente.
C'erano i quattro servitori della magione, c'era Elizabeth insieme alla dama di compagnia Paula, c'era la zia Frances, c'era Edward. Non mancavano naturalmente Soma e Agni.
Questi ultimi piangevano a dirotto, abbracciandosi.
Anche Elizabeth piangeva, come una fontana di disperazione.
I servitori volevano farsi forza, ma si sentivano fragili.
Solo zia Frances e Edward si davano un contegno.
Il funerale di Ciel e Sebastian si svolse alla presenza di poche persone, ma molte lacrime furono versate per loro. Il cielo era stranamente luminoso. Troppo luminoso, pensava la promessa sposa rimasta sola.
Nessuno sapeva come fossero andate le cose. Li avevano semplicemente trovati caduti dal balcone, vicini, i corpi gelidi, i visi immobili in un'espressione che non avevano scelto ma che non sarebbe cambiata mai più.
-Elizabeth...- sussurrò Ciel.
La ragazza percepì soltanto un soffio di vento freddo, sulla nuca. Si voltò, ma non vide nessuno. Nei suoi occhi chiari si rifletteva la luce del sole morente.
Sebastian e Ciel assistevano con tristezza al loro funerale, e il ragazzino aveva cercato di sfiorare la sua fidanzata.
-Non può vederci né udirci- gli spiegò Sebastian, carezzandogli la testa nel tentativo di dargli conforto.
Il ragazzino sospirò.
Elizabeth. Con la sua esuberanza, aveva riempito la sua vita, aveva cercato di non fargli sentire il terribile grido di dolore del suo cuore.
Se solo ne avesse avuto il tempo, gli avrebbe confessato ciò che non le aveva mai detto. La amava.
Sì, la amava!
La amava sinceramente e profondamente, ma ora si rendeva conto di aver amato sé stesso e la vendetta più di lei, e di non essersi mai reso conto dei suoi veri sentimenti. Per la sua nemesi, aveva tralasciato le cose davvero importanti, aveva inaridito il suo cuore.
Ricordava quando a volte la guardava di sfuggita: la ragazza, sicura di non essere vista, aveva un'espressione tristissima, ma mentre lui lo guardava cercando di sorridere, di farlo ridere, perché lo amava.
Lui non meritava il suo amore. Non aveva fatto nulla per meritarlo. Ed ora avrebbe voluto impedirle di piangere, perché non meritava il suo dolore. Ma lei era un cuore puro, un'anima bianca, e avrebbe sofferto ugualmente per la sua morte.
-È così triste- constatò Sebastian. -Non mi piacciono i funerali- decise.
I loro corpi furono seppelliti vicini, come erano morti. Accanto ai genitori di Ciel.
-E' finita - disse, voltandosi a guardare Sebastian. Il ragazzo aveva ali piccole, delicate e soffici, per nulla robuste. Sebastian dispiegò le proprie. Erano grandi, nobili, candide.
-Che belle ali- disse Ciel, sincero. -Sono quasi invidioso - commentò, guardandosi le ali piccole. Non bastava essere piccolo di statura? Pure le ali doveva avere piccine?
-Non fare quella faccia. La signorina Elizabeth direbbe che sei veramente carino, se solo potesse vederti! - disse l'altro, ridendo.
Ciel sospirò. Se solo potesse vedermi. Quanto desiderava che lei potesse vederlo un'ultima volta, vederlo finalmente felice!
Sebastian lo prese in braccio.
-È pronto, padroncino? -
Il ragazzo sembrava incerto.
-Ho paura. -
Sebastian si mostrò sorpreso.
-Oh, ma come è possibile? Non ha avuto paura in situazioni decisamente peggiori di questa ed ora invece prova timore?-
Ciel cercò di spiegarsi.
-E se dovessero ripensarci, Sebastian? Se mi trovassero indegno e mi mandassero all' inferno?- nella sua mente, gli sembrava un'eventualità possibile: nessuna azione, nella sua vita, era stata degna del Regno Celeste. E se ne vergognava.
-Non accadrà: ai piani alti non ritornano sui loro passi.- Lo rassicurò.
-E non andrai solo da nessuna parte. Se tu finissi all'inferno combatterei contro tutti i demoni, pur di salvarti, pur di riportarti nel cielo. Ho promesso di farti tornare dai tuoi genitori, ed io non mento mai. Ma non ha senso che te lo ripeta, giusto? Lo sai già. -
Assicurò, posandogli un piccolo bacio sulla fronte.
-Promettimi che non mi lascerai mai andare!- disse Ciel.
-Te lo prometto.-
-Dimmi che staremo sempre insieme, come fratelli. -
-Sì. -
Si guardarono negli occhi. E guardarono il cielo.
E di comune accordo, decisero che era giunto il momento di abbandonare il vasto mondo, dove entrambi avevano già sofferto troppo.

Il mio nome è Ciel Phantomhive.
O meglio lo era. Dove sto andando i nomi non contano più.
Pardon, il posto dove stiamo andando.
Sono con Sebastian.
Il mio angelo custode, o qualcosa del genere.
Onestamente, non avrei mai creduto che gli eventi avessero potuto prendere una tale piega!
Eppure è tutto vero.
Sebastian ha appena detto che presto rivedrò i miei genitori.
Spero che non siano troppo dispiaciuti per tutto quello che ho fatto nella mia breve vita, accecato dalla vendetta.
Ma ormai quella storia è passata.
Mi stringo al mio angelo. Volgo un ultimo sguardo verso tutti quelli che ho lasciato.
Zia Frances, Edward, non mi vedrete più. Avevate ragione. Non sono mai stato un genero all'altezza. Anche se amavo Elizabeth, sarei stato egoista a prenderla per me. Non sarebbe mai stata felice.
Elizabeth, troverai chi ti merita più di me. Illuminerai la vita di qualcuno, e quell'uomo ringrazierà il cielo di averti con sé, ogni singolo giorno. Bacerà il terreno su cui camminerai. Perché tu sei forte, sei sempre stata più forte di me, e meriti qualcuno che ti ami e si doni a te come io non sono riuscito a fare. Qualcuno che ti metta in cima al mondo, lì dove tu meriti di stare.
Bard, May Rin, Finnian, Tanaka... mi siete stati sempre fedeli. Ma è giusto che ora abbandoniate la magione, una casa piena di ricordi di morte.
Con coraggio, mi allungo verso Sebastian e lo guardo sorridendo.
-Sono felice- dico. Lui sorride. Ed i suoi occhi si sgranano, e si illuminano. Mi sorprendo. Non ci sono più i riflessi rossastri dei suoi occhi da demone. Ora ha gli occhi grigi, limpidi, e riesco a vederne il fondo. Non nascondono niente.
Anche i miei sono così, lo so.
E a questo punto ce ne andiamo davvero.
La luce è bellissima, intensa.
Qualcuno mi aspetta al varco. Due figure.
E so chi sono.
La felicità non è da nessuna parte. È dove sono le persone che ami, è dove saranno loro, i miei genitori.
Addio, mondo.



----Fatemi sapere cosa ne pensate :)

UNA VOLTA I DEMONI ERANO ANGELIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora