9. IL DESIDERIO NERO

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Ciel rimase per qualche istante a fissare la mano di Sebastian, rimasta fra le proprie, ancora coperta dal guanto. IL maggiordomo, dal canto suo, reagì nascondendo il braccio menomato dietro la schiena, per evitare al suo signorino quella brutta vista.

Il ragazzo era sconvolto.

-Ciel... signorino, potrebbe, gentilmente... ridarmi la mano?... se preferisce guardarla ancora può benissimo farlo, ma non le consiglio di muoverla troppo, o piegare le dita, oppure... -

-...tieni. - fece il ragazzo, per tutta risposta, inorridito. Sebastian prese la mano, e andò a sedersi sul divanetto presente nella stanza. Ciel osservò con attenzione ogni suo movimento, con stupore, osservò la calma e la rassegnazione con cui compì meccanicamente determinati gesti.

Estrasse da una tasca interna della giacca della polvere scura, che il ragazzo riconobbe essere la polvere delle piume che lui gli aveva tagliato. Ne fece scivolare un po' nel guanto, che emise una strana luce. Si portò la mano al polso e in un attimo essa si riattaccò al corpo, ricominciando anche a funzionare perfettamente.

Ciel osservò le dita di Sebastian che si muovevano, come se non si fossero mai staccate.

-Sebastian - esordì. -Ti rendi conto che ora non puoi più rimandare le tue spiegazioni? -

Il maggiordomo nero annuì.

-Probabilmente no. -

Il ragazzino si sedette al suo fianco. -Dimmi tutto. Voglio sapere ogni cosa. -

Sebastian si prese la testa fra le mani, e cominciò.

-Ciel, volevo cambiare. Volevo essere diverso. Ti ricordi di quando ti ho detto che una volta i demoni erano angeli? -

-Me lo ricordo.-

-Ebbene, speravo di riuscire a diventare... migliore, per te, per salvarti, perché insieme a te io ho visto l'orrore della natura umana, e credo che i tuoi occhi non meritino di vedere ciò che hai visto. Tutto è cominciato con Finnian... cioè, non era proprio Finnian... in realtà era un angelo travestito da Finnian... -

Ciel era più confuso di prima.

-Sebastian, probabilmente raccontare storie non è esattamente il tuo forte. - gli fece notare. -Non riesco a seguirti. -

Sebastian prese un sospiro e ricominciò daccapo a narrare la storia, cercando di fare più ordine.

-Dunque...Un angelo, travestito da Finnian, mi ha fatto toccare un fiore incantato che mi ha fatto capire i miei veri sentimenti. Non volevo tuttavia arrendermi all'idea di volerti bene, all'idea di voler bene ad un umano. Ma, quando non sono riuscito a prendere la tua anima, e mi sono reso conto che mai ne sarei stato capace, ho chiesto all'angelo che mi aveva dato il fiore di togliermi definitivamente i poteri da demone, in modo che non avrei potuto più fare del male a te o a nessun altro. Avrei smesso finalmente di nutrirmi di anime innocenti.-

Ciel lo guardò con ammirazione. Era veramente un desiderio nobile. Era stato davvero lui ad ispirare tali sentimenti in Sebastian?

-Ma non è andato come speravi, vero? - domandò, con voce rotta. Perché era chiaro, dal modo in cui parlava e da quanto era appena accaduto, che qualcosa era andato storto nell'apparente brillante piano di redenzione di Sebastian. Infatti, il demone annuì. -Sì, Ciel. Le cose non sono andate come speravo. L'angelo mi ha ingannato. -

Ciel trasalì.

-Gli angeli... possono ingannare? -

Lui annuì. -Purtroppo sì. - sospirò. -In realtà, la colpa è solo mia. -Sono stato io a farmi ingannare, perché... l'angelo non ha mai mentito. -

UNA VOLTA I DEMONI ERANO ANGELIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora