Capitolo 4

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L'alba sorgeva su Napoli ed io ovviamente non avevo chiuso occhio, sia per Ciro sia per Valletta.
Perché gli incubi devono inseguirti ovunque tu vada? Perché non possono semplicemente scivolare addosso e andare nel dimenticatoio? Che ho fatto di male per meritare questo? Capisco di non essere stata sempre perfetta nella mia vita, ma infondo chi lo è? Nessuno.
Se ho paura? Certo che si. Non so cosa mi aspetti la vita adesso, non so nemmeno come lo dirò a mio fratello, ma per fortuna anche oggi sono più forte delle mie paure.

Sono ormai le 9, e dopo essermi rigirata nel letto qualche ora decido di alzarmi e andare a fare una doccia.
Finita la doccia e dopo essermi vestita, scendo a fare colazione e sono già tutti a tavola. Ottimo.
Io:"Buongiorno." Dico sorridendo a tutti e prendendo la mia tazza. Dopo anni, è ancora là, conservata come sempre. Alcune cose non cambieranno mai.
E.C:"Vi siete rimessi insieme?" Chiede Edo, dal nulla, indicando me e Ciro.
Io sputo il latte ed a Ciro vanno di traverso i biscotti, andiamo bene.
Io:"Perché?" Chiedo ancora stupita.
E.C:"Vi ho visti dormire insieme sta notte e ho pensato foste tornati insieme." Dice facendo spallucce.
Effettivamente stiamo insieme o no? Decido di stare zitta e aspettare che risponda lui.
C.R:"Abbiamo deciso di riprovarci, tanto sappiamo tutti quanti che le cose tra noi non cambieranno mai." Dice prendendomi la mano ed io avvampo. Insomma, è sempre Ciro Ricci, il bad boy.
I ragazzi si congratulano con noi, per poi sparecchiare e sparire nelle proprie stanze.

Guardo questi ragazzi e mi viene in mente solo una parola: famiglia.
Famiglia non è chi ti ha portato in grembo, non sono i legami di sangue. Famiglia sono le persone con cui cresci, quelle che si prendono cura di te, quelle con cui non devi indossare maschere perché non ne hai bisogno, perché sai che per loro sarai sempre fantastica, qualunque cosa tu stia passando. Famiglia sono le persone che ti supportano e sopportano, che ti rialzano dai tuoi momenti bui.
Loro sono la mia famiglia, da sempre.

La mattinata passa tranquillamente e dopo il pranzo decido di andare a fare la spesa dato che quegli animali si mangiano qualsiasi cosa, pure le gambe del tavolo se potessero.
Mi dirigo in macchina al supermercato e dopo aver comprato tutto, decido di fermarmi in un bar sul lungomare a bere un caffè.
Mi è mancata la mia città, certo Milano è Milano, ma l'aria di Napoli è tutt'altra cosa.
Il mare, via Toledo, la galleria Umberto, i Quartieri Spagnoli, il Vomero, la vista di San Martino, Posillipo sono luoghi e sentimenti che niente e nessuno potrà mai eguagliare, nemmeno una delle città più importanti d'Italia.
Al ritorno dal mare un incidente blocca la strada, quindi per tornare a casa devo fare un giro lunghissimo passando per Scampia. Non ho paura a passare in quelle zone dato che non sono nessuno che possa nuocere agli affari dei camorristi, ma un po' d'ansia c'è sempre, sono comunque brutte zone.
Mentre sono ferma ad un semaforo ad ascoltare la musica e ad aspettare che scatti il verde, sento bussare al finestrino. D'istinto blocco le portiere e successivamente mi giro, vedendo un ragazzo mai visto prima, mi fa cenno di abbassare il finestrino e siccome mi fa parecchio paura e ho paura di una ritorsione lo ascolto.
Abbasso il finestrino e lui inizia a parlare.
X:"Stai attenta a dove passi piccola, ricordati che Luca ti pensa sempre." Mi dice prima di andarsene con la sua moto.
Le sue parole mi lasciano interdetta, ma decido di non farmi influenzare e andare a casa.
Mezz'ora dopo, fortunatamente, arrivo sotto casa e mentre tengo le borse della spesa noto una sagoma vicino al cancello d'entrata, che però non riesco a riconoscere subito dato che è buio.
Continuo a camminare verso il cancello quando quella stessa sagoma mi chiama per nome, così mi giro e vedo l'ultima persona che avrei voluto vedere in vita mia: Luca Valletta davanti al cancello di casa mia. Che cazzo ho fatto di male? Ovviamente quando sono sola si fa vivo, vigliacco.
Io:"Che cazzo vuoi? Lasciami stare." Dico a denti stretti.
L.V:"La piccola Conte ha preso coraggio vedo, ma non abbastanza a parer mio." Dice con un ghigno malefico in volto, e questa è anche l'ultima cosa che mi ricordo prima di vedere tutto buio.

Il migliore amico di mio fratello 2/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora