Capitolo 9

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Pov's Azzurra, Parigi

Le settimane qua volano, mi ambiento ogni giorno di più e la mia nuova vita mi piace da morire.
Ho tagliato qualsiasi legame con il passato, ad eccezione ovviamente di Edoardo e Carmine, che in queste tre settimane ho sentito tutti i giorni.
Sono felice, ho un lavoro che amo e degli amici che mi fanno sentire a casa mia anche a migliaia di chilometri da casa.
Ho sempre un pensiero costante, ovvero Ciro. Lui non va via, non andrà mai via, non può andare via l'unica persona in grado di farti battere il cuore. Ho bloccato il suo numero e non chiedo niente di lui ai ragazzi, ma vorrei tanto sentirlo.
Non ho smesso di pensarlo,
vorrei tanto dirglielo. Vorrei scrivergli che mi piacerebbe tornare, che mi manca e che lo penso. Ma non lo cerco. Non gli scrivo neppure ciao. Non so come sta, e mi manca saperlo.
Ha progetti? Ha sorriso oggi? Cos’ha sognato? Esce? Dove va? Ha dei sogni?
Ha mangiato? Mi piacerebbe riuscire a cercarlo. Ma non ne ho la forza.
E neanche lui ne ha. Ed allora restiamo ad aspettarci invano. E pensiamoci. E ricordami. E ricordati che ti penso, che non lo sa ma lo vivo ogni giorno, che scrivo di lui. E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse. Ed io lo penso, ma non lo cerco. Lo porto ovunque, anche se non è con me. Lo porto insieme a me quando giro le vie di Parigi, quando vado ai musei o quando visito la Tour Eiffel.
Sono scappata senza aver chiesto spiegazioni, e forse avrei dovuto farlo per capire molte cose.
In questi giorni l'ho pensato molto e mi chiedevo chi fra i due avesse sbagliato, se io oppure tu. So che ho davvero un brutto carattere e tu sei all’apparenza così forte ma dentro così fragile, che con un abbraccio si sentono tutte le tue paure e le tue sofferenze. Mi chiedevo se avessi sbagliato io a crederci troppo, per una che non crede a niente. Oppure se avessi sbagliato tu, sembravi così sincero e invece volevi solo una compagnia per la solitudine che ti porti dentro. Mi chiedevo se avessimo potuto evitarci quel giorno, ma come si fa ad evitare un sorriso così? Mi chiedevo se avessimo potuto aggiustare tutto, non arrivando a questo punto, tu mi eviti e io sto male anche se non lo do a vedere, ti evito io e stai male tu. Mi chiedevo se senti ancora la mia mancanza, nelle giornate di pioggia o quando guardi il cellulare e non ci sono né le mie chiamate né i miei messaggi. Se cerchi il mio profumo tra le altre. Se quando cammini in strada da solo, non senti il bisogno delle mie mani che stringono le tue. Se quando vai a dormire, non pensi prima a come ti piaceva quando ti baciassi e ti toccassi. Se alle 2.30 del mattino, non ti viene voglia di chiamarmi per sentire la mia voce e ridere insieme mezzi addormentati. Se quando i ragazzi parlano, non ti perdi almeno un po’ per pensare a quanto ti piaceva così tanto stringermi a te. Mi chiedevo se hai ancora paura di perdermi e se ti vengono i crampi allo stomaco quando mi pensi con un altro. Mi chiedevo se tra tutta questa merda, mi sceglieresti ancora. Perché io, lo farei. È vero che non ti accorgi del valore di qualcuno fino a quando non lo perdi, ma ho dovuto fare questa scelta obbligata dalle circostanze, lui mi mancherà sempre ma non posso più dargli il potere di distruggermi.

Gab:"A cosa pensi?" Mi chiede Gabriel mentre è comodamente sdraiato sul divano di casa mia. Ha litigato con il fidanzato e da una settimana sta a casa mia.
Io:"A niente, tranquillo." Dico fingendo un sorriso, ma veniamo interrotti dal suono del citofono.

Io:"Chi è?" Chiedo stranita, solitamente non viene mai nessuno a trovarmi.
Gabriel mi guarda con un sorriso soddisfatto, chissà che ha combianto.
X:"Sono Ciro. Apri per favore."
Ciro Ricci è qui ed io non sono pronta. Come ci è arrivato qua? Gabriel! Sicuramente è colpa sua!
Guardo così male il francese che se uno sguardo potesse bruciare lui sarebbe già cenere.
Apro il portone a Ciro e aspetto che salga, quando lo vedo il mio cuore fa una capriola ma devo trattenermi.
C.R:"Azzurra.." Ha le lacrime agli occhi, occhi contornati da occhiaie e all'apparenza stanchi e vuoti, come un tempo. È tornato lo stesso di un tempo? Spero di no, non potrei mai perdonarmelo.
Io:"Entra pure." Dico tenendo un tono duro, anche se il tremolio alla voce mi tradisce.

Sarà una giornata lunghissima.

Il migliore amico di mio fratello 2/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora