Capitolo 10

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Sono nel mio salotto con Ciro da più di un'ora e nessuno dei due ha intenzione di parlare. Non so cosa dirgli, non so cosa vuole sentirsi dire, non so perché è venuto ed il problema è che non so nemmeno se m'interessa.

Ciro non cambia, non cambierà mai, sarà sempre quell'egoista che non mi capirà mai fino in fondo.

C.R:"E così è qua che sei venuta a stare." Dice guardando schifato qualsiasi cosa.
Io:"Evidentemente." Sputo acida.
Lui mi guarda male, come se le mie parole lo facessero arrabbiare, ma allora che se ne vada al diavolo e mi lasci in pace!
C.R:"Perché non torni a Napoli con me? Cosa ci fai qua? Non hai niente e nessuno qui, a Napoli hai tutti noi. Hai me."
Io:"È questo il motivo per cui sono venuta qua. A Napoli ho voi, è vero, ho mio fratello ed il mio migliore amico e si, ho anche te. Ma se tu dici di amarmi, devi imparare a comprendere che devo realizzare i miei sogni, i miei obiettivi, non sarò mai una di quelle persone che metterà da parte i propri sogni per un ragazzo, nemmeno per te Ciro. Io ti amo, come potrei non farlo? Ma quello che siamo stati a cos'ha portato? Cos'abbiamo costruito insieme? Niente. Non abbiamo una stabilità, non possiamo pretendere di portare avanti una relazione così importante quando sappiamo benissimo entrambi che per la minima stronzata litighiamo. Dobbiamo trovare entrambi qualcuno che ci dia stabilità emotiva, che non ci faccia svegliare la mattina piena di dubbi, che capisca che noi veniamo prima degli altri. Tu non hai sogni che vuoi realizzare? Non ti sei posto un obiettivo? Beh, io si. Io sognavo e sogno tutt'ora di girare il mondo, sogno di lavorare in una grande casa editrice e di fare carriera. Sogno di vedere Edoardo felice, pieno di soldi e rilassato. Questo sogno Ciro, e per adesso tu non fai parte di questo sogno, ti sei autoeliminato."
Queste parole fanno male tanto a lui quanto a me, ma se non avessi usato parole così dure non avrebbe mai capito, anche se penso che anche così non abbia capito del tutto.

C.R:"Sei tu il mio sogno Azzurra. Creare una famiglia con te è il mio sogno, sposarti, avere dei mini te che corrono per casa, passare le giornate a lavorare sapendo che, una volta tornato a casa, ci sarai tu ad aspettarmi, appena tornata da lavoro e stanca morta, ma non abbastanza stanca da non voler fare l'amore con me. Io non sono niente senza di te Azzurra, tu mi hai salvato quando ero solo un ragazzino, mi hai fatto capire che esiste un mondo all'infuori della criminalità, mi hai preso per mano e mi hai portato a vedere quel mondo bellissimo, per poi farmi rendere conto che quel mondo era bellissimo per il semplice fatto che c'eri tu con me. Tu sei sempre stata il mio arcobaleno, e so che sono stato uno stupido egoista e solo vedendo quanto stai bene qua l'ho capito e mi dispiace. Io ti amo Azzurra, ti amerò sempre. Adesso sono qua, puoi scegliere se faccio parte del tuo sogno oppure no, ma voglio che tu sappia che, qualunque decisione tu prenderai, io ti lascerò realizzare tutto quello che vorrai, anche se ci vorranno anni io ti aspetterò, perché è giusto così."

Le sue parole mi colpiscono, non avrei mai pensato che sarebbe arrivato a dire queste cose. Forse è maturato davvero, ha capito cosa significa amare una persona e ha capito che, qualunque cosa accada, non potremmo mai separarci.
Mi avvicino a lui per prendergli la mano ma, appena mi sposto, sento un rumore incredibile provenire dalla porta, che mi fa prendere uno spavento enorme.
Mi avvicino alla porta con un mestolo in mano, anche se non è un'arma potente ma almeno è qualcosa.
La scena che mi si para davanti è esilarante: ci sono Edoardo, Carmine, Filippo, Pietro, Ezio, Beatrice, Gabriel, Totò e Gianni uno sopra l'altro.
Scoppio a ridere e vengo raggiunta da Ciro che li guarda male.

C.R:"Menomale che vi avevo detto di andare a fare un giro!" Dice fingendosi arrabbiato, anche se sappiamo bene tutti quanti che non lo è.
E.C:"Era più interessante origliare." Dice Edo ridendo sotto i baffi dopo essersi alzato.
Abbraccio tutti quanti e li faccio entrare, cosi si accomodano tranquillamente sui divani.

Io:"Che ci fate tutti qua?" Chiedo sedendomi accanto a mio fratello.
F.F:"Secondo te? Volevamo assaggiare la cucina francese ovviamente." Dice Filippo più serio che mai, guadagnandosi un'occhiataccia da tutti i presenti.
C.D.S:"Ferrari sei un cretino. Siamo qua perché ci mancavi e poi far ragionare uno scimmione non è mai facile, quindi non potevamo perderci questo avvenimento!" Ciro gli tira uno scappellotto amichevole per poi ridere.
Io:"Quanto state?"
P.R:"Tre giorni tranquilla, poi ti lasciamo stare."
Io:"Ecco bravi, che io devo lavorare! Comunque, potete stare qua. C'è spazio per tutti. Beatrice vuoi stare in stanza con me?" Mi pento di averlo chiesto quando noto la sua mano intrecciata a quella di Totò.
Io:"Okay, forse non vuoi stare in stanza con me." Dico ridendo, seguita dagli altri.
C.R:"Ci dormo io con te." Afferma Ciro.
Io:"Mh non so sai? Magari dormo da sola." Dico prendendolo in giro.
Lui mi guarda intensamente con i suoi occhi color pece per capire se sto mentendo e quando mi spunta un piccolo sorriso sulle labbra, sorride anche lui.
G.V:"Ci dormo io con te Azz!"
C.R:"Se ci provi ti taglio le gambe." Dice puntandogli un dito contro, che scemo.
Io:"Tranquillo baby Ricci, dormo con te." Dico abbracciandolo forte, mi era mancato il suo profumo.
Lui annuisce soddisfatto e fa il dito medio a Gianni, poverino.
E.C:"Sei un bambinone Ciro."
E.D.S:"Un sottone vorrai dire." Dice Ezio scoppiando a ridere, seguito a ruota da tutti noi.
Sono contenta che anche lui sia cambiato, è sempre stato una testa calda rispetto a Carmine, ma fortunatamente è riuscito a migliorare.

Negli anni abbiamo imparato a convivere con i nostri difetti, con le nostre lune storte, con i nostri guai e con i nostri fantasmi del passato ed è grazie a questo che siamo cresciuti tutti insieme.

Il migliore amico di mio fratello 2/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora