Jake mi guardava, ma era come se il suo sguardo mi trapassasse, come se cercasse qualcosa o qualcuno dietro di me, si è allontanato dalla porta per farmi entrare poi dopo essersi affacciato di fuori è entrato anche lui.
Glielo leggevo negli occhi che era arrabbiato, ma avevo paura di ciò che avrebbe potuto dire o fare in quel momento, quindi a testa bassa sono andata verso le scale, stavo per salire il primo gradino quando ho sentito Jake schiarirsi la voce e avvicinarsi a me:"Beh mi sembra giusto arrivare alle 3 del mattino,forse se avessi aspettato che chiudessero sarebbe stato anche meglio!" , ha detto squadrandomi dalla testa ai piedi come se non mi avesse mai vista.
"Ti ho chiamato varie volte ma non rispondevi, ho richiamato ma niente,il telefono squillava ma tu non rispondevi lo stesso" ho detto girando l'anello attorno all'anulare.
"Vedo che non ti sei fatta mancare niente!" ha detto con disprezzo;
"Cosa intendi? " gli ho chiesto perplessa;
"Intendo il ragazzo che ti ha accompagnata" ha detto avvicinandosi di più, ma io ho insistito:"Ripeto ti ho chiamato ma non rispondevi, non avevo alternativa, lui si è offerto di riaccompagnarmi e io ho accettato anche perché non avevo altra alternativa".
Mi si è avvicinato ancora di più,finché non ho cominciato a sentire il suo respiro sulla pelle, ci guardavamo negli occhi, i suoi così freddamente blu e i miei così tremendamente spaventati color nocciola; mi ha afferata per il braccio destro e mi ha strattonata.
"Per caso mi prendi per il culo? Mi hai preso per coglione? " ha detto con gli occhi sgranati e pieni di rabbia, poi ha continuato:"A che gioco stai giocando? Chi è quello è cosa voleva?"
Continuavo a guardarlo negli occhi senza reagire poi ad un certo punto:"Jake mi fai male al braccio, non ho fatto niente di male, ti prego lasciami il braccio, mi era venuto un attacco di panico e tu invece di rispondermi sapendo il rischio che potevo correre e i pericoli in cui mi potevo imbattere,mi hai lasciato andare da sola e in più non mi hai né chiamata né cercata,lui ha visto che ero in difficoltà e ...".
Neanche il tempo di finire la frase ed ecco uno schiaffo, sentivo le guance bruciare ed gli occhi riempirsi di lacrime, ma non gli ho detto nulla, come sempre,non potevo, non potevo dargli un cazzotto oppure prendere le mie cose e andarmene, non potevo, se mai mi fossi azzardata a farlo mi sarei trovata fuori di casa e fuori dalla sua vita, per sempre; non avevo un posto in cui andare e nessuno da cui stare, ecco probabilmente era questo ciò che mi legava a lui, mi offriva vitto e alloggio e io in cambio gli offrivo me stessa. Jake mi piaceva e anche tanto e forse se non fosse stata per la sua gelosia la nostra storia sarebbe stata perfetta, ma purtroppo c'era lei in mezzo a noi, era un demone che lo mangiava da dentro e che mi distruggeva rendendoli la vita un inferno,era una malattia la sua, ma non mi sono mai permessa di dirgli di curarsi anche se avrei voluto, avrei voluto aiutarlo ma non me lo permetteva.
Ho cominciato a piangere, mi sentivo così stupida, perché piangevo? Perché stavo ancora con lui? Tante domande ma nessuna risposta, mi sentivo ridicola in questo momento come una bambina, perché non reaggivo? Perché non lo mandano al diavolo una volta per tutte? Avrei tanto voluto farlo, avrei tanto voluto respingerlo via,lontano da me, ma lui mi teneva, sia fisicamente che moralmente stretta a sé, mi imprigionava non lasciandomi nessuna via di fuga.
Se ne stava lì a vedermi bruciare, si bruciare, perché era quello ciò che facevo, bruciavo dentro,morivo dentro ma lui non lo sapeva o forse lo ignorava, a volte mi sembrava così stupido a non rendersi conto del male che mi arrecava quando mi trattava così; sembrava che gli piacesse il modo in cui soffrissi, se ne stava lì seduto per terra davanti alla porta a sentirmi piangere senza proliferare parola.
Non potevo dirgli tutto quello che pensavo di lui e della nostra storia;no, non potevo, sarebbe stata la mia fine,la nostra fine.
Non potevo dirgli come mi sentivo non avrebbe capito,o probabilmente avrebbe fatto finta di non capire, mi avrebbe dato ragione, ma poi come sempre avrebbe fatto la stessa cosa.
Ogni suo sguardo,era per me una coltellata dritta al cuore, con lui non riuscivo a respirare,l'unica cosa che ogni essere umano può e deve fare per sopravvivere, io non ero capace a fare o perlomeno in sua presenza,perché con lui ogni cosa che facevo non andava bene, per lui ogni mia mossa o parola era assolutamente sbagliata.
Sapevo che stava male, ma lui non sapeva quanto io ci stessi male, aveva promesso di non mettermi più le mani addosso, ma ha infranto la promessa, aveva anche promesso di non ferirmi mai più ma ha infranto anche quella.La mia storia con lui era come un disco rotto, con lui era tutto un dejà vu, per me lui rappresentava il male, l'unico stato d'animo che mi faceva provare era l'ansia, questo era il suo modo di amarmi o di uccidermi pian piano,i due comportamenti per me erano la stessa cosa con lui.
Mi si è avvicinato:"Non volevo, non era mia intenzione ma l'ho fatto e mi dispiace da morire, ti amo e lo sai, faccio delle cose che non vorrei fare, ma purtroppo le faccio e me ne pento ogni volta amaramente,sono caduto di nuovo nel mio errore, ho sbagliato, vorrei tanto avere la macchina del tempo per tornare indietro e non fare quello che ho fatto; non sono di buon umore e lo sai, non mi sto giustificando credimi,ma ora nemmeno tu sei di buon umore; questo è il mio modo di amarti, questo è il nostro modo di amarci, ti prego non piangere..." mi esortava, poi ha ripreso:"Mi fai sentire peggio di quanto non mi senta ora, è colpa mia, è tutta colpa mia e lo so,ma ora guardami negli occhi" ha detto alzandomi il mento per guardarmi bene in faccia:"Se mai dovessi arrabbiarmi di nuovo piccola,spero con tutto il cuore che non accada, ti prometto che gli schiaffi li tirerò contro il muro e che gli insulti li dirò davanti allo specchio; so che non ci credi" ha detto asciugandomi le lacrime dal volto:" Ma so che ci devi credere,te le prometto piccola che cambierò, ci roverò a farlo solo per te, non rifarò mai più quello che ho fatto oggi mai, parola mia".
Ho sforzato un sorriso, rendendo mi conto di assistere all'ennesima promessa che non manterrà,l'ennesimo giuramento che spezzerà;mi ha dato un bacio sulla bocca poi uno sulla fronte e mi ha stretto la mano mentre salivamo insieme le scale per andare in camera.
SCUSATEMI EVENTUALI ERRORI E GRAZIE DI LEGGGERE LA MIA STORIA
