Parte 7

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Gabriele;

Una volta Serena mi disse che la mia faccia che facesse paura. Non nel senso dell'avere un brutto muso, ma credo sia colpa della mia espressione. Diceva essere truce, troppo seria... che non sembrava appartenere a un ragazzino come ero. E un po' mi dispiace, perché la vita dell'adolescente tutto sommato mi è sempre piaciuta. Nullafacente... si può fare tutto quello che si vuole senza essere punito legalmente in modo troppo grave. Si può bere senza dover pensare alla patente, si può fare sesso senza preoccuparsi di dover sposare quella ragazza, si può fare tardi la sera senza pensare al lavoro che ti aspetterà domani, si può menare chi ti sta sui coglioni senza preoccuparsi di essere denunciato per aggressione. L'unico ostacolo alla tua libertà sono i tuoi genitori, ma per me è una cosa di poco conto. Mio padre ha sempre avuto l'altra sua famiglia alla quale pensare, almeno da quando io ho cominciato ad uscire la notte e mia madre è sempre stata poco accorta e comunque non ha mai dimostrato particolare interesse nella mia educazione. Comunque sia quando Serena mi disse della mia faccia... un po' ancora adesso se ci ripenso mi sale il fastidio. Mi guardo allo specchio e vedo la solita espressione da idiota che credo di avere da sempre. Nulla di più, sinceramente. Lei invece l'aveva associata alla gente che frequentavo fino a qualche mese dopo che ci fossimo messi insieme. All'inizio adorava la mia immagine da teppistello e io adoravo le sue curve, quindi non ci ho neanche mai pensato a cambiare per piacerle di più. Ma poi è passato del tempo e Serena ha cominciato a storcere il naso quando tornavo a casa ubriaco o con un occhio nero per l'ennesima rissa. Va bene, non ero il più brillante esempio del ragazzo sobrio ed equilibrato ma non mi sentivo proprio uno scherzo della natura. Qualche tempo dopo ho notato che Serena cominciava ad interessarsi di più alla vita sociale diurna e alle persone mature piuttosto che alle mie bravate, che al massimo facevano allupare qualche minorenne minorata. Io amavo Serena e forse non ho ancora smesso di farlo, così decisi di lasciare il vecchio gruppo, le vecchie abitudini. Alcuni mi hanno imitato, altri no e hanno continuato a fare a botte e a tirare di coca. Io no, io ho mollato tutto. È finita che io e Matteo ci siamo allontanati per parecchi mesi, dopo una rissa che aveva dell'incredibile per due mocciosi. Ma a lui Serena non era mai piaciuta. Abbiamo ricominciato ad uscire insieme solo quando le cose con lei cominciavano ad essere più leggere, quando la nostra relazione era diventata stabile e Matteo aveva cominciato a conoscere qualche amichetta della mia ex ragazza. Anche lui ha mollato quella vita. Non posso certo dire che ora siamo due modelli di esistenza, ma siamo pur sempre meglio di prima. Certo, ancor adesso il passato ci perseguita, nel senso che talvolta vecchie conoscenze ancora ci minacciano di botte e altro... ma siamo così bravi che ci riesce anche di ignorarli. In un certo modo Serena ha cambiato tutti e due. Siamo diventati più grandi, più in gamba forse. Poi lei mi ha lasciato. E ancora adesso sento il bisogno di una striscia per spegnere il cervello.

Apro la porta di casa con un leggero giro di chiavi e Matteo mi guarda intensamente, dietro di me, davanti al suo portone.

Sbuffo – che hai? -

Lui sorride, ammiccando– è carina...-

Alzo le spalle – se intendi Laura si, lo so – quasi sorrido, pensando al leggero bacio che mi ha stampato sulla guancia, uscendo da scuola, prima di scappare via tutta rossa in viso.

Matteo si pulisce sbrigativamente le scarpe sul tappettino d'ingresso – ho sentito dire in giro che è una facile. -

- mah, a me più che facile sembra solo terribilmente tonta. -

- come ti pare... però è carina!-

gli do le spalle – vabbè, prima o poi me la scopo, ok? Così sei soddisfatto? -

Mi da una pacca sulla spalla – beh dire di sì vecchio porco. Ora vado a magiare – fa un sorrisone inquietante e io rabbrividisco – e poi chiamo la mia donna – mi aspettavo più un 'chiavo la mia donna' da Matteo, nulla ormai mi stupisce della sua volgarità – stasera sto con lei, salutami tu gli altri. -

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