Anita;
Mi siedo quasi accasciandomi sul muretto lungo le scale, nel cortile interno della scuola. Oggi inizia il nuovo anno, il terribile 10 settembre è giunto... e già sono stufa. A scuola me la sono sempre cavata bene e, sinceramente, non ho neanche mai faticato eccessivamente per la mia media. Sono quel tipo di persona che riesce più o meno in tutto, ma non eccelle in nulla. A parte le materie scientifiche come la biologia e la chimica. Lì, non per vantarmi, ma posso dire di essere una delle poche persone nella storia della scuola che è riuscita a ottenere un otto in pagella nonostante insegnanti infidi come la Ruanti e Berna.
Della mia scuola non c'è poi molto da dire... un liceo come un altro, mezzo disadattato, con il cortile che sembra un cimitero di sigarette o un ritrovo del sert, le aule che cadono letteralmente a pezzi e i muri non stablili. Il teconolocigo non è che un indirizzo secondario delle ITI e, in quanto tale e meno rilevante, gli hanno affibbiato la seconda sede, ossia quella che dovrebbero demolire fin da quando la frequentava mio padre. I professori non sono poi tanto meglio, uno o due se ne salvano, ma gli altri o sono i tipici uomini di mezza età che non accettano la loro data di nascita e cercano di imitare i loro studenti dell'abbigliamento e nel modo di palrare, o hanno un piede nella fossa.
Cerco distrattamente le sigarette nello zaino e tolgo l'accendino dalla tasca, mentre rabbrividisco leggermente per l'aria fresca che tira di prima mattina. Molti compagni sono tranquillamente in maniche corte ma io sono sempre stata piuttosto freddolosa, nonostante abbia sempre vissuto a Bolzano. Qualcuno passa e mi saluta amichevolmente, chi con un cenno della mano chi con una pacca sulla spalla e quelli in classe con me mi accerchiano, con le solite domande di rutine.
- che hai fatto nelle vacanze? -
Alzo le spalle - nulla di eclatante. Sono andata con i miei a trovare dei partenti che ora stanno in Francia -
Silvia, una delle poche ragazze delle mia classe, accenna appena un sorrisetto strafottente - Francia? nella tua famiglia tutti poveretti, eh? -
Faccio una smorfia disgustata. È in classe con me dalle elementari e non ho ancora capito il momento preciso in cui sono entrata nelle sue antipatie... forse quando mentre lei si vantava di avere già il seno con i ragazzi più grandi deridendo noialtre, io le rovinai tutto rendendo noto che quello che c'era dentro il suo reggiseno altro non era che carta igienica.
- che ci vuoi fare? Ognuno ha i suoi problemi... - la liquido così, concentrandomi invece sul modo ridicolo in cui ho parcheggiato il motorino. probabilmente ho anche io parecchie manie di protagonismo, nonostante l'apparenza.
- se vuoi chiamo il carro attrezzi per farlo uscire dal quel buco nel quale sei riuscita a infilarlo -
Rido apertamente, buttando la sigaretta finita a terra, a far compagnia agli altri cadaveri.
Maria sale le poche scale lentamente, i soliti Reyban in faccia e i corti capelli più corvini e sconvolti del solito. Maria è una di quelle persone che rientrano nella categoria 'alternativi', per il look eccentrico, quasi sempre in nero e il modo di fare un po' scostante. Ci conosciamo fin dalle medie e da subito mi è piaciuta. È una bella ragazza, intelligente e perfettamente conscia delle sue capacità. Tra le nostre conoscenze è sempre stata la prima a fare le cose: il primo pircing, la prima tinta, il primo tatuaggio, i primi tacchi... il ragazzo più carino della scuola. Ci ha sempre superate tutte in tempismo. Ma la cosa che più mi affascina in lei, oltre a due incredibili occhi da gatta, è il suo modo di fare, come se mai nulla le importasse davvero. Ma so bene che tiene a me, che mi considera una specie di sorellina minore. Sono sempre stata molto matura per la mia età, ma qualunque persona messa a confronto con Maria risulta essere infantile.
- lascia perdere - le dico - pensa piuttosto a te, che hai ancora problemi con l'autobus -
Fa un tiro veloce dalla sua sigaretta, prima di farmi quel suo solito ghignetto sadico - affatto. Luca ultimamene mi viene a prendere in macchina. Da quando ha la patente trova rilassante investire i pedoni e ogni occasione è buona -
Luca è il suo ragazzo fin dai tempi delle medie, ora ha quasi vent'anni, è una specie di musicista all'ultimo anno di conservatorio ed è cresciuto con me, visto che abitiamo a uno sputo di distanza. Effettivamente è anche stato il mio primo grande amore in senso platonico (in pratica io lo amavo da morire ma per lui era più interessante la superficie piatta di un muro che la sottoscritta), ma ho deciso di lasciar perdere quando mi si è presentato davanti con una stangona che più che una modella sembrava una teppista. Maria, appunto.- telefonami quando uscite di casa che mi rifugio sotto le coperte - dico.
Maria fa spallucce, con la sua solita calma placida - oh, non credere che i muri siano un problema per Luca... se si tratta di investire persone ti potrebbe illustrare un romanzo - si guarda intorno seria e composta ed io sorrido appena, perché so esattamente cosa sta fissando con quell'espressione imbronciata. Una curiosa ragazzina che corre nella nostra direzione rischiando di inciampare nelle sue stesse scarpe a ogni passo, precisamente
- Laura ha finalmente deciso di darsi allo sport? -
Scuoto il capo - no, no. È dedita solo alla pigrizia. Quest'estate ha cercato di fare spinning, ma si è innamorata dell'istruttore e ha deciso di mollare tutto quanto ha scoperto che lui era gay -
- il solito insomma -
Laura ci arriva affianco con il fiato corto, quasi stia per lasciarci le penne dopo neanche cento metri di corsa appena accennata, i capelli castani sconvolti e un bella abbronzatura fresca di mare - parlate male di me? -
- che te lo fa pensare? - dice Maria, sogghignando guardandola. Maria e Laura sono più o meno agli antipodi come persone... una alternativa di principio, l'altra innamorata della moda. Una seria e composta, l'altra svanita e chiacchierona. Sinceramente neanche io ho mai capito come mai siano amiche, ma Maria una volta mi ha detto che la sopporta solo perché in mezzo ci sono io. Mi sento una specie di intermediario... ma sono le mie migliori amiche, per quanto strano possa essere il loro rapporto. Infondo so che ci tengono una all'altra... o almeno lo spero.
- non ti ascolto neanche, tu sai solo essere antipatica - fa Laura, poi mi abbraccia e mi stampa un bacio sulla guancia. A Laura si può dare un età compresa tra i venti e i sei anni, tanto è si ben fatta... ma altrettanto fanciullesca e ingenua.
Le scompiglio appena i capelli, alzandomi da dove sono seduta - dai, andiamo in classe - dico, tanto più per convincere me stessa che le altre. Butto lo zaino sulle spalle ed entro nell'atrio, seguita dalle mie amiche.
Maria smanetta con il cellulare (lei stessa ha abolito la regola di metterlo anche solo silenzioso in classe e i professori, dopo la decima nota, ci hanno rinunciato) e Laura mi saltella tutta contenta affianco, come una specie di mascotte.
La guardo curiosa - che hai da essere tutta frizzante di prima mattina? -
Lei si esibisce in un sorriso a trentaquattro denti - non lo immagini? -
- no. Ti sei trovata il ragazzo decente finalmente? -
Fa no con la testa ma non smette di sorridere. Strano... mi pareva di averla sentita piagnucolare qualcosa al telefono tipo lui-idiota-lasciato-sigh e via dicendo - hai idea di chi entra nella nostra classe da quest'anno? - neanche aspetta la mia risposta e batte le mani tutta eccitata, sprizzando gioia da tutti i pori - Boriani! -
Sbatto gli occhi - ma va?! L' hanno segato? -
Salta l'ultimo gradino delle due odiosissime rampe di scale e mi fa uno strano gesto con la mano, come se dovesse liberarsi do un fastidioso insetto - tanto meglio, no? Così io stessa mi occuperò della sua integrazione -
- secondo me ti scarica anche questo - Maria spalanca di botto la porta della nostra classe, la IVD e quasi devo raccogliere Laura da terra quando la figura del suo ideale di uomo perfetto dalla prima liceo si manifesta a noi, stravaccato in un banco in ultima fila, le lunghe gambe allungate sotto, i lunghi capelli color del grano palesemtne sconvolti, occhiali da sole ancora indosso forse a nascondere parecchie ore di sonno arretrato e una espressione talmente imbronciata da sembrare che lui preferisca la sedia elettrica che trovarsi a scuola.
Però! Non avevo mai in vita mia dato ragione a Laura su nulla ma qui devo proprio ricredermi. Su Gabriele Boriani girano un sacco di voci da sempre e ben poche sono buone, ma una devo ammettere sia assolutamente veritiera. Perché si, lui è davvero bellissimo.
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Tendi la mano
Genç KurguQuante volte, da bambini, tendevamo la mano verso il cielo per cercare almeno di sfiorare quel candido azzurro e saggiare la delicatezza delle morbide nuvole... quante volte tendevamo la mano per poter tenere vicino a noi le stelle, per addormentarc...