A rovina mij.

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Pov's Chanel.
Ho passato tutto il giorno a parlare con Silvia e Naditza, e devo dire che non sono per niente male.. anzi, mi sento anche un tantino in colpa per averle aggredite fin da subito ed essere stata una totale stronza.
"Sentit.. ve vuliv ricr na cos.", dico appena smettono di ridere per una battuta sul sesso da parte di Silvia.
"Ric tutt cos amo'.", dice Naditza.
"Me vuliv scusà cu vuje p ess stat na stronz all'inizio.. è difficile per me fare amicizia co caccrun. Quindi nient chest è, scusatm o ver.", abbasso gli occhi mortificata.
Sento che Silvia si alza dal letto dove era seduta e mi stringe in un caloroso abbraccio.
Purtroppo non riesco dopo la morte di Francesco ad abbracciare qualcuno che non faccia parte della mia famiglia, quindi rimango immobile come una statua.
"È acqua passata nennè!", mi sorride Silvia e Naditza annuisce in accordo con lei.
"Vabbuò allor, grazie.", sorrido per la prima volta in loro direzione.
"Uaaa e comm si addiventat dolce pccrè!", mi dice Liz, la sorvegliante, da dietro le sbarre.
Scoppio a ridere e la mando a farsi un giro, sempre in modo rispettoso.
Mentre continuano a parlare di cose insensate, mi esterno un attimo e mi fermo a guardare il mare fuori. Quanto mi manca. Ricordo che da piccola passavo ore intere in acqua, fino a quando le dita non mi diventavano bianche e si formavano delle piaghe. Amavo la freschezza dell'acqua e la sua profondità, il pericolo del mare, ma anche l'adrenalina che esso ti scaturisce.
Flashback.
1 anno fa, Pozzuoli.
"Dai Ciro lasciami!", urlo con le lacrime a gli occhi per le risate.
"Vuò o ver ca t lasc?", mi dice mentre indica sotto i miei piedi l'acqua, e che sarei caduta in mare se mi avesse lasciata.
"No c'agg ripensat ma lievt me stai tropp attaccat, puzzi.", lo provoco con la faccia più seria che riesco a fare.
"Sta strunz. E mo' t facc vrè ij!", e in un secondo mi ritrovo completamente zuppa dalla testa ai piedi.
"Piezz e merd!", gli prendo il piede e per ripicca lo faccio cadere in acqua insieme a me.
Inizia una sorta di battaglia che dura ore e ore, fin quando non usciamo stremati e mentre ridiamo dall'acqua.
Ci stendiamo sui teli da mare e io per rilassarmi chiudo gli occhi, beandomi del Sole che risplendeva quel giorno d'agosto.
"Comm si bell Chanè..", lo sento sussurrare.
Apro un occhio e gli faccio una linguaccia.
"Eh cu chell lingua ce facess tropp cos ca manc t'immagini."
Dio. Sento un calore pervadermi in tutto il corpo e presa da un impeto mi metto a cavalcioni sopra di lui, che mi tiene prontamente i fianchi mentre mi sorride ironico.
"Fino a 2 ore fa non puzzavo?"
Scoppio a ridere accarezzandogli il viso.
"No scè poi o mar t'a lavat."
Mi guarda offeso e io non faccio altro che ridere e sfotterlo.
Ad un certo punto mi guarda seriamente e si avvicina al mio viso.
"S t ric ca m piac? E che te vuless ra nu vas?"
Sorrido per sfotterlo.
"Da quando in qua mi chiedi le cose e non le fai e bas-
Mi bacia. Il nostro primo bacio, su una spiaggia, alle 20 di sera, con il sole che stava per scomparire e lasciava il cielo di un colore rosso pomodoro.
Era spettacolare; ma mai quanto lo era lui quel giorno.

Fine Flashback.
Eh già.. proprio bello il mare, bello e doloroso.
Sento qualcuno chiamarmi e mi giro, tornando finalmente alla realtà.
"Cià nennè, ij song Eduard, o miglior amic re Cir.", mi sorride da dietro le sbarre quello che sta sempre al suo fianco.
"C vuò u boss ra me?", domando con un sorrisino ironico, senza far intravedere i denti.
"U saij ca v'assomigliat trop? Sit du testard orgoglios ru cazz ca s mancn ma nun so ricn."
Vado su tutte le furie, ma stringo le mani per non far notare questo mio nervosismo. Mai farsi vedere deboli nella vita, lì ti colpiranno.
"Ma tu chi cazz sjj p ricm chest? T'agg fatt na domanda, c vuò Ciro? Mo vogl na risposta senza parol e trop, ca tu rind a sta storia nun c'azzecc nient.", lo guardo nel modo più gelido che mi riesce.
Nel mentre, Silvia e Naditza ascoltando tutto molto interessate, hanno addirittura preso qualcosa da mangiare ste cretine. In realtà se stessi assistendo ad una scena del genere lo farei pure io eh, ma dettagli.
"Nennè ij so vnut ca pcché c sta Ciro ca te vuò parlà, però so vnut pur p fa amicizia cu te. Vuliss a n'amic che tien e pall comm te rind a vita mij, over to ric nu cor nman.", mi sorride.
Alzo un sopracciglio. Io e lui amici? Mai. Lui è un suo amico, ed i suoi amici non sono i miei. A parte Pino, che da subito è stato gentile e si è presentato, forse solo per educazione, ma mi sembra una persona interessante e con la quale oltre le ragazze posso trovarmi bene a parlare e a stare.
Edoardo mi pare stia facendo un gesto forzato, solo per far avvicinare Ciro a me; cosa che non vuole lui, ma appunto, il suo capo.
Non so bene cosa fare, ma per ora non voglio alcun contatto nemmeno con lui.
"Stong ben accussì grazie, ric a Ciro che se mi vuole parlare viene qui e mi dice ciò che deve dirmi, ij nun song na donna re pulizie ca vag da u padron mij. Ricl m raccomann eduà."
Sospira affranto e mi guarda male, ma poi gira e fortunatamente se ne va.
"Strunz.", mi rimbecca Naditza.
"Nun romb u cazz pur tu mo' eh.", la ammonisco e lei ride.
Alzo gli occhi al cielo disperata e mi metto sul letto con le cuffiette nelle orecchie ad ascoltare "Ij te veng a piglià" di Liberato.

Pov's Ciro.
"Allor? Arò sta Chanel?", dico ad Edoardo non appena entra in cella.
"Nun è vulut venì, o saij comm è fatt chell uagliona, è complicata e m'ha itt ca si tien caccos ra ric o tien da ric direttament a ess e non a me."
Chanel.. sei la mia rovina t giur.
Sbatto un pugno sul tavolo, incazzato.
Ora come ora vorrei sfogare la mia frustrazione su Viola e farmi una sana scopata.
"Eduà vamm a chiamà a Viola.", ordino e lui fa subito come dico.
Piccola stronza, mi manda in bestia quando non fa ciò che dico; come sempre d'altronde.
Ma che so bipolare? Mi è passata anche la voglia di scopare con Viola, cazzo.
Chanel è veramente la mia rovina.
"Cirù eccola.", entra Edoardo seguito da quella che fra poco sarà la mia ex "ragazza".
"Ciao Ciro.", mi sorride maliziosa Viola venendo a baciarmi, ma non appena si avvicina giro il viso per non farmi baciare.
Vedo che ci rimane male, ma prova subito ad avere un altro contatto fisico, appoggiando la sua mano sul mio cazzo. Io glie la strattono e la guardo male.
"Che c'è? Fino a ieri ti piaceva essere toccato.", mi guarda anche lei male.
Eh no cara mia psycho, qua bisogna dire bene come stanno le cose.
"Viola, ij e te nun simm mai stat nsiem, scopavamo solo e ij nun prov nient p te. T'agg fatt chiamà p rict ca chell che c stav fin a mo, ossia solo sesso, è frnut."
"C'è un'altra Ciro?"
Alzo un sopracciglio.
"Nun m romb u cazz, vatten.", mi giro e mentre mi sto per mettere le cuffiette sento dire:"È quella nuova, non è vero? Quella puttanella."
Mi giro di scatto e la prendo per il collo, spingendola contro il muro.
"Ess nun a tien ra tuccà, e capit?! Viola te facc mal a prossim vot, tu sij na zoccl c'agg usat sul p scopà, no ess. Capit?!"
"Te ne pentirai Ciro, tu e lei."
"Nun piens propr. Mo vatten."
Nel frattempo Edoardo ovviamente se ne era andato, seguito dalla rossa.
Sospiro.
Le donne quando si attaccano so peggio delle zecche..

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