KATHERINE'S POV
«Mi ha salvata... Jeff mi ha salvata!» riconobbi, rendendomi conto solo ora ciò che aveva fatto per me.
Aprii di nuovo la porta e lo vidi. Lì, al confine del bosco, che guardava a terra. Si girò, come per andarsene, ma lo chiamai forte. Gridando. Lui si fermò e mi guardò, confuso. Gli corsi incontro e lo abbracciai di colpo. Il suo corpo era rigido, non si aspettava questa mia reazione. Poi, dopo qualche secondo, ricambiò il mio abbraccio.
JEFF'S POV
«Grazie... grazie!» singhiozzò Katherine, sulla mia spalla.
«Per cosa?» chiesi confuso. Grazie per averla risparmiata? Grazie per averla accompagnata a casa? Per cosa mi stava ringraziando?
«Per avermi salvata»
«Ti ho risparmiata, Katherine» la corressi, pensando di aver finalmente capito.
«No, Jeff. I miei genitori...sei stato tu. Li hai uccisi tu. Grazie» spiegò lei, guardandomi negli occhi.
«Solitamente le persone non mi ringraziano, però» risposi, collegando le sue frasi, sotto il suo sguardo confuso.
«Eri tu che mi seguivi. Mi osservavi. So che eri tu la figura nell'ombra che mi guardava piangere dalla finestra ogni dannatissima notte, quando papà mi picchiava. E quella notte, mi hai visto mentre scrivevo la lettera. Hai capito. Hai capito che volevo morire, così tu... così tu li hai uccisi e mi hai liberato da quell'inferno» singhiozzò, di nuovo.
«Lo hai capito, alla fine» dissi, sorridendole.
«Sì, l'ho capito. Mi dispiace di averci messo tanto» mormorò, ricambiando il mio sorriso, un po' più imbarazzata.
Il suo viso, i suoi occhi, le sue labbra mi fecero un effetto incredibile. Cercai diresistere, ma non ci riuscii. Mi avvicinai e la baciai. "Quanto vorrei avere le palpebre, in questo momento" pensai, premendole mie labbra sulle sue.
Lei, quando le nostre labbra si toccarono, rimase ferma, sorpresa. Poco dopo chiuse gli occhi per poi avvicinarsi di più a me. Mi mise le braccia al collo e ricambiò il mio bacio. Le sue labbra morbide mi invogliarono a continuare. Dopo qualche altro bacio, ci separammo e ci guardammo.
«Wow» ansimò, riprendendo fiato.
KATHERINE'S POV
Quel bacio inaspettato mi sorprese e il mio fiato divenne più corto e pesante. Vidi la lussuria nei suoi occhi e un sorriso reale, oltre a quello che si era inciso sulle guance.
«Voglio dirti una cosa ma, ti prego, non spaventarti. Promettimi che non scapperai» disse, sembrando lui, però, quello spaventato dei due.
«Okay. Promesso»
«D'accordo. Allora... io...» cominciò per poi bloccarsi, appena mi fissò gli occhi. «Io ti...»
Non finì la frase, ma ebbe un tremito e il suo sguardo divenne quello di uno psicopatico. Lo chiamai, senza ottenere subito una risposta. Il mio cuore batteva forte e il mio istinto mi gridava di scappare. Lo chiamai di nuovo, attirando la sua attenzione questa volta.
«Katherine, vattene. Ti prego... vattene!» ordinò, ansimando, mentre la sua voce divenne fredda e cupa.
In quel momento capii che stava cambiando. La sua parte folle, che lo rendeva il killer spietato che era, stava prendendo il sopravvento. Non riuscii a muovermi, vedendo quella metamorfosi. «Se non te ne vai subito, ti ucciderò» mi avvisò, lottando contro se stesso.
Scossi la testa, non sapendo se per dirgli che non ne ero capace o perché volevo stare con lui.
«Vattene... subito!» ringhiò Jeff.
Riprendendo il controllo del mio corpo, cominciai a correre verso la casa. Entrai e chiusi la porta a chiave, facendo lo stesso con le finestre. Corsi in camera di Alice, che aveva una botola per salire in soffitta, per nascondermi. Aprii con fatica la botola, riuscendoci dopo pochi secondi. Tirai giù la scala e salii velocemente. Tirai su i pioli e li gettai lontano dall'apertura del soffitto. Quando afferrai il cordoncino della botola per tirarla su, Jeff entrò in camera, sfondando la porta chiusa a chiave. Si guardò intorno e poi alzò lo sguardo, vedendomi. Afferrò, con un salto, un lato della porticina, tirandola verso il basso. Non la lasciai, ma cercai di chiuderla comunque, con la poca forza che possedevo.
«Katherine, io... io voglio solo ucciderti e assaggiare il tuo sangue. Tutto qui, te lo prometto!» canticchiò, facendomi tremare dal terrore.
I muscoli stanchi mi fecero lasciare la presa, lasciando libero accesso a Jeff. "Cazzo!" pensai, indietreggiando.
P.S.
Io mi sono messa a "studiare" per bene la creepypasta di Jeff The Killer, grazie a voi e ai vostri utilissimi commenti. Avete fatto benissimo a correggermi sulle palpebre (che sono state una mia svista, lo ammetto), ma sulle labbra e sul sorriso, non dice nulla che faccia pensare che non le abbia o non lo possa fare. Delle labbra parla che al loro posto c'è una striscia di carne, non che non le possegga più, quindi un minimo di tessuto c'è, anche per coprire identi (che non dice siano scoperti) e, in questa fanfiction, per baciare. Per il sorriso che si è inciso, non dice che si è aperto mezza faccia, ma che si è tagliato la pelle per formare un sorriso su di essa e non essere obbligato a farlo con i muscoli, che dopo un po' dolevano. Il che non significa che si è danneggiato muscoli o nervi facciali e non c'è scritto che non possa più sorridere per il resto della sua vita. Dice solo che, così, non era più obbligato a sorridere grazie ai muscoli. Non che non li abbia più funzionanti. E poi, ragazzi/e... in una fanfiction, storia, o libro che sia, ognuno sistema le cose a proprio vantaggio. È risaputo. :D :P
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Jeff the Killer: il killer dannato e sexy
FanfictionQui parla una ragazza come tante che ha avuto la sfortuna - o fortuna - di incontrare uno dei più famosi creepypasta: Jeff the Killer. Una storia al di là dell'essere. Non importa la propria natura. Importano solo e soltanto i sentimenti. E quanto s...