Capitolo 18 "Cambiare è inevitabile"

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JEFF'S POV

Quel pomeriggio i medici decisero di fare un paio di analisi, prima di dimettere Katherine. Una volta essersi accertati della sua completa e misteriosa guarigione, ci lasciarono andare. Ci dirigemmo verso la casa in cui abitava Katherine. Voleva prendere alcuni dei suoi effetti, tra cui: vestiti, trucchi, oggetti per l'igiene personale, cuffie, caricabatterie e cellulare. Kath decise di scrivere una lettera per i genitori di Alice. Scrisse che non poteva più vivere lì e che non voleva essere di peso a loro, quindi se ne sarebbe andata. Scrisse che avrebbe affrontato un viaggio, che avrebbe cercato di vivere come Alice avrebbe voluto, o qualcosa del genere. Poi ce ne andammo. Percorremmo tutto il boschetto, fino ad arrivare allo spiazzo della CreepyHouse. Feci per mettere piede nel prato, ma la ragazza mi fermò.

«Ehy... tutto bene?» chiesi, mettendomi davanti a lei e prendendole il viso tra le mani, accarezzandole le guance.

«I-io...» disse, poi chiuse gli occhi e sospirò. «Niente. Non ti preoccupare» Sorrise, guardandomi, anche se il suo sorriso era palesemente falso.

«Non mentirmi. Dimmi cosa succede, o ti porto in casa con la forza» affermai, capendo che aveva paura di questo.

«Ho paura, Jeff. E se dovessero scoprire il nostro piano? E se il tuo amico clown ci dovesse tradire? Lo sai che a me non importa morire. Ma non voglio che succeda a te» rispose, spostando lo sguardo sulla casa a pochi metri da noi.

«Non succederà niente, Kath. Né a te, né a me. Ci penso io a tenerti al sicuro. E Lj è affidabile. Non preoccuparti» spiegai, sperando di rassicurarla. Ci riuscii un po', ma il suo cuore batteva ancora troppo velocemente.

«Devi calmarti, piccola. Se entrerai agitata, se ne accorgeranno e inizieranno ad insospettirsi» dissi, spostandole una ciocca di capelli dalla fronte.

«Non ce la faccio, Jeff. Non ci riesco» mormorò, torcendosi l'orlo della maglietta contro le dita.

Katherine indossava una maglietta a maniche corte, di colore grigio scuro, talmente aderente che metteva molto in risalto il seno. Assieme alla maglia, aveva abbinato un paio di pantaloncini in jeans neri, sfilacciati in fondo. Per finire, aveva messo un paio di All Star grigio scuro, basse e con delle scritte bianche ai lati esterni. Quando le mise, mi disse che erano state lei ed Alice a scrivere quella frasi. Era così bella e sexy. Molto sexy.

«Ascoltami. Se ti calmi, prometto che ti tolgo quei bellissimi vestiti di dosso, ti porto a letto e ti faccio urlare fino a farti svenire, una volta che avremmo finito con Slender. Okay?» proposi a voce bassa e maliziosa.

«Okay» mormorò, dopo essersi leccata le labbra e aver fissato i suoi occhi nei miei per un po'.

La vidi sospirare, chiudendo gli occhi. Pian piano si calmò del tutto e mi afferrò la mano. Poi cominciammo a camminare verso la casa. Lei si lasciò trascinare fino alla porta. Dopo un ultimo sguardo e un sospiro collettivo, entrammo. La prima "persona" che incontrammo, fu Slender.

«Bentornato, Jeff. Benvenuta...»  salutò l'uomo, nelle nostre teste, facendo sussultare la ragazza.

«Katherine» dissi, alzando il mento con aria di sfida. Sapevo che voleva che fosse lei a dirgli il nome, ma volevo proteggerla il più possibile. In ogni modo.

«Laughing Jack mi ha avvisato della vostra scelta. Sono contento che tra di noi ci sia un nuovo killer» Slenderfece comparire i suoi tentacoli, ma questa volta Kath non sussultò. Lo guardava impassibile. Seria.

«Beh... è l'unica opzione» mormorai, tenendo d'occhio i tentacoli. Non volevo che si avvicinassero a lei.

«Oh, no. Non era l'unica scelta. Avrei potuto uccidervi. Ma, ripeto, sono contento di non dover perdere uno dei killer più bravi e, anzi, di averne guadagnato uno. Qual è la tua storia?» domandò Slender.

Jeff the Killer: il killer dannato e sexyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora