SCRIVILE SCEMO

737 16 14
                                    


amelia

<<nulla prof stavo solo pensando>>

<<allora, dimmi a cosa pensavi>>

io provavo un insieme di emozioni diverse, e quindi le dissi cosa provavo veramente

<<ho provato a dimenticarla questa estate, ho provato a fare di tutto mi sono pure fidanzata con un maschio, ma cazzo tu non esci dalla mia testa, e dal mio cuore, e non riesco a non avere le farfalle ogni volta che mi guardi, ma cosa cazzo mi hai fatto, sei entrata nella mia vita quando mi hai fatto fare il primo giro della scuola, il mio cuore stava scoppiando e all'inizio non capivo neanche perché, ma poi il maledetto tempo, le cazzo di farfalle e tu nella mia testa mi hanno fatto capire che sono innamorata di te e del tuo modo di essere, non cambierei una virgola di te, mi piace il tuo carattere difficile, e sai benissimo che riuscirei a tenerti testa molto tranquillamente, io voglio tutto di te, ma non ho nulla apparte questo di gioco di sguardi del cazzo, e dio, vorrei solo poter avere una piccola opportunità con te.>>

<<ne parliamo dopo scuola ragazzina>>

e come sempre se ne andò in classe con il suo sorrisino beffardo in faccia. io ero felice e ansiosa, feci l'ultimo tiro della sigaretta e la buttai a terra, e mi incamminai verso l'aula di informatica ed a rovinarmi l'umore fu il professore Mannino che nemmeno il tempo di entrare in aula mi fece delle domande. finirono le lunghissime ore della sua noiosissima materia e finalmente la vidi entrare, nel suo completo elegante e i tacchi, i suoi capelli biondi corti lucenti i suoi occhi marroni, era tutto fantastico di lei, amavo tutto, è impossibile che mi sia seriamente così tanto innamorata di una persona, soprattutto di una professoressa

<<buongiorno ragazzi, vi lascio 20 minuti pausa poi tutti in classe>>

mi risvegliai dai miei pensieri e uscimmo dalla classe senza pensarci io ed una mia collega andammo al bar dove incontrammo una professoressa che ci offrì da bere, accettammo volentieri, parlando, i venti minuti se ne andarono in fretta. La prima ad entrare in classe fui io, entrai con cinque minuti di anticipo quindi l'aula era ancora vuota l'unica persona che c'era era lei, aveva ancora i capelli sciolti, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso e mi fermai davanti la porta. mentre penso questo vengo interrotta da lei che mi dice 

<<chiudi la bocca mi stai sbavando dietro amelia, vai al tuo posto >>

Dopo quella sua affermazione, la classe cominciò a riempirsi di nuovo, questo doveva essere un giorno come tanti. io li a parlare con delle colleghe, come al solito stanca perché non avevo dormito, ma non fu così mi tornarono le forze quando la vidi fuori nel parcheggio, non capisco ma è come se lei mi stesse facendo ricredere sull' amore o addirittura sul "per sempre" io non credo a questa parola, cioè non credo che una cosa possa durare per sempre. però credo nei legami che si creano tra due persone quelli che puoi considerare veri, sani quelli che veramente puoi dire per sempre, e con lei sento questo, ma la cosa bizzarra se si può dire così è che neanche ci conosciamo molto bene, ma ho come la sensazione che lei mi cambierà la vita. Le ore con lei volarono uscì dalla classe e mi andai a mettere nel parcheggio con la mia solita sigaretta tra le mani, la vidi piena di borse che veniva verso di me quindi misi la sigaretta in bocca e la aiutai a portarle in macchina.

<<Quindi vuoi continuare il discorso di prima amelia?>>

<< sta succedendo che sono innamorata di lei, e magari lei può anche non credermi ma, ha mai visto come i miei occhi la guardano , le farfalle che sento ogni volta che i suoi occhi incontrano i miei anche se per sbaglio , quei pochi secondi mi scatenano un mondo dentro, e non capisco come sia potuta succedere questa cosa , non lo capisco davvero ma non riesco a non pensarci da un anno e mezzo, si perché le ripeto che è da poco che ho capito realmente cosa provassi davvero per lei, e ora mi ritrovo ad avere solo il pensiero fisso di dirle due parole che non dirò perché è troppo presto ma cazzo lo capisca per una buona volta>>

<<ti tieni dentro tutto ciò da un anno e mezzo, wow devo dire che hai molto autocontrollo ragazza mia, ora sali in macchina che andiamo a casa e risolviamo questa situazione ah puoi chiamarmi kate, per adesso andiamo a casa>>

per tutto il tragitto non parlammo perchè tutte e due eravamo perse nei nostri pensieri, arrivate a casa mi fece sedere sul divano chiedendomi se mi andasse di mangiare una pizza

<< no grazie onestamente non ho molta fame, vorrei soltanto capire se sono ricambiata, cosa che mi sembra impossibile ho solo 20 , sto semplicemente cercando di capire perché io ti abbia detto tutte quelle cose, sono stupida non dovevo farlo perché adesso soffrirò io perché lei è una professoressa e io un'alunna e, mamma mia fatemi smettere di parlare>>

Kate si mise a ridere per il mio semi attacco di panico avrei tanto aver avuto la forza per tirarle un pugno ma non ci riesco perché sono incantata nel suo sorriso come ogni santissima volta che sorride, "oh mamma mia ma amelia che ti prende" 

 <<Chi ti ha detto che non ricambio? >> disse ancora divertita 

<<Non penso che ricambi i sentimenti di una ventenne>> 

  <<Devo dirti che qui ti sbagli perché ricambio eccome i sentimenti di una ventenne, che mi ha fatto perdere la testa con le sue cazzo di parole, ma ascoltami bene se vogliamo avere una relazione dobbiamo stare attente perché se dovessero scoprirci io passo i guai nel senso che perdo il lavoro. dopo le sue parole la guardai negli occhi e dissi

 <<io ti avviso stare con me è difficile, lo so e l'ho sempre saputo. sono una di quelle ragazze che vive di piccoli gesti e attenzioni. come per esempio qualche bella parola, una canzone, uno sguardo ogni tanto, sono una di quelle ragazze che da un peso ad ogni parola, faccio attenzione da chi vengono dette e soprattutto come vengono usate, sappi che sono una pazza e sono una capace di mettersi a ballare sotto la pioggia anche senza la musica, non mi importa, sono una di quelle ragazze che non rimane indifferente o sta zitta se una cosa non mi sta io lo dico. sono una di quelle ragazze che sbatte i pugni al muro e si incazza e inveisce contro il cielo per farsi sentire. sono una di quelle che non metti in un angolo, se voglio stare in disparte mi ci metto da sola, sono chi ostenta a mostrare affetto in pubblico, ma che sceglie quelli con l'anima in fiamme, quelli feriti e delusi..>>le dissi tuttto ciò velocemente e con un mezzo attacco di panico  

<< ok, amore stai calma niente panico, non mi spavento non ti preoccupare, non mi spavento di tutto questo, anzi è tutto il contrario, mi piaci ancora di più non mi importa se sei complicata o se sei difficile di carattere, a me non interessa nulla di tutto questo, perché mi piaci e basta, anche se sei una gelosa patologica.

mi ha chiamato amore, mi ha seriamente chiamato amore ciò vuol dire che seriamente prova qualcosa per me.

<<mi hai chiamato amore ?>>

<< mh, non farci l'abitudine ragazzina>>

<<perchè no?>> 

 mi guardava con un sorrisetto malizioso mentre si avvicinava piano piano, appena arrivò a un passo da me si chinò e mi prese in braccio...

You remember meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora