CARAMELLE

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arrivate a casa chiamai mia madre cercai di raccontarle quello che era successo con meno parole possibile, le chiesi il favore di portarmi le mie valigie a casa della professoressa di Stefano e lei lo fece con molto piacere ebbi la fortuna di trovare una mamma adottiva molto più buona del dovuto , mi salvò la vita quando pensavo di essere arrivata al limite, quando arrivò ci fu un panico generale da parte di Kate, era così buffa ma stupenda allo stesso tempo , come posso fare ancora ad amarla in questo modo non di nuovo non può succedere un'altra volta, mamma mia che confusione! Appena finì di perdermi nei miei pensieri e stavo per andare a sedermi accanto a Kate, senti il campanello, vidi Kate sbiancare e le dissi

<< Kate non sono più una tua alunna, puoi stare tranquilla, è mia mamma che mi porta le valigie>>

<< dio amy, potevi avvisarmi, almeno mi sarei data una sistemata>>

amy, amy , usava questo soprannome quando stavamo insieme, io lo adoravo, mi sentivo una bambina felice, come quando le dai una caramella, ecco così mi sentivo ogni volta che lei mi chiamava amy. Io mamma e Kate, parlammo un po di tutto, kate si addormentò sulla mia spalla e allora mia mamma andò via, io rimasi ancora un po a guardare kate coricata sulla mia spalla, era così magnifica, c'era molto poco da dire, non so se mai le diro quello che e successo realmente quando io me ne andai, non so se sono pronta a dirle che quando avevo le crisi e a causa di quest'ultime mi legavano Al letto, o degli orrendi Abusi psicologici che i medici facevano su noi pazienti, dopo questi pensieri orrendi portai in camera Kate, quando la misi sul letto si lamentò un pochino penso per il dolore, ma non si svegliò quindi io scesi giù e mi coricai sul divano, caddi tra le braccia di morfeo senza pensarci due volte.

ero nel cortile della clinica,stavo fumando una sigaretta, l'unica cosa buona era questa, per chi fumava, portavano un pacchetto di sigarette alla settimana, ma se le finivi prima che te le portassero erano grandi cazzi tuoi, mentre mi stavo portando la sigaretta alla bocca vidi che si stava avvicinando il dottor miller, avevo il terrore di quest'uomo, senza neanche salutarmi , mi prese per il polso e comincio a trascinarmi dentro la clinica, passammo per il corridoio principale, quello che faceva più terrore di tutti, arrivammo davanti il suo studio, e senza neanche lasciarmi quella stretta dolorosissima apri la porta, mi disse di coricarmi sul lettino, purtroppo non potevo ribellarmi perché se lo avessi fatto mi avrebbe dato più pillole di quelle che già stava preparando, senza fiatare me le porse, e io tutto d'un fiato le buttai giù, cominciai a sentirmi stordita. io sentivo quello che lui mi faceva, sentivo le sue grandi e terribili mani vagare sul mio corpo, era come se fossi assente dal mondo , quando sentì che stava per fare l'indicibile con il mio corpo, saltai in aria, mi toccai la fronte ed ero tutta bagnata quindi mi alzai dal divano e andai verso la cucina, presi un bicchiere d'acqua e tra me e me dissi.

<< amelia cazzo, riprenditi>>

andai in bagno e mi sciacquai il viso, lo guardai ed era talmente pallido allo specchio, quindi < permesso, posso Kate>>

<< eii, amy che succede>>

<< posso dormire con te?>>

<< si certo mettiti qui il lettone è grande>>

<<grazie Kate>> 

You remember meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora