!! Capitolo a rating rosso !!
Canzone consigliata durante la lettura: I feel like i'm drowning - Two FeetIl tonfo emanato dalla porta di ingresso annunciava che Astrid era uscita, quindi James e Sebastian erano rimasti soli. La pioggia si infrangeva contro le finestre, gocce d'acqua facevano a gara su chi scendeva prima sul vetro, i tuoni regalavano un'atmosfera tenebrosa.
Il sicario teneva una tazza di caffè tra le mani, più per riscardarsele, e osservava le cime degli alberi sparire fra la nebbia.
L'estate tardava ad arrivare, non gli interessava. Il suo umore non veniva condizionato dal tempo atmosferico, a differenza di molte persone.
I lampadari smisero di sprigionare luce artificiale, un blackout, pensò e si voltò intento a controllare il quadro elettrico, ma i suoi piedi si incollarono al suolo quando si ritrovò davanti un James con uno sguardo assorto verso lui.
<Mi hai spaventato, pensavo stessi dormendo.> Commentò e riprese a camminare, ma il consulente criminale gli vietò un ulteriore passo, portando una mano sul suo collo. Si scagliò contro le sue labbra e, avanzando, lo costrinse a tirarsi indietro, fino a scontrarsi contro il piano in marmo della penisola.
Lo baciava, si allontanava per sbottonarsi la camicia ma poi finiva per cedere alla tentazione e baciarlo nuovamente. Sebastian invece non fu costretto a combattere contro una fila di bottoni, gli bastò sfilare la felpa e lanciarla sul suolo.
Il suo corpo tonico presentava diverse cicatrici, ognuna una storia che in quel momento non aveva voglia di raccontare, forse carezzando la lingua del suo capo con la propria gli avrebbe trasmesso qualcosa di sé, qualcosa che non sarebbe stato in grado di comunicare con il linguaggio verbale.
Con le mani che si insediarono sotto la camicia sbottonata di James, entrambi si diressero verso la camera da letto di quest'ultimo finendo uno sopra l'altro. Il sottoposto sopra il suo superiore. Sebastian e James.
Il sicario involontariamente portò una mano sotto il cuscino, sfiorando qualcosa che catturò la sua attenzione. Afferrò l'oggetto e lo sfilò fuori, ne emerse un harness in pelle.
Si rimise in piedi, esaminando l'imbracatura impura e lasciandosi sfuggire una risata nervosa.
<È così allora. Tra le cose che odio ci sono quei particolari eterosessuali del cazzo che vanno con gli uomini solo per svuotarsi le palle, ma le relazioni serie sono prerogativa delle donne.>
Ne aveva viste, di quelle robe, non capiva perfettamente come si indossassero ma sapeva che circondavano il petto della donna per evidenziarne il seno.
James sorrise e questo mandò in bestia Sebastian, che lo ricambiò scagliando l'imbracatura contro di lui.
<Ti spacco la faccia, James, non provocarmi. Ora mi dici chi è.>
Scandì bene le ultime parole. Stava tremando, ma non voleva darlo a vedere. Ci sperava in loro due, ci stava sperando davvero.
James schiuse la bocca per rispondere, ma rimase a boccheggiare appena Sebastian lo interruppe.
<Non dirmi che è Astrid. Dopo tutto quello che ha passato, tu vai a letto con lei? Ci avevo creduto per un attimo di poter costruire qualcosa, ma non sia mai che James Moriarty pensi per una fottuta volta a->
<È mio.>
Moriarty aveva una voce cauta.Un serpente a sonagli tra la sabbia prima di addentare la sua preda.
La quiete prima della tempesta.
<Cosa?>
Il suo sguardo, che fino a prima era contratto in smorfie di rabbia, si rilassò e lasciò spazio a James per chiarirsi.
<È mio, l'harness.> Ripeté, specificando.
<Non è da donna?>
<Ne fanno anche da uomo. Pensavo ti sarebbe piaciuto.>
I due si guardarono per secondi interminabili. Sebastian sprofondò in una voragine di imbarazzo da cui non riuscì ad uscire.
James nel mentre escogitava un modo per fargliela pagare, era pur sempre il suo capo e non avrebbe permesso che l'uomo che lavorava per lui alzasse tanto la cresta.
Le sue pupille nere lo avvolsero in una nube di rimpianto, Sebastian deglutì.
<Mi dispiace, che stupido...> Portò una mano sulla fronte, salendo fino a sistemare i capelli scomposti.
<Sembrava la scenata di un fidanzato geloso.> Gonfiò la guancia, pensando. <Eppure c'è un modo, per sistemare la questione.>
<Come?> Sebastian sembrava più sconfitto che convinto, ma voleva saperlo.
<Dovrei ucciderti per come ti sei rivolto.>
La frase lo lasciò di sasso, i muscoli ormai esitavano pure a tremare. Non era finita qui, James continuò.
<Ma. Sei troppo carino.> Lui era rimasto seduto, al contrario di Sebastian, e gli sfilò la cintura porgendogliela tra le mani. <Esci ancora un altro po' le palle e fatti rispettare. Se non sarai in grado di farlo, ti ucciderò.>
Lo sguardo ammaliatore di James lo costrinse a guardare altrove pur di evitarlo.
Come Medusa, temeva che lo avrebbe trasformato in pietra.
Non c'era nulla su cui riflettere, non aveva altra scelta.
Un suono coprì totalmente quello della pioggia, un lampo illuminò il viso diretto verso sinistra di James, il quale iniziò cospargersi di un rosso fiammante.
Sebastian lo aveva colpito con uno schiaffo degno di quel nome, uno di quelli che temi possano cambiarti i connotati. Era piaciuto, al sicario, era stata una liberazione. Voleva farlo ancora, ma il suo corpo non si arrestava solo al volto, ed era un peccato sprecare il resto.
<Indossa quell'harness da puttanella e fa' il bravo, o farà male.>
In quella mattinata piovosa, in un appartamento dal luogo sconosciuto, James sperimentava il piacere del dolore.
Sebastian fece prevalere il suo istinto sadico con morsi, frustate, schiaffi.
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Il Vento Dell'Ovest
FanfictionAstrid West è una giovane donna vissuta nei peggiori quartieri londinesi, costretta alla prostituzione sin dalla tenera età. La sua vita prenderà una svolta inaspettata quando un noto criminale, James Moriarty, la prenderà in custodia perché una par...