Capitolo 7

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Capitolo sette.

"Arrabbiati! Urla! Infuriati! Non lasciarlo dentro il tuo dolore! Non far crescere quel tumore!"
[Anonimo]

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I rami mi graffiano la guancia a sangue mentre la pioggia mi sferraglia il viso. Se raggiungo la Cornucopia sarà tutto finito, ma nonostante stessi correndo da tanto, tantissimo tempo, non riesco a raggiungerla. Ogni passo che faccio, si allontana.
Cado a terra piangendo, urlando a squarciagola. Voglio che finisca tutto. Sono anche disposta a morire se è questo l'unico modo di uscire dall'arena. Mi accascio pronta ad accogliere gli ibridi.
Ma poi li vedo. Seduti sulla cornucopia che mi osservano impassibilmente. Mi alzo e corro verso di loro, con l'unica differenza che non sento più i versi degli ibridi in sottofondo. Mia madre scuote la testa, mentre mio fratello tiene minacciosamente una lancia. Ma Jonathan non mi farebbe mai del male, ne sono convita. Mi dirigo verso di loro, e mi arrampico sulla struttura di metallo e li raggiungo sorridendo sollevata. Mia madre continua a scuotere con insistenza la testa mentre mio fratello si alza posizionandosi e lanciando la lancia. Vengo trafitta, ma stranamente non sento nulla. Abbasso lentamente lo sguardo sull'arma e al posto della lancia trovo una spada. La afferro lentamente e la tiro via dal mio corpo mentre le mani mi si inondano di sangue.
Mi giro lentamente e lo trovo sorridermi. Troy.

Mi alzo di scatto trovandomi in un bagno di sudore, e mi ci vuole qualche minuto per riuscire a calmarmi. Mi sdraio sospirando ed osservo silenziosamente la città, mentre il sole piano piano l'illumina.
Non si sente nulla eccetto il mio respiro, mentre una lacrima solitaria mi solca il viso. La camera si inonda di luce ed io mi alzo avvicinandomi lentamente al balcone.
Manca poco ai giochi. Sono pronta? Assolutamente no, ma non importa.
Finirò in quell'arena e dovrò uccidere. Dovrò sopravvivere e cercare di non impazzire. Dovrò accontentare il pubblico di Capitol City, e soddisfare i sponsor.
Ridacchio leggermente prima di tirare un pugno al muro, urlando di rabbia.
Continuo a scagliarmici contro, finché sento il sangue caldo scorrere lungo le mie rovinate mani.
Quando mi volto per entrare in camera, non mi sorprendo nel trovare Jason osservarmi con occhi velati di tristezza. Restiamo ad osservarci per qualche minuto, prima di stringerci con talmente forza da farci male.
È ancora presto per i preparativi, quindi ci sdraiamo sul letto cercando di prendere sonno. Ovviamente nessuno ci riesce. Guardiamo entrambi il soffitto, mentre lui giocherella con i miei capelli.
Quando Losuan entra in camera rimaniamo stupiti dalla mancanza di entusiasmo nella sua voce. Ci osserva silenziosamente, mentre noi ancora abbracciati le rivolgiamo un semplice sguardo, e lei annuisce schiarendosi la voce.

La 59esima edizione degli Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora