Capitolo 15 - La fine.

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Non ci sono cinquanta modi di combattere, non ve ne è che uno, essere vittorioso.
(André Malraux)

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Capitolo 15

Non capì molto, e non credo di voler ricordare. La testa mi faceva malissimo, e il sole che filtrava dalle foglie, interruppe bruscamente il mio sonno. Mi sentivo rigida, e dolorante dappertutto. Sentì qualcuno armeggiare qualcosa, e stavo per imprecare pensando che Jason era accorso al mio aiuto. Come aveva fatto a saltare quel enorme fosso, trovarmi  e scappare dai due favoriti, con me incosciente?
Alzai lentamente la testa, per poi rimanere pietrificata. Lui.
I capelli biondi sembravano quasi fatti con la luce del sole. Gli occhi verdi  rispecchiavano le foglie che teneva in mano, e il suo costante cipiglio, le labbra contratte e rosa, come le mie quando mangiavo  molte fragole, solo che lui non le adorava quanto me. Imprecai lo stesso, attirando la sua attenzione. Mi fece un sorrisetto, ma quando vide le mie intenzioni di colpirlo, lo perse alzandosi e mettendosi sulla difensiva. Lo guardai un attimo in quella posizione e sentì gli occhi inumidirsi, ricordando che era anche colpa sua se Brendon era morto. Aveva la stessa posizione.
Abbassai il pugno e mi sdraiai a terra, con le mani sul viso, ignorando il dolore.
"Diana... Mi dispiace, non volevo che Brendon morisse. Ho cercato di rallentarli davvero!"
La sua voce era lama. Più lo sentivo parlare più mi sentivo cadere a pezzi. Non avevo nemmeno la forza di cacciarlo via, quando sentì le sue mani su di me. Nemmeno di urlargli contro, sentendo la gola di fuoco. Non avevo alcuna forza. Gli Hunger Games mi avevano prosciugato. Ora come ora, volevo solo dormire.
Chiusi gli occhi e sognai di vedere il sorriso di Seneca, accanto all'espressione  di delusione di mia madre. Quando riaprì gli occhi, il dolore alla spalla era quasi scomparso. Troy non era nei dintorni, e sperando che se ne fosse andato, mi alzai stringendo i denti. Il mio zaino era ancora pieno di tutte le robe che avevo rubato, ma ne rubai altre dallo zaino di Troy. Trovai delle bacche viola scuro, e riconoscendole come "morso della notte", le misi in un suo sacchetto per poi lasciarlo in bella vista accanto al suo  zaino. Era vissuto fin troppo, secondo i miei gusti. Era arrivato il momento di finire questi dannati giochi. Jason doveva ritornare a casa.
Mi misi in cammino, verso la cornucopia impugnando l'ascia. In quel esatto momento sentì il cannone, e chiusi gli occhi respirando pesantemente. Dovevo solo sperare che non fosse Jason.
Mi ritrovai davanti alla Cornucopia, vuota e silenziosa. Delle macchie di sangue stonavano con il verde brillante del erba che la circondava. Mi ricordai che quando la raggiunsi, era di spalle. Attenta a non incontrare Nick, vivo o meno, la raggirai nascosta dalle foglie. Poi cominciai a correre non volendo stare più in quella orrenda zona. Trovandomi sempre più vicino al fosso, potevo sentirmi leggerissima pronta a trovare Jason. Ma purtroppo, arrivata al punto dove l'avevo lasciato, non c'era nessuno. Urlai il suo nome per qualche minuto, ma non era nei paraggi. Essere arrabbiati era davvero un eufemismo e scaricai tutta la mia furia nel colpire più volte un albero con l'ascia permettendomi anche qualche urlo. Quando finalmente riuscì a farlo cadere, era ormai notte. Feci per attraversare il ponte improvvisato  quando sentì qualcuno afferrarmi  per il polso e buttarmi a terra.
"Tu miserabile bastarda!"
Troy. Afferai con un balzo la mia ascia e mi scagliai contro di lui, prendendolo alla sprovvista. Sfortunatamente  la sorpresa durò poco, perché tirò fuori la sua spada.
"Non costringermi ad usarla! Diana, non ora che ne mancano 4!"
Quattro? In una notte ne erano morti quattro. La fine era sempre più vicina e non riuscì ad evitare di domandarmi chi fossero le vittime. Fu abbastanza da calmarmi, ma notando che aveva abbassato la spada, mi buttai verso di lui, mirando alla testa. Lui rotolò di lato, e si rialzò correndo verso di me. Mi afferrò il polso, stringendolo abbastanza da farmi male, per poi assestarmi una ginocchiata allo stomaco, svuotandomi i polmoni. Mi colpì con un pugno abbastanza forte da ritrovarmi a terra, e mi schiacciò le dita che impugnavano l'ascia per poi buttarla nel fosso con un urlo. Mi prese per i capelli e mi alzò il volto. Aveva il viso inondato di lacrime. Mi fece alzare in piedi e con lentezza mi abbracciò, nascondendo il viso trai capelli.
Avevo il cuore spezzato per la seconda volta. E non per i colpi che avevo ricevuto, non me ne importava, ma per la visione di lui così vulnerabile. Così triste.
Sospirai, e lo strinsi  più forte.
"Ci hanno distrutto... Hanno vinto loro."
Sussurrai sentendo il suo corpo scosso dalle lacrime.
Mi strinse più forte, e appoggiò le labbra sul mio orecchio:
"Siamo solo quattro, Diana... Uccidimi..."
Sentendo l'ultima parola, mi si gelò il sangue nelle vene. Mi allontanai bruscamente, scuotendo ripetutamente la testa.
"Diana, se non vincerai tu, lo farà Nick e non posso permetterlo!"
Sbottò ma mi congelai nel posto.
"Vincerà Jason..."
Dissi con voce flebile. Sgranò gli occhi e mi afferrò i miei polsi, avvicinandomi a lui.
"No! Tu lo farai! Diana, dico sul serio! Non posso morire sapendo che morirai anche tu..."
Urlò disperato ed io chiusi gli occhi sperando che una volta riaperti mi sarei ritrovata in camera mia magari cinque anni fa.
"Non... Non Credo che potrò evitare di impazzire se morirete. Io... Non posso!"
L'occhiata che mi rivolse Troy fu abbastanza da ammutolirmi.
"Non ho fatto tutto questo per sentirmi dire che morirai. Non sta a te scegliere"
Rispose con tono gelido, cominciando a camminare. L'arena era ghiacciata mentre ci guardavamo attorno. Sia io che lui sapevamo benissimo che sarebbe stata l'ultima notte degli Hunger Games. Non sapevo lontanamente cosa pensare.
Sapevo che i strateghi ci volevano avvicinare, per finire il programma. Io e Troy li avremmo accontentati.
Camminammo per quelle che ci sembravano ore. Più passava il tempo, più il freddo peggiorava.
Capimmo le intenzioni degli strateghi. Volevano che accendessimo il fuoco. Che con questo buio avrebbe attirato l'attenzione di tutti i possibili tributi.
Li accontentammo. Proprio davanti la cornucopia, bruciando la carne che abbiamo cacciato e mangiando con pochissima voglia . Continuavamo a scambiarci occhiate, con il viso illuminato dalle fiamme. Finché non allungò la mano e la intrecciò alla mia, cercando di far di tutto per nascondere il suo rossore.  Nonostante tutta la situazione, non riuscì a nascondere un sorriso prima di allungarsi e stamparmi un bacio a stampo.
Aprì la bocca per lo stupore, cercando di ignorare la sensazione fastidiosamente bella al petto. Lui scoppiò a ridere imitando la mia espressione, per poi esporsi di nuovo, e posare un altro bacio sulle mie labbra, con ancora un sorriso a spaccargli le labbra. Non ne riuscì a trattenerne uno anch'io. Le labbra erano così morbide, e stavano così bene in contatto con le mie. Per qualche minuto,  mi dimenticai degli Hunger Games, e tutti i suoi problemi. Ero felice, con l'erba solleticarmi la schiena, la luna splendente e avere Troy così vicino. Insinuò timidamente la sua lingua tra le mie labbra, mentre mi lasciavo andare a una cosa così semplice e naturale, ma così nuova per me. Ci staccammo solo per riprendere respiro, e dopo avermi sorriso timidamente fece  per riavvicinarsi quando sentimmo entrambi un rumore verso gli alberi. Subito dopo una figura cominciò a camminare verso di noi con passo barcollante  e lento. Quando fu abbastanza vicino per riconoscerlo, io e Troy eravamo già sulla difensiva. Quello che mi si parò davanti però, fu abbastanza per gelarmi il sangue nelle vene.
Jason, era completamente ricoperto di sangue, le braccia un miscuglio tra sangue e terra e il viso pieno di ferite profonde. Respinsi un conato, per poi affrettarmi ad afferrarlo nel momento in cui si squilibrò in avanti. Troy fu più veloce, lo prese per un braccio e lo sdraiò a terra cercando di fargli meno male possibile.
"Chi è stato a ridurti così? Chi è stato, Jason?"
Continuavo a ripetere con le mani e la voce tremante.
"N...Nick."
Un misero sussurro, per poi far ricadere la testa all'indietro. L'espressione inorridita che assunsi, fu abbastanza da far reagire Troy. Si avvicinò a lui e gli toccò il polso, rimanendo fermo per qualche secondo.
"È vivo. Ma per poco. È la nostra occasione, Diana. E non sarà nemmeno per mano tua!"
"No!"
Urlai, spingendolo via dal corpo del mio amico. Mi avvicinai e strappai la mia tuta, per poi far pressione sulle ferite. Il sangue continuava a sgorgare, nonostante i miei tentavi di fermarlo.
"Ti prego, trova qualcosa per lui, Troy! Cerca dentro la cornucopia!"
Supplicai con il viso inondato di lacrime.
Troy mi guardò per poi scuotere la testa.
"Troy! Sta morendo, ti prego! Ti prego, non posso vincere! Non io!"
Urlai e finalmente si decise di muoversi. Mi lanciò le fasce e diverse creme, mentre mi affrettavo ad armeggiare gli oggetti. Quando lo fasciai per bene, mi alzai, esausta con la sensazione di essere invecchiata di 50 anni. Guardai verso la direzione in cui venne Jason, e mi avvicinai esitante con dietro Troy.
"È vicino. Solo che ha paura!"
Sussurrò, ma subito dopo sentimmo una voce al disopra delle nostre teste mentre appena ci addentravamo dentro la foresta. Seduto su un ramo, con un ghigno c'era Nick. Aveva una brutta cicatrice sul volto, e un scurissimo occhio gonfio. Troy si mise davanti a me, protettivamente, ma non fece in tempo a  parlare che sentimmo uno strano verso davanti a noi, nascosto nel oscurità. Nick si mosse a disagio, perdendo il suo sorrisetto.
"Questo ibrido qui, mi semplificherà di molto il  finale! Sarà una barzelletta!"
Rise ma potrei giurare una nota di insicurezza.
"Diana, corri!"
Sussurrò lentamente spingendomi bruscamente. Ma non capivo che diavolo ci fosse davanti a noi. Le mie domande ebbero risposta velocemente.
Davanti a noi avevamo un'orrenda creatura. Era completamente nera, di un nero lucido e splendente. Produceva un strano verso con la gola, mentre fiutava l'aria. La testa assomigliava ad un grumo, rugosa con solo un enorme bocca fornita da zanne. Non aveva né occhi ne naso.
"Muovetevi, e verrete letteralmente spolpati."
Solo in quel momento notai i lunghissimi artigli. Non c'era timore del movimento. Eravamo immobilizzati dal terrore.
"Che...che cosa facciamo?"
Domandai con voce strozzata. Troy si mosse quasi a rallentatore verso la cornucopia, ma l'ibrido si mosse bruscamente verso il suo lato, esitando.
"Fermo!"
Strillai, trovando la creatura a pochi metri da me.
Mossi lentamente la mano verso i coltelli e  ne afferrai uno. La creatura si mosse impercettibilmente verso di me. Ormai era vicino a me di pochi passi. Potevo sentire il respiro di Troy mozzarsi.
"Cosa... Cosa possiamo fare?"
Chiesi con un filo di voce, attenta a non muovermi.
"Muoverti, lurida puttana! Semplificami le cose!"
Rispose Nick, osservando la scena dal alto.
"Zitto, Nick."
Sibilò Troy. Dovevo pensare in fretta, trovare un modo per uscirne vivi.
Dovevo utilizzare la creatura a mio favore. Il problema stava nel come.
Alzai lentamente la testa verso Nick. Ci osservava appoggiato al tronco, mentre dondolava le gambe lontano da terra.
"Al segnale, comincia a correre."
Sussurrai a Troy ma fu abbastanza da farsi sentire anche da Nick che scoppiò in una risata fragorosa.
"Si, Troy! Corri! Muoviti più che puoi!"
Alzai il coltello in un movimento rapido, per poi lanciarlo nella direzione di Nick. L'ibrido si mosse verso di me ringhiando, e sfiorandomi la mano,  ma subito dopo si  occupò della caduta di Nick, che spaventato cercava di darsi alla fuga. Fu abbastanza per distrarla. Afferrai la mano di Troy, e corsi a rotta collo verso la cornucopia.
Sentimmo i lamenti di Nick e le sue urla, lontani come se cercasse ancora di scappare. Intanto, afferrai bruscamente per un braccio Jason, senza sensi, trascinandolo con Troy fino alla cornucopia, cercando di farlo salire sul punto più alto. Era pesante e incosciente. Sapevo che l'ibrido era consapevole dei nostri movimenti. E sapevo che non mancasse molto per rivolgere la sua attenzione su di noi.
"Nascondiamolo lì dentro. È svenuto, non si muoverà!"
"E se si svegliasse, e corresse al nostro aiuto?"
Domandai con voce strozzata. Troy ci pensò su, ma non avevamo scelta. L'orrendo rumore provocato dalla gola del mostro si fece sempre più vicino. Lo afferrammo per un braccio ciascuno, e lo trascinammo  dentro, nascosto trai scatoloni.
Subito dopo, ci arrampicammo il più velocemente possibile senza aver il coraggio di guardare all'indietro. Troy scivolò a terra con un tonfo. Mi sporsi, allungando la mano ma lui si irrigidì, rimando immobile. L'ibrido era a pochi metri da lui, illuminato dalle primi luci dell'alba. In quel esatto momento risuonò il cannone di Nick.
Tutto ciò che temevo sin dall'inizio, si realizzò. Ero in finale col le due persone che tenevo di più.
Non potevo immaginare una fine peggiore.
Troy non poteva resistere per tutta la vita a stare fermo. Vedevo la sua paura sul viso, e come cercava di calmare il respiro. Qualcuno doveva distrarre la creatura, e feci anche per buttarmi quando ricordai che Troy non avrebbe esitato a uccidere Jason. Ma sarei stata disposta a sapere che moriva Troy?
Solo uno di noi tre poteva uscire. Solo una sola persona.
I sentimenti che provavo per Troy erano troppo forti. L'idea che morisse era mostruosa. Lo stesso con Jason. Sapere che sarebbe morto nell'arena, era fin troppo crudele. Capitol non  lo meritava, non abbastanza. Jason non poteva semplicemente morire. Ma nemmeno Troy.
Sentì il viso inondarmi di lacrime, mentre prendevo la decisione più difficile di tutta la mia vita. Singhiozzai così forte, che vidi la tristezza negli occhi di Troy. Avevano un scintillio pericoloso. Capì immediatamente il suo piano.
"Lui avrebbe voluto questo, Diana! Avrebbe voluto che tu vincessi!"
Si voltò verso l'entrata della cornucopia, e fece per correre ma non lo permisi. Mi buttai a terra, e cominciai a correre con dietro l'ibrido inseguirmi. I suoi artigli graffiarono la mia schiena, ma questo non bastò a fermare qualsiasi mio movimento brusco. Sentivo Troy correre verso di noi, la voce disperata che mi urlava di fermarmi.
Ormai mi aveva afferrata per un fianco. I lunghi artigli scavati nella mia carne.
Non riuscì a trattenere un urlo di dolore. Mi accasciai a terra urlando e piangendo. Non era così che doveva finire. Non era così che doveva finire. Continuavo a ripetermi. Da un momento all'altro, cominciarono a passarmi davanti tutte le immagini della mia vita. Jonathan ridere. Jonathan che viene nominato. Jonathan che muore. Mia madre che impazzisce dal dolore. Il mio nome pronunciato da Losuan. I preparativi  degli Hunger Games. L'intervista di Troy. La morte di Brendon. Il bacio di Troy. L'unico accenno di felicità in una vita fatta di sofferenze.
Sentì un verso lungo e straziante, e qualche minuto dopo l'ibrido si dissolse in polvere. Troy aveva la spada impugnata, sul volto un espressione di terrore, mentre cadeva accanto a me. Aveva una ferita all'altezza dello stomaco. Il sangue ‪ sgorgava a fiotti.
Gli occhi azzurrissimi erano tristi mentre mi afferrava lentamente la mano. Non saremmo sopravvissuti. Lo sapevo io, e lo sapeva lui. Mi avvicinai lentamente e posai un leggerissimo bacio sulle sue labbra. Una volta staccata mi fece un sorriso tutto sangue. Gli occhi gli brillavano di quella luce ironica che avevo imparato ad amare.
Strinse più forte la mia mano, e con una promessa muta che alleggiava su di noi, chiudemmo gli occhi, con la certezza che infondo, i veri vincitori eravamo noi.

[Spazio Autrice]

Ed è finita questa piccola avventura. Ovviamente ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita fino alla fine, quelli che aspettavano pazientemente un capitolo dopo l'altro. Devo ammetterlo, sono stata dannatamente lenta ad aggiornare ma spero che ne è valsa la pena. Il vincitore quindi è Jason. In realtà, non pensavo di farlo vincere ma poi mi ci sono legata sempre di più(seh, mi sono innamorata di un personaggio inventato da me, LOL), non che non mi piacessero Diana o Troy o anche Brendon, ma Jason mi sembrava giusto che vincesse. Anche se gli ultimi tre hanno sofferto un po' troppo.
Dopo questo capitolo ci sarà un epilogo, dal punto di vista di Jason ovviamente. Poi, credo che farò due o tre capitoli a parte, su Troy. Non ne sono sicura, ma l'idea non mi dispiace.
Fatemi sapere voi, se siete interessati. E grazie di nuovo, vi amo 😘😘

La 59esima edizione degli Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora