Capitolo 6

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Capitolo sei.

Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.

[Albert Einstein]

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"Fate il vostro meglio per le sessioni private.Più il voto sarà alto, più possibilità di sponsor avrete."

Ci dice Michael mentre noi entriamo nell'ascensore. Annuiamo entrambi sorridendogli debolmente, evidentemente nervosi, e clicco il bottone del piano di addestramento.
Io e Jason ci rivolgiamo uno sguardo, e sospiriamo esausti. Questi due giorni di allenamenti ci hanno distrutto. Io ho voluto imparare più cose possibili, mentre lui ha passato ore e ore ad allenarsi con la spada, migliorando gradualmente.
Quando arriviamo, ci dividiamo, e ci alleniamo per l'ultima volta. Come mi ha detto Michael il primo giorno, evito i coltelli, non volendo sbandierare il mio talento davanti agli altri tributi. Soprattuto quelli favoriti. Nell'arena potrebbero prenderli, ed io sarei davvero senza possibilità di sopravvivenza.
Mi concentro nel costruire trappole, e fare nodi, ma Brendon che si è unito a me, è molto più abile.

"Facciamo una specie di gioco! Diana legalo e se tu, Brendon, riesci a liberarti vinci!"

Ci propone l'addestratore facendoci annuire divertiti, e subito dopo afferro la coda rivolgendo un sorrisetto malizioso a Brendon, che mi osserva ridacchiando.
Comincio a legarlo, girando continuamente la corda attorno al suo corpo, e facendo innumerevoli nodi. Scoppio a ridere quando mi allontano soddisfatta per vedere il mio lavoro, mentre Brendon si muove bruscamente ricordandomi vagamente un pesce fuor d'acqua.
Ma il mio sorriso svanisce, quando vedo che si libera neanche dopo qualche minuto. Lo fisso a bocca aperta mentre lui mi fa un occhiolino, come se dicesse "fattene una ragione. Sono io il migliore qui."

"Complimenti Brendon! Non ho mai incontrato uno che si liberasse così velocemente!"

Si congratula con lui, l'addestratore . Poi tocca a me.
Mi lega velocemente, e strettamente, prima di rivolgermi uno sguardo divertito, e mormorare:

"Tocca te ora. Facci vedere, su!"

Mi muovo bruscamente, molto bruscamente, cercando di liberare le mie mani, legate alle cosce, ma cado di faccia. Invece di aiutarmi, restano ad osservarmi, ridendo, mentre si aggiungono altri tributi per assistere allo spettacolo.
Mi muovo come se fossi un bruco, con evidenti problemi fisici, e cerco di alzarmi, fallendo miserabilmente. Le corde non mi lasciano nemmeno stare sulle ginocchia e questo spiega le mie continue cadute.

"Aiutatemi!"

Mi lamento, mentre finalmente sento due possenti braccia tenermi. Quando mi volto per vedere chi fosse, mi ritrovo il viso del ragazzo del distretto due, sorridermi caldamente.
Mi volto dall'altra parte e fulmino con lo sguardo Brendon, che è diventato letteralmente rosso dalle risate. Lui annuisce come se avesse capito, e mi slega.

"Ti ho battuta!"

Canticchia ed io sbuffo dandogli ragione. Sto per chiedergli di insegnarmi come ha fatto, quando vengo interrotta da una donna, vestita elegantemente di grigio che ci avvisa che ora abbiamo le sessioni private. Annuiamo tutti, e la seguiamo dove ci conduce in una grande stanza completamente bianca.
Ci chiede di sederci e noi ubbidiamo, per poi cominciare a chiamare i ragazzi del distretto uno, e così via, finché tocca a Jason.

"Stupiscili!"

Gli dico e lui annuisce sorridendomi. Entra in questa stanza, ed io aspetto nervosa. Non so che diavolo farò li. Lancerò coltelli, e poi? Voglio stupirli. Voglio fargli capire che sono una potenziale vincitrice. Devo ottenere un voto alto. Ne vale la mia sopravvivenza.
Dopo un quarto d'ora, mi chiamano ed io mi alzo rivolgendo uno sguardo fugace a Brendon, che mi sorride e mi dice che andrà tutto bene.
Cerco di calmarmi, e mostrarmi indistruttibile davanti ai strateghi ma finisco nel tremare.

La 59esima edizione degli Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora