6-Capitolo

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Dopo una settimana circa decido di tornare a scuola, almeno questo mi distrae dal tagliarmi.
Mi infilo dei jeans neri stretti e una felpa nera che amo da impazzire (quella nella foto). Mi faccio uno chignon molto spettinato, passo un po' di rimmel sulle ciglia e la matita nera sugli occhi. Mi guardo nello specchio soddisfatta.
-Forse è vero che sono un po' dark- penso passandomi il rossetto nero sulle labbra.
-Oppure mi concio così solo perché amo da impazzire il colore nero.-
Faccio spallucce e sorrido. Corro al piano di sotto prendendo lo zaino e acchiappo al volo una mela da mangiare durante il tragitto verso scuola. Aspettando l'autobus mi infilo gli auricolari e la potente musica dubstep di Skrillex mi riempie le orecchie.
-I want to kill everybody in the world- inizio a canticchiare senza rendermene conto pensando che è proprio quello che vorrei. Uccidere tutti. Ma non posso farlo e non è giusto dato che nessuno mi ha fatto niente. Quasi nessuno. Forse la soluzione adatta sarebbe la mia morte.
A distrarmi ci pensa l'autobus che arriva in perfetto orario. Mi siedo al mio solito posto; il sedile a due posti accanto alla finestra in fondo, così se qualcuno vuole sedersi lo puó fare senza farmi alzare, e se qualche vecchia dovesse rompere deve alzarsi quello accanto a me e non io. Lo so, sono malvagia muahaha. Questo pensiero mi fa sorridere involontariamente. A farmi smettere ci pensa subito la canzone depressa che segue quella di Skrillex.
-Ma chi voglio prendere in giro? Seriamente pensavo che andar avanti col sorriso finto e far finta di niente mi avrebbe fatta sentire meglio? Be', allora mi sbagliavo-.
Scendo dall'autobus avviandomi verso l'entrata della scuola. Noto che ho tutti gli occhi puntati adosso. Mi guardano tutti con compassione e sinceramente speravo di passare il meno osservata possibile. Sospiro e vengo sommersa da un'ondata di abbracci da parte dei miei compagni. Mi abbraccia anche un ragazzo che non ho mai visto prima. Quando mi stacca le braccia di dosso lo osservo meglio. Ok, è l'essere più bello che abbia mai visto in vita mia. Ha due occhioni verde foresta che, giuro, fisserei per ore intere. E quei capelli castani sono tremendamente sensuali (sempre se dei capelli possono essere sensuali). Mi verrebbe proprio voglia di scompigliarglieli, ma di certo non posso farlo, molto probabilmente mi prenderebbe per pazza. Noto che ha anche un fisico pazzesco, grazie alla sua maglietta nera attilata si intravedono i lineamenti dei suoi pettorali ben scolpiti.
Mi sorride e io ricambio cercando di non sembrare un ebete. Accidenti, penso di essere diventata tutta rossa dato che sento un lieve bruciore attraversarmi le guance.
-Sono Daniele, piacere. Sono il nuovo arrivato e anche il tuo compagno di banco- mi sorride. Oh mio dio. Ha un sorriso a dir poco stupendo e sento le mie ginocchia cedere. Meglio che mi sieda.
-Hei, io sono Summer, ma chiamami pure Sum-.
Suona la campanella e il prof di storia entra in classe dandomi il benvenuto dopo la mia essenza e ripresentandomi Daniele. La lezione pare interminabile e Daniele annoiandosi inizia a scrivermi bigliettini per non disturbare l'ora.

DANIELE:
-Ti trovo molto carina e interessante. Mi piacerebbe conoscerti un po' meglio-

SUM:
-Anche a me piacerebbe conoscerti meglio :)-

DANIELE:
-Bene. Quindi che ne dici di farci delle domande a vicenda?-

SUM:
-Mi pare una bella idea. Comincia tu-

DANIELE:
-Sei single?-

SUM:
-Purtroppo... Tu?-

DANIELE:
-Anch'io ;).

La lezione termina e io faccio per uscire dall'aula quando qualcuno mi tira per il braccio.
-Sum...-
È Daniele. Senza rispondergli lo guardo facendolo continuare.
-Stai bene?-
-Perché mi sta facendo proprio questa domanda con mille altre a disposizione?-
Annuisco. Lui tenendomi sempre il braccio ma allentando la presa, lascia che i compagni escano per la ricreazione.
-Sul serio, come stai? So che non è facile parlarne e so anche che tu non stai bene, anzi. Sappi che anche se ci conosciamo appena da un'ora io sarò sempre a tua disposizione e se ti va di parlare o di sfogarti fammi uno squillo- mi sorride dolcemente porgendomi il suo numero su un pezzetto di carta.
Sgrano gli occhi. Questo bellissimo ragazzo che conosco a malapena sa che ho qualcosa che non va e vuole aiutarmi. Non posso crederci! Prendo il foglietto e faccio per aprir bocca, ma vengo interrota da un suo meraviglioso abbraccio. Perdo un battito. Oppure mille.
-Perché sono così agitata? Cosa mi prende? Aiutooo-

DARK PARADISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora