-Vieni qua scema-
-Fottiti capra-
-Scusami?-
-No. Non ti scuso-
-Come mi hai chiamato?-
-Capra-
-Ma perché proprio capra?-
-Perché sei una capra. E smettila di fare tante domande.-
-Mi ami?-
-Certo che no-
-Io sì-
-Okay-
-Ma la smetti di essere così fredda?-
-Abbracciami-
-Solo se non sarai più fredda-
-Hai intenzione di farmi aspettare ancora a lungo? Smettila di fare domande e abbracciami.-
Sorride e mi abbraccia. Dio, i suoi abbracci. Mi fanno sentire così protetta, al sicuro.
-Sei mio?-
-Sono tuo. E tu mia-
-Io non sono di nessuno-
-Solo mia-
-...-
-Buon San Valentino amore mio- mi sussurra all'orecchio e mi bacia.
-Ma oggi non è San Valentino!-
-Lo è ogni volta che siamo insieme. E ti vedo. E ti abbraccio. E ti bacio. Sei mia e ti tratterò ogni giorno come se fosse un giorno speciale, perché con te lo diventa.- Mi bacia nuovamente.
Mi sto innamorando. Mi sto innamorando, cavolo.
-Sei così bella- mi accarezza il viso fissandomi dritto negli occhi. Sento un lieve calore attraversarmi il viso.
-Anche tu- abbasso lo sguardo.
Mi prende la mano e continuiamo a camminare. Non so dove siamo diretti e penso neanche lui. Ma non importa. Mi basta essere con lui. Mollo la presa della sua mano e mi metto a correre, raggiungendo un enorme prato ricoperto di neve. Bianco e intatto, troppo perfetto. Mi giro a guardarlo e già si avvicina ridendo. Mi alza da terra e mi carica sulle spalle.
-Fammi scendere immediatamente- scalcio e gli do pugni, naturalmente non veramente forti, sulla schiena.
-Scordatelo- corre per un po' con me in braccio e alla fine si stanca decidendo di buttarmi a terra.
Per vendetta gli lancio una palla di neve in faccia. O almeno miravo lì, ma dato che la mia mira fa decisamente pena, la neve non l'ha nemmeno sfiorato. Ridiamo entrambi come dei pazzi, soprattutto lui. Non vuole smetterla di prendermi in giro!
Si stende sopra di me e inizia a baciarmi il collo. Amo i baci sul collo, li trovo così eccitanti.
-Daniele- sussurro il suo nome con un filo di voce. Non mi degna di uno sguardo e continua a nutrirsi con la mia carne che diventa bollente a ogni suo tocco.
-Da- Daniele- ripeto, cercando di alzare il tono della voce pensando che prima non mi abbia sentita. Pensando? No, pensare è l'ultima cosa che riuscirei a fare.
Inizia a mordicchiarmi il collo e la clavicola lasciandomi una scia appena visibile di saliva. Mi passa la lingua sull'intero collo. Sto ansimando.
-Dimmi- alza lentamente lo sguardo. La sua voce è roca, il suo respiro affannato, pesante. Vorrei dirgli di smetterla, che siamo in un parco e che ci potrebbero vedere tutti e che inoltre ci possiamo ammalare dato che siamo distesi sulla neve da troppo tempo e abbiamo i vestiti zuppi. Ma non lo faccio. Non riesco a farlo, il mio cervello sembra non funzioni. Gli avvolgo il collo con le braccia e lo tiro a me baciandolo con forza. Ora sono io a baciargli il collo facendolo ansimare.
-Merda- me lo levo di dosso e con la velocità della luce corro a nascondermi dietro a un enorme cespuglio. Daniele si precipita verso di me.
-Sei così vogliosa che non riesci ad aspettare di arrivare a casa per farlo?- sorride malizioso e si avvicina nuovamente per baciarmi.
-No! C'è mia mamma. Guarda, è quella con la gonna nera e il giubbotto in pelle.-
-Ah, ecco da chi hai preso l'amore per il colore nero- sorride.
-No!- urlo e lo spingo a terra. -Io e lei non abbiamo niente in comune!-
Rimane a terra con un'espressione indecifrabile, seria ma non arrabbiata. Lo guardo.
-Dai, scusa- sospiro e mi siedo tra le sue gambe. -Solo che per un momento ho avuto paura che mia mamma ci scoprisse- lo guardo di nuovo dispiaciuta e lo bacio. Non è come il bacio di prima, aggressivo e veloce. Questo è lento, dolce e pieno di amore. Un paio di mesi fa non avrei pensato neanche all'esistenza del genere maschile, figuriamoci di baciare qualcuno. Però questo mi serve, mi è sempre servito. Mi aiuta a non pensare troppo e mi fa dimenticare di tutti i miei problemi. Aveva detto che mi avrebbe aiutata e in qualche modo ci sta riuscendo.
Il bacio si trasforma di nuovo in voglia e eccitazione. Scende piano piano con la mano toccandomi il sedere.
-No- gli sposto la mano e mi stacco un po' bruscamente da lui.
"Okay Sum, non fare la figura della santerellina sfigata, infondo vuole solo palparmi un po'. È normale, sono la sua ragazza da 3 mesi. E poi non stiamo facendo niente di male..."
Mi leva di dosso e si alza aggiustandosi i pantaloni.
-No Daniele, mi dispiace. Io... Io non sono abitu...-
-Non è colpa tua, è tardi. Devo andare. Ciao-. non lo vuole far notare, ma si vede che è infastidito.
-Daniele no, rimani ancora qui con me- lo supplico soffiandomi nelle mani per il freddo.
-No. Guarda, è già buio, è l'ora di tornare a casa- mi prende la mano e mi fa alzare.
-Allora vieni a casa mia! Stiamo un po' insieme,ci guardiamo un film e poi possiamo...-
-Sum ti ho detto che non posso, non essere così testarda-.
Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, lui a fissare per terra e io lui.
-Mi accompagni almeno a casa?- chiedo quasi sottovoce. Annuisce. Sguardo serio, privo di dolcezza. Sembra... stanco.
Durante il tragitto verso casa non apriamo bocca. Lui sembra immerso nei suoi pensieri che non devono essere piacevoli e spero che non si comporti così per colpa mia. Io invece mi faccio mille paranoie sapendo benissimo che è arrabbiato perché non gli ho permesso di toccarmi. Forse. No dai, mi ama. Non può arrabbiarsi solo per questo.
Una volta sotto il portone di casa mia ci fermiamo.
-Sei arrabbiato per colpa mia?- chiedo timidamente torturandomi le dita.
-Non sono arrabbiato, tranquilla. A domani- sorride appena e mi posa un lieve bacio sulla fronte.
E già lo vedo lontano, non si gira nemmeno a salutarmi. Si mette il cappuccio e continua a camminare lungo il marciapiede affollato di Manhattan.
-Daniele...-
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DARK PARADISE
RomanceSum, una sedicenne dark che deve affrontare molti problemi come ad esempio l'alcolismo di sua madre,la perdita di suo padre e della sua migliore amica. La ragazza ormai caduta in depressione comincia a tagliarsi e a drogarsi. Ma un giorno trova l'a...