(CAPITOLO 23)> Cesare A Brooklyn.

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Era già passati più o meno due giorni, da quando Cesare Borgia ci aveva raggiunte nel ventunesimo secolo, ancora non aveva alcuna notizia della nostra famiglia prigioniera nel palazzo di David Moon. A Cesare venne data la camera di Phil momentaneamente, il tempo necessario affinché sarebbe rimasto nella nostra epoca. Una notte, Cesare bussò alla mia porta, entrò e poi disse:

- <<Non posso starti lontano!, non ci riesco proprio!>>.

- <<Parla a bassa voce, sennò sveglierai Miry!>>, esclamai.

Successivamente strinse le sue braccia attorno alla mia vita, ma io lo respinsi.

- <<Perché continui a respingermi?, cosa c'è che non va tra di noi?>>, domandò Cesare confuso dal mio comportamento.

- <<Siamo troppo diversi!>>, risposi dandogli le spalle.

- <<Non è vero!>>, esclamò con un tono ricco di rabbia.

Mi voltai e gli rivolsi lo sguardo, rimasi a fissare quei bellissimo occhi color smeraldo in cerca di una risposta alla mia sofferenza. Rimanemmo a guardarci in silenzio, senza aggiungere altro.

- <<Raven!>>, esclamò a bassa voce.

- <<Non dire nulla...!>>, risposi accarezzando delicatamente il suo viso.

- <<Noi non potremmo mai amarci, mio caro Cesare, il nostro è un'amore impossibile!>>, aggiunsi rattristita.

- <<Ne sono consapevole!, sono proprio gli amori impossibili che ti fanno soffrire così tanto!>>, rispose sussurrandolo dolcemente al mio orecchio.

- <<Mi dispiace!>>, esclamai lievemente.

Scostò una ciocca di capelli da davanti al mio viso e poi mi baciò, fu il bacio più vero che io avessi mai ricevuto. Subito dopo mi baciò per una seconda volta, mettendo a tacere qualunque buona ragione che avessi per tirarmi indietro, ci spostammo poco dopo sul mio letto, dove caddi delicatamente tra le lenzuola profumate e morbide. Lui si piazzò su di me e mi baciò sulla la punta del naso, ma poi dissi:

- <<Io non ho mai....!>>.

Mi vergognavo, le mie guance si tinsero di un rosso delicato e il cuore iniziò a battere fortissimo. I suoi occhi chiari divennero di un rosso acceso, mentre mi riempiva di attenzioni.

- <<Fammi restare qui in eterno!>>, esclamò sussurrando.

- <<Sai che non si può, devi ritornare nella tua epoca>>, risposi travolta da mille emozioni diverse.

- <<Rinuncerò a tutto pur di restare al tuo fianco>>, aggiunse mentre scivolava le sue mani lungo ai miei fianchi.

Affondai delicatamente la mano tra la sua folta chioma. Dopodiché intrecciò le sue dita sulle mie, lo guardai e poi posai le mie dita fredde sul suo petto, avevo una grande paura di perdere il controllo. Fuori, nel frattempo, iniziò a diluviare, la paura in quell'attimo di totale piacere era davvero indescrivibile, non avevo alcuna intenzione di distruggere la mia stanza. Inconsapevolmente lasciai cadere una lacrima lungo al mio viso arrossato, erano delle lacrime di gioia, ma allo stesso tempo di tristezza perché lui non sarebbe rimasto a lungo. Mi strinsi a lui, insinuando le mie gambe tra le sue. In seguito la sua voce sussurrante attirò la mia attenzione e disse:

- <<Stai bene?>>.

- <<Sì>>, affermai col sorriso stampato sulle labbra.

- <<Allora perché stavi piangendo?>>, domandò spostando il peso su un fianco.

Il Segreto Di RavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora