[magnetic]

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I giorni passavano e mi sentivo sempre più il suo sguardo addosso,ormai era diventata una dipendenza sia per lui che per me.

I giorni passavano e ormai era sabato,erano quasi le sei dovevo prepararmi per la festa di Giovanni ma ero stasa sul letto a pensare

perché era diventata una dipendenza farmi ossrrvare?

Perché non potevo farne a meno?

perché mi sentivo incompleta quando non mi fissava così intensamente?

-Okey,dai cara ripigliati seno ti prendo a schiaffi.- sentii parlare la mia.coscienza che volevo mandar a puttane ma era sempre li a rompe er cazzo.

Si sono fatte le nove e mezza ho un ora per prepararmi.

Mi alzo pigramente dal letto e mi dirigo verso l'armadio.

Frugavo ormai fa più di mezz'ora buttando vestiti ovunque per la stanza.

Alla fine ho deciso per delle calza a retino nere deiol shorts neri una maglia nera con scritte oro e le mie adorante converse nere sul rialzo

Mi sistemai i capelli e mi trucci con eyeliner,e ci andai giù pesante, mascara fard terra cipria, non sembava che stassi andando a un compleanno ma a incontrare la regina Elisabetta,comunque fotte sega.

Erano le dieci e un quarto e sotto casa mi asettava Astrid sempre ben vestita e capelli raccolti in una treccia disordinata.

«Ti sei fatta bella»dissi a Astrid,ammiccando alla gonna.

«tu non sei da meno ai deciso di fare colpo?!» ribatté lei

Ci avviammo parlando,e infrangendo il silenzio tombale del vicinato e ad un certo punto ci sentimmo suonare il clacson di una Volvo nera.

«puttana troia» imprecai per lo spavento mettendomi ina mano sul petto mentre Astrid ridacchiava sotto i baffi.

Mi girai e vidi che erano Franco e Luca che ridevano affannosamente.

Ci avvicinammo vicino la macchina e Luca abbassò il finestrino del passeggero,ancora ridendo.

«volete un passaggio?»chiesero ridacchiando

«certo! Mi sono scocciata di camminare »disse Astrid

«okei...ma io sto davanti »dissi io socchiudendo gli occhi

«scusami?!»disse Luca alzando un sopracciglio interrogativo

«ai capito bene, dai smamma»dissi facendo segno do andarsene

«no!»dissecon una faccia decisa

«ok»dissi aprendo lo sportello e sedendomi in braccio a lui e tutti mi guardarono straniti.

«che c'è? Io ottengo sempre ciò che voglio!»dissi mentre Astrid si sedeva dietro a Franco

Eravamo a metà strada che intravidi una figura familiare,molto familiare.

Era Kiara stava piangendo, le era colato tutto l'eyeliner e dai polsi le colavano goccioline di sangue.

Feci cenno a Franco di accostare e scesi immediatamente dell auto e le corsi incontro.

«Kiaretta,tesoro,aspetta!» dissi fermandola

«Cri..sti..na»disse tra un singhiozzo e l'altro

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