𝟏𝟒.

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«Come scusi?» domandò l'angelo, confuso.

Il demone lo ignorò, abbracciandolo forte.

«Oh, Aziraphale!» esclamò, piangendo.

«Ehm sì, sono io... ma-»

«Ma cosa ti è successo? Sei cambiata!»

«Credo di non capire.»

Crowley si avvicinò per dargli un bacio ma l'altro lo fermò.

«Scusami, ma tu chi sei? E perché un demone come te è qui nel mio negozio? Non credere che io non ti abbia percepito. Cosa vuoi?»

Quando Crowley aveva varcato la soglia del negozio, l'angelo aveva capito subito che ci fosse un demone nei paraggi e si era irrigidito come le corde di un violino.

Sotto al bancone teneva sempre a portata di mano un'arma e non ci avrebbe pensato due volte a tirarla fuori e ad usarla. L'angelo si era però reso conto che quel demone dai capelli rossi non era una minaccia e perciò si era rilassato.

Il rosso diceva di conoscerlo ma lui di certo non lo aveva mai visto. L'aveva persino chiamato per nome e l'aveva abbracciato. Diamine, voleva persino baciarlo! Forse quel demone centrava qualcosa con la sua assenza di un mese?

«Suvvia, ora basta recitare. Sei di nuovo qui e stavolta prometto che non ti accadrà più nulla. Non lo permetterò!» esclamò. «Credevo di non rivederti mai più.»

«Scusami, ma io davvero non so chi tu sia.» rispose secco l'angelo, spezzando in mille pezzi il cuore dell'altro.

«Come? Davvero non... non mi riconosci?»

«Io... no...»

Il demone si allontanò, dandogli le spalle, e premendosi forte le dita sulle palpebre per evitare di scoppiare in un pianto rabbioso.

«Come ti chiami?» gli chiese l'angelo.

«Crowley... ma ora non ha più importanza.»

Il rosso non sopportava più di stare in quella libreria. Si avviò verso la porta con passo deciso, ma Aziraphale lo bloccò.

«Ti prego, non andare.»

Il demone volse lo sguardo altrove. Non voleva guardare l'angelo negli occhi.

«Non andartene così. Cielo, è tutto così strano. Vedi, la gente pensa che qui ci lavorasse una ragazza quando invece ci ho sempre lavorato io, e ho scoperto a mia insaputa che il negozio è stato chiuso per un mese, quando invece pensavo di averci lavorato fino a ieri sera. Poi arrivi tu che a quanto pare mi conosci e di sicuro centri qualcosa in tutta questa situazione. Aiutami a ricordare.»

Crowley non riuscì a dirgli di no. Gli avrebbe raccontato tutto, perchè non voleva che il loro rapporto finisse in quel modo.

Aziraphale, anche se non ricordava, era lì accanto a lui. Non tutto era perduto. E poi, se l'angelo si era innamorato di lui una volta... forse ce ne sarebbe stata una seconda.

«Va bene, allora. Troviamoci vicino al Colosseo oggi pomeriggio, alle 15.» rispose.

Poi aprì la porta e se ne andò.

◇◇◇

Più tardi, all'ora stabilita, i due si incontrarono come d'accordo.

«Ciao.»

«Ciao...»

Ci furono dei secondi di silenzio.

«Aziraphale, ascolta. Prima di iniziare, voglio che tu sappia che tutto ciò che ti dirò è vero... per quanto assurdo ti possa sembrare.»

L'angelo annuì, con il cuore a mille.

Crowley allora gli raccontò tutto: il primo incontro in Paradiso, il corpo femminile che lui aveva prima di morire, com'era diventato un demone, l'incontro sulle mura dell'Eden, le città visitate assieme, chi era veramente Gabriele, la sua morte e infine gli confessò l'amore che aveva sempre provato per lui.

Quando il demone finì il suo racconto, il sole ormai era tramontato.

L'angelo aveva ascoltato tutto attentamente, senza proferir parola. Erano tante informazioni da digerire. Inoltre, ancora non si spiegava l'assenza di un mese.

«Ricordi qualcosa, ora?» gli chiese il rosso.

«No. Comunque, come la spieghi la mia assenza di un mese?»

«Non lo so. Insomma, per me eri morto un mese fa e poi oggi, dopo un mese, ti ritrovo in negozio.»

«Ti ringrazio per avermi detto tutto e ti credo. Se Dio ha deciso di riportarmi in vita, un motivo ci sarà. Spero di scoprirlo presto.»

Il demone sospirò, guardando altrove.

𝐋𝐄𝐆𝐀𝐓𝐈 𝐏𝐄𝐑 𝐒𝐄𝐌𝐏𝐑𝐄 | 𝐆𝐎𝐎𝐃 𝐎𝐌𝐄𝐍𝐒 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora