Segni.

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"Queste cicatrici sono i segni di chi combatte"
-Grey's Anatomy

"Questa cosa sta andando troppo oltre." Disse mia madre sedendosi sulla sedia della mia camera d'ospedale. "Non puoi continuare così" aggiunse.

"Cosa ne sai tu? Se io mi sentissi bene facendomi questa cosa? Se io un taglio dopo l'altro sorridessi? Tu non ci sei mamma, non puoi sapere quello che provo, non puoi sapere il motivo di qualsiasi cosa io faccia" le urlai un faccia. "E se fossi tu la causa di questi tagli?" Glie li feci vedere e lei si girò dall'altra parte della stanza. "Cosa ne sai tu della mia vita?"

"Pensi che non me ne importi? Pensi che ogni sera non pianga per mia figlia? Pensi che non mi incolpo ogni dannatissimo giorno per quello che stai diventando? Sei mia figlia, diamine! Come puoi pensare che non mi interessi una cosa del genere?" Le lacrime minacciavano di uscire, di nuovo.

"E perché sono arrivata a questo punto? Perché sono arrivata al punto di dover venire qui almeno una volta al mese? Perché sono arrivata al punto di non mangiare più a pranzo? Perché sono arrivata al punto di dover mentire quotidianamente a mia sorella?" Ormai stavamo urlando tutte e due. "Perché sono arrivata al punto di mentire anche ai miei genitori?" Aggiunsi subito dopo.

"Non l'ho voluto io, Emily. Non ho voluto io che arrivassi a questo punto." Dopo cominciò a ragionare. "Su cosa ci stai mentendo?" Aggiunse guardandomi negli occhi.

"N-niente" balbettai. Abbassai lo sguardo, non riuscivo a mantenere il contatto. "Lasciami sola per favore" aggiunsi quasi sussurrando. Lei si alzò e se ne andò. In quel momento avrei solo voluto che si alzasse e venisse ad abbracciarmi. Ma dissi tutto il contrario.

Affondai la testa nel cuscino sperando di smettere di respirare, o almeno di non pensare. Ma non riuscii a fare nessuna delle due cose. Diedi un'occhiata ai miei polsi, erano ridotti uno schifo, tutti quei segni erano i segno di un'adolescenza buttata nel cesso. Erano i segni di una ragazza che voleva smettere di vivere, smetterla di soffrire e pensare. Erano i segni di chi combatte, i segni di una guerriera che stava per perdere la sua battaglia più grande, la vita.

Che poi che cosè la vita? Un insieme di sofferenze con una felicità tra le sofferenze. Un insieme di tristezza e solitudine. Un insieme di tagli, amori impossibili. Un insieme di sguardi allo specchio e vetri rotti. La vita è uno schifo, la vita fa schifo. La vita è un mezzo che ha come punto d'arrivo la morte, ti allunga solo in tragitto.

Pain. Z.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora