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Avevo così tanta paura, volevo sapere l'identità di quell'uomo, perché mi conosceva, perché sapeva di Hyunjin e soprattutto perché mai voleva persuadermi con quei stupidi numeri di valenza karmica.

« Che assurdità è mai questa?! » mi esasperai battendo un colpo nervoso sulla scrivania facendo cadere quei dannati fogli torturati qualche istante prima.

« Aish! Mi avete stufata anche voi! » li ripresi strappandoli del tutto e gettandoli con violenza nel cestino spaventando addirittura Jisung che stava appena entrando.

« Buo.. buongiorno Jieun, che sta succedendo? Siamo stati richiamati perché il progetto su quella libreria non va bene? » chiese, avvicinandosi preoccupato alla mia scrivania, inclinando appena la testa per fissarmi negli occhi.

« No, non è per questo. » cercai di placare la mia rabbia.

« E cosa è successo? Se non sono indiscreto.. sei sempre così chiusa con me quando si tratta della tua vita privata. » disse facendomi quasi tenerezza ma aveva ragione.
Quando si trattava di me, della mia vita e dei sentimenti ero come una cassaforte chiusa della quale si dimenticano le coordinate e non c'è più verso di sbloccarla ed io mi sentivo davvero così, intrappolata in una vita che non sentivo più mia, in una vita che stava iniziando a starmi stretta, una vita che non avrei voluto più vivere e così mi lasciai andare per la prima volta e raccontai tutto ciò che era successo a Jisung.

« E questi sono i numeri che mi ha lasciato prima di andare via. » dissi concludendo la storia porgendogli quel post it con le mani tremanti.

Jisung iniziò a leggerli e prese a fissarmi ancora più preoccupato di quando non sapeva nulla.

« Jieun ma nessun uomo è uscito di qui quando sono arrivato. » disse, venendo poi interrotto da Minho e Changbin curiosi di vederci così presi da una conversazione.

« Che sta succedendo? » chiese inaspettatamente Minho.

« Voi avete visto quell'uomo, vero? » chiesi.

Changbin e Minho si guardarono di scatto sbalorditi.

« Jieun stai male? Hai la febbre? Nessun uomo è stato qui! »

Stavo letteralmente per piangere, non riuscivo più a trattenermi un secondo di più.
Mi sedetti sconfortata e senza forze sul pavimento con le mani tra i capelli e gli occhi intrisi di lacrime creando un oceano che faticava a sgorgare.

« Che cosa mi è successo? Chi mi ha scritto questi numeri? Perché solo io ho visto quell'uomo? Sono forse impazzita?! »
Dissi con la voce rotta dal pianto tremando dalla paura, facendo preoccupare tutti e tre i ragazzi.

« Jieun, vuoi un caffè? Vuoi che ti accompagniamo a casa? Qualsiasi cosa. Parla, nessuno ti mangerà.. non devi tenerti sempre tutto per te. » Disse Minho quasi con gli occhi lucidi.

Era davvero preoccupato e lo erano anche Jisung e Changbin e non volevo assolutamente che qualcuno si preoccupasse per me così cercai di farmi forza e mi alzai, gettai quei numeri tra le varie carte e mi accomodai poggiando poi entrambi i gomiti sul tavolo e il mento sulle mani.

« Non è successo niente, non hai visto nessuno per una settimana e quel nessuno non è mai stato qui a scriverti quegli assurdi numeri karmici! » cercai di convincermi incuriosendo sempre più i ragazzi che mi accerchiarono letteralmente.

« Da una settimana? »

« Numeri karmici? »

Si guardarono tutti e tre più confusi che mai.

« Jieun noi domani alle 13:13 andremo in quella dannata ricevitoria e ce li giocheremo. Lo faremo insieme! » propose Changbin guardandoci tutti ma nessuno rispose.

« Me li gioco da solo? » chiese timidamente cercando di recuperare il post it ma venne bloccato dalle mani di tutti.

« Lo faremo tutti insieme, okay, va bene, l'ho detto! » dissi con lo sguardo al cielo.

Parlare non era mai stato il mio forte e né tantomeno invitare qualcuno a fare qualcosa insieme a me e quindi finì per far scoppiare a ridere ognuno di loro.

« Tu, con questa faccia ci hai appena invitati a fare qualcosa insieme? » rise di gusto Minho.

« Stai facendo sul serio? » aggiunse cercando di trattenere le risate.

« Oh senti, ci vado da sola, scherzavo! » ripresi quel post it con prepotenza.

« Dai Jieun, faremo i bravi. » intervenne Jisung.

« E se vinci qualcosa dividiamo.. » aggiunse unendo poi i due indici delle mani assumendo un'espressione da bambino di due anni.

« Se me lo dici così va bene, accetto. » dissi facendo esultare i ragazzi.

« Dopotutto sei normale anche tu! » sorrise Minho ritornando nella sua stanza insieme a Changbin lasciandomi in mutismo selettivo oer un po'.

Ero davvero normale anche io dopo tutto ciò che avevo visto da sola?
Ero davvero sana di mente?

A quelle domande non riuscivo a dare più risposta.

« Aish, ho bisogno seriamente di una vacanza! »

Eyes | HWANG HYUNJIN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora