13.

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Il giorno seguente arrivò e finalmente le 13:13 diventavano sempre più vicine così mi incontrai con i ragazzi fuori alla ricevitoria e qualche minuto prima dell'orario propizio vi entrammo decidendo di comunicare i numeri da giocare.

Ero così serena in quel momento, quasi come se tutto l'accaduto della notte scorsa fosse stato soltanto un incubo e a momenti ero anche sicura che avremmo vinto un ingente somma di denaro e non avevo altri pensieri se non che cosa avrei fatto con la mia parte della somma ricavata ma a rovinare tutto fu una strana sensazione.

Il mio cuore cominciò a vibrare, quasi a farmi male e non sapevo che cosa stesse succedendo ma di lì a poco qualcuno spinse la porta per entrare e fu anche ben accolto dai proprietari della ricevitoria come se lo conoscessero da un pò.

« Ehi, Hyunjin! Di nuovo le sigarette per te e per il tuo capo? Ma quanto fumate? » Gli chiese ridendo uno dei ragazzi dall'altro lato del bancone.

All'udire di quel nome rimasi pietrificata e neanche trovai minimamente le forze per voltarmi verso di lui ma Jisung e Changbin inaspettatamente si misero a bisbigliare qualcosa insieme a Minho.

« Nooo, ma è proprio lui? Non ci credo! »

All'udire dei loro bisbiglii mi voltai verso loro tre per capire che cosa stesse succedendo e vidi negli occhi di Jisung un velo di turbamento come se quasi fosse infastidito dalla sua presenza ma solo Changbin sembrava capirci qualcosa, io e Minho come al solito ci guardammo confusi.

Hyunjin nel frattempo avanzò completamente all'interno della ricevitoria e la mia anima stava ribollendo per girarsi e voltarsi completamente verso di lui ma qualcosa riuscì a trattenermi e rimasi nascosta dietro di Minho, in modo da non farmi vedere ma Hyunjin voltandosi nel tentativo di recuperare le monete nel grembiule da lavoro mi intravide e mi riconobbe soltanto da una ciocca di capelli e sorrise senza dire nulla, dopodiché rispose al ragazzo, gli pagò quanto doveva riponendo le sigarette in tasca e riprese a guardare nella mia direzione per qualche istante bisbigliando qualcosa a se stesso.

« Mi sarò forse sbagliato? Sono forse impazzito? Aish! Come posso vederla ovunque? » si grattò appena il capo in modo stressato, salutò i ragazzi, si fermò per un attimo all'uscio della porta e poi decise di andar via più confuso che mai.

« Ma perché mai avrebbe dovuto avere quella reazione? » pensai tra me e me guardandomi poi confusa con gli altri.

« Io non lo sopporto quello sbruffone. » disse subito Jisung.

« Io non ho capito chi è. » disse confuso Minho

« Un nostro compagno delle superiori sempre perfettino, studioso, composto, stava sempre sulle sue e aveva sempre ideali diversi da tutti. » intervenne Changbin.

« E perché sarebbe sbruffone uno così? » chiesi non ricevendo poi alcuna risposta perché venni sopraffatta dalla voce di Minho.

« Ma qualcuno può dirmi chi è? Aish, che noiosi che siete. Tenetevi pure i vostri segreti! » disse andando verso la porta.

« Ci vediamo in ufficio. » aggiunse andando via.

« Ah ma perché è così permaloso? È terribile! » si lamentò Jisung cercando di raggiungerlo insieme a Changbin e a quel punto rimasi sola e confusa a guardare il pavimento.

« Quell'uomo mi ha parlato di Hyunjin, mi ha detto di venire qui alle 13:13 e Hyunjin è entrato proprio a quell'ora. Ma che cosa sta succedendo? » pensai ad alta voce mentre i ragazzi dietro di me mi stavano guardando in modo strano.

« Penso che di questo passo finiremo per giocarci anche noi dei numeri, tu e i tuoi amici siete proprio svitati. » mi guardarono quasi con disprezzo ma non li considerai neppure e andai via sbattendo la porta.

« Svitati, noi? Forse si ma non importa. » dissi a me stessa sedendomi poi su un muretto non molto lontano da lì e mi resi conto che a pochi metri dalla mia postazione c'era Hyunjin intento ad accendersi una camel azzurra 100's ed era così etereo anche con una sigaretta sulle labbra.. quelle maledette labbra che mi tormentavano minuto, ora e momento perché avrei tanto voluto averle sulle mie probabilmente per sempre ma allo stesso tempo avrei voluto soltanto un'amnesia per poter dimenticare ogni suo singolo movimento e lineamento ma ormai ero lì e non potevo fare a meno di perdermi a fissarlo incantata, seguendo letteralmente ogni suo movimento sinuoso, ogni qualvolta sospirava da quella sigaretta. La sua aura mi rapì anche a debita distanza come una luce, un richiamo, come un canto di una sirena e il mio sguardo si posò così su di lui e inevitabilmente, senza che me ne accorgessi restai a fissarlo per tutto il tempo che decise di rimanere lì.

I miei occhi si riempivano letteralmente di lui, i miei battiti si fermavano alla vista di tutto ciò che era ma allo stesso tempo mi sentivo morire travolta da una tachicardia senza fine a causa di tutta la bellezza che emanava anche se in quel momento mi appariva triste con soltanto la voglia di piangere. 
Avrei tanto voluto raggiungerlo per abbracciarlo, magari anche senza proferire alcuna parola ma soltanto per dargli il supporto e il calore che forse desiderava ma sicuramente meritava ma di lì a poco decise di alzarsi, guardando il cielo e proseguì lungo la strada per tornare a lavoro ed io in quel momento ebbi l'ennesimo déjà vu perché anche Sam guardava sempre in alto in quella parte del cielo per ricercare la sua stella anche di giorno nei suoi momenti di sconforto ma cosa stava a significare tutto ciò?

Eyes | HWANG HYUNJIN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora