Cambiamenti inaspettati

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Il giorno dopo il suo arrivo Lizzie decise, quindi, di fare una sorpresa a Ottavius e raggiunse il suo vecchio liceo, dove lui lavorava come docente di storia. 

Sperando che non sia il suo giorno libero.

In portineria le indicarono il suo ufficio, anche se lei se lo ricordava perfettamente.

Non avrebbe potuto dimenticare quel giorno, neanche desiderandolo con tutte le sue forze.

Bussò alla porta e infilò la testa per vedere se poteva entrare.

Lui era in piedi e parlava con una studentessa ed entrambi alzarono il volto verso di lei al rumore della porta che si apriva.

Ottavius sorrise, "Sei arrivata in città! Potevi avvisarmi!" le disse facendole cenno che poteva entrare.

La studentessa si limitò a farle un timido cenno di saluto.

"Ginny, questa è la signorina Thompson! La mia futura sposa!" disse Ottavius con una risata allegra, rivolto alla ragazza.

Lizzie rise insieme a lui, ma agitò la mano in segno di diniego, "Non è vero! Non mentire ai tuoi studenti, Ottavius, oppure non ti prenderanno più sul serio!"

La ragazza, dopo un breve momento di esitazione, si concesse di ridere insieme a loro.

Ottavius si vantava sempre di essere un insegnate severo, ma vedendo come la studentessa sembrava suo agio in quell'ufficio, le venne il dubbio che anche quella fosse una delle esagerazioni del mago.

Quando furono soli, dopo che Ottavius aveva congedato la studentessa, si concessero finalmente un lungo abbraccio.

"Come va l'esercitazione?" le chiese, risedendosi dietro la scrivania.

"Meglio! Sono riuscita ad ottenere un piccolo risultato!" rispose Lizzie, emozionata.

"Hai finalmente capito quale è il tuo elemento?"

Lizzie chinò il capo, leggermente sconfortata, "Credo sia l'acqua" rispose, "Il più banale tra gli elementi!" si lamentò.

"L'acqua non è banale!" rise Ottavius, "E' il più potente tra gli elementi!"

"Ti ricordo che tu lanci letteralmente palle di fuoco dalle mani!" ribattè lei ostinata.

Ottavius si chinò in avanti, senza smettere di ridere e le fece cenno di avvicinarsi.

"Ti svelo un segreto, mio amore, ma non devi dirlo a nessuno! Il mio elemento è l'aria, non il fuoco!"

"Cosa? E come fai allora?"

"Anni di studio, tesoro" ribatte lui con un sorriso malizioso, "Di chimica, ovviamente, non di magia!"

Lizzie gli tirò un piccolo pugno simbolico, "Finiscila di flirtare con me!" gli disse ridendo.

Ottavius smise di ridere e la guardò negli occhi in modo diverso, "Non puoi impedirmelo, Lizzie! La mia proposta di matrimonio è ancora valida, lo sai!"

Lizzie accennò un sorriso incerto, "Stai scherzando anche ora, giusto?"

Ottavius sospirò, mentre si alzava e le porgeva la mano, "No, Lizzie. Tu mi piaci sul serio, ma so che la tua testa è ancora da un'altra parte, quindi per il momento mi limito ad aspettare."

Lizzie gli prese dolcemente la mano e si alzò, "Ottavius, non credo che il tatuaggio funzioni!"

"Posso?"

Lei annuì e abbassò il maglioncino, tirando il colletto, fino a scoprire il tatuaggio.

Ottavius annuì, "No, Lizzie, sembra che sia tutto apposto. Perché questi dubbi?"

Lizzie esitò troppo nel rispondere e lui capì comunque.

"Come ti dissi una volta, in questa stessa stanza, con la runa addosso quello che provi è tuo e solo tuo."

Lei si limitò ad annuire, incerta su cosa dire.

"Lizzie, c'è una cosa che devo dirti. Xander non vive più in città!."

Lei alzò di nuovo lo sguardo, che si era abbassato per gestire mentalmente i pensieri vorticosi che le impazzavano dentro quando Ottavius le aveva detto che il tatuaggio stava funzionando.

Non si aspettava quella notizia e rimase un momento bloccata per valutarne le implicazioni, "Il branco si è spostato?"

Fu il turno di Ottavius di accigliarsi, "No, il loro campo è ancora nella riserva a nord."

"Ottavius, lui è l'alpha! Non può spostarsi da solo!" disse lei, prima di aggiungere "Almeno credo!", lanciandogli un'occhiata dubbiosa.

Lui si strinse nelle spalle, "Forse non è più l'alpha!"

"Non scherzare!"

Non doveva scherzare su quello!

Una sgradevole sensazione, un misto di panico, rabbia e senso di colpa le salì dallo stomaco e le strinse la gola.

Non era per quello che aveva sciolto il loro legame!

"Ottavius, sei in macchina? Mi accompagni alla riserva?"

"Adesso? Io non credo che sia una buona idea, Lizzie!"

Lei si mise la borsa a tracolla e prese la giacca dallo schienale della sedia, "Vado a piedi, allora!"

"No! Va bene, ti accompagno! Io però non posso entrare nella riserva, mi è vietato!"

Lizzie gli lanciò un'occhiata incuriosita, ma non era il momento per altre domande.

"Non ti preoccupare, entrerò da sola!"

I nostri erroriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora