Un nuovo accordo

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Attenzione: sono presenti forti scene di violenza!

Quando si svegliò Lizzie era completamente paralizzata. Ogni piccolo movimento le procurava un dolore acuto alla schiena e al basso ventre. Se muoveva il collo le spalle sprigionavano fiamme di dolore che le arrivavano fino alla testa.

Cercò di guardarsi attorno e si accorse che era ancora nuda, con solo brandelli del jeans che erano scivolati fino alle caviglie ed una manica della maglietta era ancora sulle sue spalle. Riusciva a guardarsi il corpo solo perché era sta adagiata su un divanetto gotico in velluto rosso nero. La sua pelle mostrava il principio di grossi ematomi lungo i fianchi e il ventre. Sarebbero diventati viola nel giro di poche ore.

La cosa che però la spaventò di più erano le cosce, sporche di sangue rappreso, tantissimo sangue, pensò allarmata. Provò a toccarsi le gambe, ma non appena alzò un braccio, una lunga fitta di dolore alla schiena la fece urlare.

Iniziò a piangere e a boccheggiare per la paura, non riusciva neanche a muoversi.

Una porta si aprì poco fuori dalla sua visuale e tre vampiri entrarono nella stanza. Lizzie riconobbe Michael ed ebbe di nuovo paura, ma lui si limitò a ridere malevolo, prima di andare a sedersi su un altro divanetto gemello, dall'altra parte della stanza. Uno dei due vampiri che non conosceva si avvicinò a lei, palesemente un servitore, che le apri la bocca e le fece bere un liquido trasparente dal sapore amaro. Lizzie bevve senza protestare. Michael l'aveva ridotta ad un'ombra di se stessa, senza più il desiderio di fare o pensare qualcosa.

Il servitore lasciò subito dopo la stanza.

L'ultimo vampiro era bianco come Michael, ma nel suo caso il pallore era smorzato da una folta chioma bionda che niente aveva a che fare con i capelli dei suoi due fratelli. Lizzie lo sentì ringhiare verso suo fratello, "C'era bisogno di ridurla in questo stato, fratello?"

Michael fece un gesto vago con la mano, "Non l'ho morsa, però!"

"A questo punto tanto valeva!" ribatte il vampiro biondo arrabbiato.

Michael si alzò, sempre più divertito dalla situazione, "Non ti arrabbiare, fratellino! Puoi aspettare che l'antidolorifico le faccia effetto e giocarci pure tu!" disse lanciando un'occhiata ad Lizzie, che trattenne il fiato. "Oppure no" concluse Michael, "Prendila ora e senti quanto sono deliziose le sue urla!"

Il fratello si rivolse ad Lizzie, "Mi chiamo Tristan Todorovich. Dicci perché sei venuta fino a qua? L'accordo con gli Astoria è già cosa vecchia."

Lizzie non voleva credere che doveva parlare di questa cosa così, nuda e accasciata su un divano, sporca di sangue, davanti il suo stupratore.

"Io.." cominciò, "Voglio contrattare con voi!" disse con voce rotta.

Michael rise, "Ti avevo detto che era fantastica!"

Tristan la guardo accigliato, "Cosa potresti avere, tu, che possa interessarci?"

L'antidolorifico forse stava agendo perché Lizzie sentì che poteva muovere il collo e raddrizzare la testa, "Vi posso offrire la vendetta che sicuramente state bramando" disse con la voce roca.

Tristan mostrò i canini in un gesto di minaccia e Michael smise di ridere.

"Spiegati" le ordinarono.

"Evan è stato ucciso per salvare me" disse Lizzie riprendendo inevitabilmente a piangere, "Quindi io sono qui per ripagare quel debito: prendetevi la mia vita e ritenete conclusa questa storia!"

Tristan le afferrò il collo con un movimento istantaneo, "Molto nobile da parte tua, lo ammetto! Ma mi viene spontaneo chiedermi perché, giusto caro fratello?"

I nostri erroriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora