Se non lui, se non questo.

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Quando furono vicini casa sua, Xander la fece scendere e le restituì il giubotto con un gesto impacciato. Si ritrasformò in lupo e senza aggiungere altro sparì ad una velocità impressionante nel folto del bosco.

Lizzie entrò in casa e suo padre le lanciò una veloce occhiata al di sopra del libro che stava leggendo, "Sei tutta sporca di terra" le disse.

Lizzie capì di essere sotto shock perché si fissò il pantalone e annuì. Salì le scale fino alla sua vecchia camera e si sedette sul letto.

"Tesoro, tutto apposto?" sua madre la fissava, appoggiata allo stipite della porta, con lo sguardo preoccupato, "È pronta la cena, ti sto chiamando da ore!"

Lizzie la fissò, sconcertata e si guardò attorno.

La giornata era passata in un battito di ciglia e lei non se ne era neanche accorta. Era rimasta seduta per ore, con le scarpe e la giacca ancora addosso.

"Non ho fame, mamma. Preferisco farmi una doccia e andare a letto presto, se non è un problema!" le ripose Lizzie, cercando di darsi un contegno.

In bagno non volle aspettare l'acqua calda, ma accolse con gioia masochista l'acqua fredda che le ustionò la pelle. Sotto il getto gelido dell'acqua la mente finalmente si schiarì e rivide in sequenza tutto quello che era successo quella mattina.

Xander non aveva capito, aveva sofferto per un anno perché non capiva che scindere il loro legame era stato un regalo per lui, per la sua vita.

Lizzie doveva incontrarsi di nuovo con lui e spiegarsi meglio, ma questa volta doveva essere sicura che tutto fosse apposto.

Gemette quando si accorse dei meccanismi che erano di nuovo attivi dentro di lei.

Sono tutte scuse. Lo vuoi solo rivedere, ammettilo con te stessa almeno.

Con un moto di irritazione chiuse la doccia e con solo l'asciugamano addosso tornò in camera sua.

Xander era appoggiato alla finestra, come se il tempo si fosse fermato ad un anno prima.

Lizzie si coprì meglio il corpo nudo, imbarazzata, "Xander, non mi aspettavo venissi!"

"Starti lontano è così difficile che nel tempo ho sviluppato una profonda ammirazione nei tuoi confronti, visto che ti riesce così bene" rispose con una risatina forzata.

Lizzie lo fissò, perplessa, "Questa te l'eri preparata, vero?"

Xander annuì leggermente, "Forse si"

"Ti dispiace voltarti mentre mi vesto?"

Lui si girò verso la finestra, con le mani dietro la schiena e sospirò.

Lizzie aprì l'armadio e prese senza pensare un pantalone di tuta e una vecchia maglietta bianca con il logo della maratona della città.

"Pensavo che non ti avrei più rivisto" disse lei mentre si sistemava.

Xander si strinse nelle spalle, "Prima ero troppo sconvolto, ma ora so che il discorso non è chiuso."

"Ti puoi girare ora"

Xander si voltò e Lizzie si sentì male quando si accorse che piangeva.

Cercò di avvicinarsi, ma lui alzò una mano, facendole segno di rimanere dov'era.

"La rabbia" incomincio a dire a fatica, "La rabbia che provo in questo momento nei tuoi confronti è qualcosa non ho mai provato tutta la mia vita"

"Xander.."

"No! Aspetta, fammi parlare!" la interruppe lui, alla luce del sole che tramontava Lizzie lo vide pallido e ancora più emaciato di come gli era apparso nel bosco.

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