Ciò che resta

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Un rumore attirò l'attenzione di Lizzie. Come dalle profondità del suo essere si sentì risorgere, mentre inseguiva quel suono inaspettato. Un suono prolungato, pausa, un suono corto, e poi di nuovo lungo.

Quella sequenza la divertì per la sensazione surreale che non avrebbe dovuto esistere. Aprì gli occhi ed era buio.

Accanto a lei qualcosa si mosse e vide la figura di Xander nella penombra alzarsi e andare verso la finestra. Scostò le tende e Lizzie capì che quel suono veniva da fuori. L'udito fu il primo senso a riattivarsi.

"Ci mancava solo un allarme a quest'ora!" borbottò Xander con un tono infastidito.

Lizzie lo guardò e anche la vista le ritornò, come se fosse stata cieca fino a quel momento.

Lui aveva i capelli molto lunghi, sciolti lungo le spalle e il suo profilo mostrava una barba poco curata. Le sembrò l'uomo più bello al mondo. Da quanto non lo guardava?

Voleva che lui si girasse verso di lei, voleva guardarlo in faccia. Voleva chiamarlo e nel pronunciare il suo nome dopo tanto tempo inspirò aria che le sembrò dolcissima. L'olfatto le disse che c'era odore di lavanda nella stanza.

"Xander?"

Lui si girò di scatto, sconvolto.

"Lizzie, sei sveglia?"

Lei allungò una mano verso di lui e nel muoversi il braccio frusciò attraverso le lenzuole. Il contatto con il tessuto le fece un leggero solletico. Fu improvvisamente conscia di tutto il suo corpo come non lo era da molto tempo. Mosse le gambe, stiracchiò i piedi, raddrizzo le spalle e si stupì di ogni movimento.

Xander le prese la mano, preoccupato, "Cosa succede piccola?"

"Hai i capelli lunghi" disse lei, anche se le sembrò una cosa stupida da dire.

Lui rise, rise e pianse, cadendo in ginocchio ai piedi del letto e Lizzie si sentì montare il panico dentro, "Scusa, non volevo.." cominciò.

Xander lasciò la sua mano e di slancio la abbracciò, mentre lei ancora cercava di capire perché stava piangendo.

Lui allora fece il giro del letto e si risedette dall'altro lato, aprì le braccia e la invitò ad avvicinarsi.

Lei non si fece pregare e si fece piccola nel suo abbraccio.

"Bentornata, amore mio!" le mormorò lui tra i capelli, mentre le baciava delicatamente la testa.

Lei inspirò il suo odore e gli baciò delicatamente il petto coperto da una maglia leggera.

Si addormentò così, felice.

La mattina successiva si sentiva la mente leggera, come quando da ragazzina superava una notte di febbre alta e la mattina tutto il mondo le appariva più colorato e facile da gestire.

Xander dormiva accanto a lui e nel sonno le sembrò ancora più bello. Per quanto tempo l'aveva fatto soffrire?

Gli accarezzo il volto, dove spiccava la lunga cicatrice dalla gote al collo. Appena poteva si sarebbe fatta raccontare anche di quella.

Sentì il desiderio di una doccia, così si alzò, piano e cercò il bagno.

Non sapeva per quanto erano stati in quella casa, tutto l'ultimo periodo era un unico lungo piano-sequenza confuso nella sua mente. Apri un paio di porte prima di trovarlo. Dentro c'era una vasca con il piatto doccia incorporato.

Si spogliò e si infilò dentro, aspettando che arrivasse l'acqua calda prima di bagnarsi.

Le piacque la sensazione dell'acqua sulla pelle e rimase a lungo sotto il getto prima di rassegnarsi a uscire.

Si accorse che non si era preparata l'asciugamano per cui si guardo attorno e incrociò il suo stesso sguardo su un grosso specchio sopra al lavandino, a cui prima non aveva fatto caso.

Si guardò e un nodo le strinse l'intestino. Il cuore prese a batterle forte e sentì le urla prima di capire che venivano da lei.

Un rumore dall'altra parte della porta, Xander che entrava di corsa, spaventato, "Lizzie! Che succed.." iniziò a chiedere prima di seguire con lo sguardo quello di lei, incrociare i suoi occhi allo specchio e capire.

Senza aggiungere altro prese da dietro la porta un grande asciugamano bianco e avvolse il corpo di Lizzie che tremava adesso, fissandosi angosciata allo specchio. Le frizionò le braccia e la schiena, poi la prese in braccia e la condusse sul divano del soggiorno. Tenendola ben coperta si sedette accanto a lei e la strinse forte, baciandola sul collo e e sulle tempie.

"Piccola, rimani con me, ti prego, non andartene di nuovo!" le sussurrava disperato, senza smettere di accarezzarle la schiena e baciarla.

Lizzie si girò verso di lui, e mimò una domanda con la bocca, la voce totalmente assente, "Perché?"

Xander le scoprì una spalla e fece cadere l'asciugamano che si depositò sui fianchi di lei. Le baciò ogni centimetro di pelle, ogni singola cicatrice che le ricopriva il collo, le spalle e il petto. La pelle era raggrinzita e deformata da decine e decine di terribili morsi che l'avevano sfigurata per sempre.

Lizzie iniziò a piangere silenziosamente mentre con una mano si sfiorava la base del collo, scendendo in mezzo al seno per poi risalire sopra il cuore. Una macchia nera e deformata era ciò che rimaneva del tatuaggio che tanto li aveva fatti soffrire. Ecco perché sentiva sempre il bisogno che Xander le fosse vicino. Il loro legame era tornato.

Si toccò la macchia e cercò con lo sguardo gli occhi di Xander. Lui aveva seguito tutti i movimenti di lei e adesso la guardava, timoroso delle sue reazioni. Lei si fece più vicino e per la prima volta da quando lo aveva conosciuto capì la cosa più importante di tutte: non le importava che quel loro legame fosse reale o no, voleva solo stare con lui per il resto della loro vita, senza più dubbi o incertezze. Desiderava solo lui.

"Ti amo" gli disse, sperando che con quelle due parole lui capisse tutto quello che gli voleva comunicare. Era più di semplice amore, quello loro.

Lui allora la baciò, coprendo la distanza tra loro e prendendole la testa tra le sue mani forti.

Fu un bacio lungo, doloroso e pieno di confessioni. Le mani si cercarono immediatamente, quelle di lei si infilarono sotto la maglietta di lui e si staccarono solo per permetterle di sfilarla. L'asciugamano cadde a terra quando lui la prese dai fianchi e sollevandola se la mise a cavalcioni di sopra. Lizzie si staccò da lui per prendere fiato, e lui allora scese a baciarle il petto e il seno. Al passaggio della bocca di lui lingue di fuoco sembravano propagarsi sulla pelle di Lizzie.

Gemette di piacere e senza riuscire più a resistere si alzò leggermente per abbassargli il pantalone del pigiama quanto bastava per liberare il suo membro.

Quando si unirono il mondo intero si colorò. Si mosse sopra di lui sempre più veloce facendolo gemere, godendo delle sue braccia che la stringevano disperate. Lei venne prima di lui, così continuò fino a quando lui non provò a spostarla, ma lei gli prese il viso tra le mani e lo baciò, cercando la sua lingua, con le mani appoggiate allo schienale del divano e a muovendo le cosce sempre più veloce lo faceva affondare sempre di più dentro di lei. Venne di nuovo insieme a lui.

L'orgasmo fu così forte che si accasciò sopra di lui, tremante e Xander la abbracciò dolcemente. Erano ancora uniti e nessuno dei due fece niente per staccarsi. Si diedero un leggero bacio e rimasero a cullarsi per qualche altro minuto.

"Ti amo anche io" disse allora lui.

Lizzie allora fece un leggero risolino, e si stupì da sola come quel suono le apparisse estraneo, "Lo avevo intuito!" disse.

Xander le circondò il busto e dolcemente la sollevo, uscendo, e la fece rotolare sul divano accanto a lui.

Rimasero così distesi per un po' accarezzandosi e guardandosi estasiati.

"Xander, raccontami tutto." disse infine Lizzie. Era pronta adesso, lo sapeva. 

I nostri erroriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora