La mattina giunse dopo moltissimo tempo. Lizzie non era sicura di essere riuscita davvero a riposare, ma quando la sveglia suonò lei la spense al primo squillo, subito vigile. Si vestì, tirò bene il copriletto sulla coperta e prendendo la sua borsa scese le scale cercando di fare meno rumore possibile. Lasciò il biglietto sul tavolo della cucina.
Sto tornando al college, mi dispiace non poter stare di più, ma si è presentato un lavoro improvviso e devo vedermi con i miei colleghi per preparare il progetto. Ci sentiamo via telefono, vi voglio bene, la vostra Lizzie.
Stupido biglietto per uno sciocco messaggio.
Raggiunse la stazione dei pullman in venti minuti, camminando a passo svelto per non congelare nell'aria fredda del mattino. Una volta là prese quello in direzione della città più vicina. Quando arrivò a destinazione la luce era già apparsa, colorando il mondo di pallide tinte. Prese un taxi e si fece portare all'aereoporto. Quel giochetto le stava costando tutti i suoi risparmi. Tanto non ti serviranno più a niente dopo, si disse.
Prese un aereo, ma prima di decollare si decise a mandare un messaggio a Ottavius. Poi avrebbe spento il cellulare e se tutto andava bene non l'avrebbe acceso più.
Ottavius, amico mio. Non sentirti in colpa per quello che sto per fare. Ho capito solo ora che questo era ciò che dovevo fare. I miei problemi e quelli di Xander sono iniziati quando ci siamo opposti al nostro destino. Adesso ho trovato il coraggio di fare quello che andava fatto un anno fa. Se non hai ancora visto Xander sappi che sta arrivando da te furioso. Scusati da parte mia e digli che lo amo. Ho sbagliato tutto ma so come rimediare.
Lizzie inviò il messaggio, ma anche se l'assistente di volo le faceva segno di spegnere il cellulare, lei si prese un secondo per rileggerlo. Mancava qualcosa.
Prima di andare, farò in modo che anche la situazione della tua famiglia si sistemi.
Inviò anche questo secondo messaggio e spense il cellulare.
Si, aveva fatto bene. In fondo anche la situazione della famiglia Astoria poteva risolversi per il meglio. Voleva farlo per Ottavius perché si era mostrato un amico fantastico. Non aveva potuto sposarlo, ma poteva riabilitare il suo nome davanti alla comunità magica. Anche se i vampiri della Louisiana avevano accettato la fine dell'accordo con gli Astoria, le famiglie dei maghi continuavano ad emarginare gli Astoria per paura che i vampiri reali potessero voler vendicare la morte del fratello.
Lei si sarebbe accertata che anche i vampiri avessero la loro libbra di carne.
Inaspettatamente Lizzie si addormentò durante il volo.
Quando atterrarono pagò un taxi per raggiungere la zona della città con il covo dei vampiri. Su questa informazione aveva ragionato molto. Quella terribile notte di un anno fa, mentre piangeva nella sua cella, uno dei vampiri era entrato per urlarle di stare zitta. In due poi l'avevano afferrata e gli avevo rotto il braccio, in modo da darle un motivo per piangere che ritenessero valido. Uno dei due vampiri poi era rimasto con lei, a guardarla mentre urlava per il dolore. Quando le urla erano diventati singhiozzi lui si era preso la briga di parlare un po' con lei.
La sua amata lo aspettava a casa e quel viaggio fino a là era stata solo una gran rottura. Da dove venivano loro avevano un'intera area della città per i vampiri, dove potevano camminare tranquilli alla luce del sole. La sera si riunivano tutti nel bar preferito dai reali, il Rotten Club, per bere sangue fresco da donne che si presentavano volontariamente al loro cospetto.
Lizzie aveva scordato quei dettagli. Solo la sera prima, con la mente intorpidita, mentre tornava a casa, si era ricordata tutto.
Il taxi si fermò davanti ad un lussuoso palazzo. Una insegna sopra ad un grande portone in vetro mostrava l'ingresso principale del Club.
Il tassista la guardò dallo specchietto retrovisore, "Signorina, è sicura che è questo il posto dove deve andare?" le chiese incerto.
Lizzie capì che lui sapeva chi erano i frequentatori di quel posto, o comunque ne immaginava la natura.
"Si la ringrazio ancora per avermi portata qua. Quanto le devo?"
L'uomo sospirò e le gettò un'ultima occhiata di avvertimento, "Non si preoccupi, è stata una serata piena per me. Risparmi i suoi soldi, offre la casa"
Lizzie si stupì, ma forse, pensandoci a mente fredda quando fu fuori dal veicolo, quella dell'uomo era stata solo compassione.
Si avvicinò all'ingresso e un buttafuori immenso le si mise davanti, sbarrandole la strada. Lizzie non si fece intimorire. Aveva fatto troppa strada ormai.
"Sto cercando i fratelli di Evan Todorovich" disse. Era la prima volta che pronunciava a voce alta quel nome.
Il buttafuori rise di gusto, "Ma guarda, questa ragazzetta vuole incontrare i Todorovich!" le diede uno spintone poco gentile, "Sparisci cretina! E ringraziami che ti sto salvando la vita!" disse.
Lizzie fece di nuovo un passo avanti, rigida, "Ho detto che devo parlare con i fratelli Todorovich! Dimmi dove posso trovarli!" ripeté, a voce troppo alta.
Il buttafuori la afferrò per una spalla e strinse così forte che lei credette che l'osso avrebbe ceduto e si sarebbe sbriciolato.
"Basta così, stupida mocciosa! Se vuoi morire ci sono metodi più veloci!"
Lizzie cercò di allentare la pressione delle dita di lui sulla spalla, ma avrebbe ottenuto più successo a far cambiare posizione ad una statua.
"Io so chi ha ucciso Evan!" sibilò in faccia al buttafuori, "E voglio parlare con i suoi fratelli! Ora!" urlò, fuori di sé dalla rabbia.
"Lasciala, Gregovich!" disse una voce vicino a loro.
Il buttafuori tolse immediatamente la mano.
Un uomo pallido, dalla pelle bianca come il latte e capelli neri la stava osservando dall'ingresso del locale. Nelle mani un calice di cristallo con un liquido rosso e denso roteava mentre l'uomo muoveva il polso, pensoso. Quando il dolore alla spalla diminuì, l'odore di ruggine e metallo fu la prima cosa che notò. L'odore del sangue.
"Chi sei?" chiese l'uomo fissandola annoiato.
"Mi chiamo Elisabeth Thompson" rispose lei, cauta.
Un lampo passò negli occhi di lui. Si, sa chi sono.
"Bene! Si rivela essere una notte piena di sorprese!", l'uomo bevve con un'unica sorsata il contenuto del calice e lo gettò a terra, mandandolo a frantumarsi ai piedi di Lizzie.
"Seguimi, signorina Thompson".
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I nostri errori
WerewolfSequel di Il legame tra di noi. Cosa è successo a Lizzie dopo la sua drastica decisione? Questa storia potrebbe avere le risposte alle tue domande. ATTENZIONE: Scene di violenza, anche sessuale.