Stavo andando a casa sua. Erano mesi ormai che, quando finivo di frequentare le lezioni, prendevo l'autobus e mi recavo da Kate. L'avevo conusciuta in un bar. Stava scrivendo, come me del resto, mentre beveva la sua tazza di caffè. L'ho trovata da subito molto bella:sulla 40ina capelli biondi, occhiali neri anni 50, indossava un paio di decoltè anche quelle nere che sarebbero diventate la mia rovina. Fu a causa della mia non sfogata passione per le scarpe col tacco, infatti, che mi avvicinai. Parlando scoprimmo di avere la stessa passione in comune, e no, non sto parlando della scrittura. Passione per cui avevo appena suonato al suo citofono. Mi aprì e io salii. Ne approfittai per fare le scale dal momento che non ero ancora indolenzita. Aprì, la baciai sulla guancia e mi accomodai. Cominciò quindi la solita routine: prima di entrare lasciavo le scarpe fuori dalla porta, andavo in cucina, bevevo il bicchiere d'acqua che sapevo mi sarebbe servito e tornavo da lei, già seduta sul divano del suo salotto.
Prendevo la sedia e mi sedevo, guardandola dritta nei suoi occhi di ghiaccio.
"Alison com'è andata nel weekend?" domandò.
Deglutii. Stavamo ricominciando ma io non ne avevo voglia, non quel giorno. Non avevo voglia di tornare a sentirmi la ragazzina disubbidiente che secondo lei ero. Come al solito però fu inevitabile.
"Ali?" mi sentì chiamare.
"Mi scusi Signora. Ero..." mi schiarii la voce "...persa nei pensieri credo. Comunque ho fatto un sacco di cose questo weekend.."dissi evitando ciò che davvero ci interessava.
"Avrai studiato anche. Come avevamo concordato: 20 pagine." continuò.
Annuì in risposta. L'avevo veramente fatto? Avevo studiato la metà. La domenica ero uscita con le mie amiche e mi ero scordata di studiare e lei se ne sarebbe accorta e ora vi spiego il perché. Non ero in grado di mentirle. L'avevamo capito insieme. Quando lo facevo usavo la comunicazione non verbale, quindi probabilmente aveva già capito che qualcosa non andava.
"Quanto hai studiato?"
"La metà di quello che ci eravamo dette"risposi.
"Quindi dovrai studiare 40 pagine. Considerando che sono le 2:30 e quello che hai fatto credo che cenerai da me. Avvisa la tua famiglia e poi iniziamo." Con le lacrime agli occhi presi il telefono, composi un rapido messaggio, e poi lo consegnai nelle sue mani.
La punizione stava per cominciare.
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Educazione Universitaria
CasualeAvviso: Sono sempre io! sono Sonia Bai! Sto ripubblicando la storia! La storia contiene scene di punizioni corporali sottoforma di sculacciate: da maggiorenni a maggiorenni. Se non vi piace e non siete maggiorenni vi bastano leggerla e non segnalarl...