Capitolo IV: Ospite a sorpresa

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Suonaii il campanello la sentì ridere e venire ad aprire. Non era sola.
"Alison ciao!" mi sorrise. Lo
faceva di rado. La baciai sulla guancia. "Kate stai bene vedo!"
"Abbiamo ospiti!" disse radiosa. "Ma credo di non dovervi presentare. Tu che ne dici?" mi fece l'occhiolino. Entrai e in salotto c'era la mia professoressa di filosofia del liceo. Mi bloccai.
"Prof..." dissi con un filo di voce. Lei venne verso di me e mi abbracciò, ma io ero congelata sul posto, non riuscivo ad articolare nessun altra parola: ero felice di vederla questo era certo ma non mi aspettavo di rincontrarla in quella situazione particolare. Due anni prima ero andata a trovarla l'ultima volta a scuola e poi avevo deciso di non mettere più piede dentro quell'istituto. Il fatto era che all'età di diciotto anni ero perdutamente, irrecuperabilmente innamorata di lei, quindi essere in quella stanza insieme a lei era in qualche modo inquietante. Quello era il luogo dove abitualmente Kate mi sculacciava. Tutto ciò era... surreale!
"Allora come stai?" mi arrivò in lontananza la voce della professoressa.
"Bene e lei?" chiesi sorridendo.
Lei annuì. "Quando Kate mi ha detto che ti conosceva non potevo crederci: sei in buone mani Alison."
'oh non ha idea di quanto..' pensai.
"Perché non ti siedi Alison? Fa freddo fuori: prendi una tazza di tè con noi!" mi propose Kate.
Accettai volentieri e mi sedetti sulla poltrona, mentre le due amiche ripresero posto sul divano.
Kathrine mi verso il tè e chiesi come si conoscevano.
"Bhe vedi tesoro ci siamo conosciute all'università ma poi abbiamo scelto percorsi diversi" mi rispose la prof, sistemandosi una ciocca di capelli neri e ricci dietro l’orecchio.
Annui in risposta e il tè bollente mi scottò la lingua.
"Cazzo!" imprecai.
"Alison..." mi riprese Katherine, "Ti sembra questo il modo?"
"No Signora, mi spiace"
"Oh, ti dispiacerà di certo signorina."disse seria
"Forse dovrei-"intervenne la professoressa ma Kate la fermò.
"No Lisa resta per favore. Se dovrò prendermi cura della tua alunna ho bisogno che tu veda come verrà punita prima di decidere se mandarla da me per delle lezioni private."disse determinata Katherine poi si rivolse a me:"Probabilmente avrai una compagna di studio. Da quello che so è una ragazza indisciplinata e tu sai cosa succede alle ragazze indisciplinate, vero Alison?"
Arrossii come un peperone: voleva davvero che lo dicessi davanti alla mia professoressa del liceo? La guardai in faccia, non l'avevo mai vista più seria di così.
"Vengono sculacciate Signora." risposi in fretta e in modo acuto, evitando il contatto visivo. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Vidi solo Katherine che prendeva la tazza dalle mie mani e l'appoggiava sul tavolino da caffè, la prof che si alzava dal divano, di nuovo Kate che si sistemava al centro del divano. Venni invitata a prendere posizione sulle ginocchia e lo feci. Katherine mi tirò su la minigonna nera e abbassò gli slip.
Il primo colpo centrale sul sedere mi risvegliò da quella sorta di torpore in cui ero caduta: mi stava sculacciando davanti alla persona che avevo amato durante gli anni del liceo. Tutto ciò era  estremamente umiliante.
I colpi proseguivano e, come al solito, Lei parlava:
"Questo è quello che succede alle ragazzine che si esprimono in un modo così volgare."
Uno schiaffo.
"Mi hai mai sentito usare quel genere di parole?"
Altro schiaffo.
"No Signora" risposi tra un singhiozzo e l'altro.
"Le ragazze per bene non lo fanno"
Altri due colpi.
"Che questa sculacciata funga da promemoria, signorina" continuò. I colpi continuarono per un bel po'.
Mi ridusse alle lacrime con una trentina di colpi. Era straziante stare stesa in grembo a Kate con la professoressa che non lasciava trasparire nessuna emozione.
"È sufficiente Ali o devo chiedere a Lisa di prendere la spazzola di legno?" mi chiese retorica Kate.
"No Signora ho imparato la lezione e non accadrà mai più."dissi ed era vero.
"Per il momento, così come sei, cacci il naso nell'angolo e non ti muovi finché non ti veniamo a chiamare" Era la parte che più odiavo: il castigo dopo la sculacciata. Lo feci anche stavolta tuttavia. La gonna me la rimboccò Kate nella maglia appena mi rialzai in piedi: altra umiliazione considerando che era presente anche la professoressa. Con me nell'angolo, le due amiche ripresero a chiacchierare.
"Come vedi questo è il metodo che uso per punire le ragazze che sono sotto la mia protezione, ma dato che Amanda è sotto la tua di protezione mi devi dare l'ok" disse Kate.
"Non credo che Amanda rifiuti: è disposta a tutto pur di non essere bocciata un'altra volta ed ha diciotto anni. Io le propongo la cosa e, se lei accetta, ti giro il suo numero di telefono così potete parlare direttamente voi" rispose la prof allegra.
"Bene. Aspetto un tuo messaggio allora. Mi daresti una mano a riordinare? Lo chiederei alla signorina laggiù ma credo che, nello stato in cui è, mi farebbe cadere il servizio da tè e sarei costretta a punirla di nuovo." La prof rise e si offrì volentieri. Katherine mi ordinò dalla cucina di rivestirmi ma di non muovermi poi tornò in salotto seguita dalla sua amica che venne a salutarmi e mi disse che potevo uscire dall'angolo. Mi baciò la guancia e mi accarezzò la testa sussurandomi di fare la brava e poi andò alla porta e si preparò per uscire salutò Kate e poi uscì. Andai da Kate e l'abbracciai forte chiedendole se potevo rimanere a cena e ovviamente mi disse di sì.

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