Rosa mi tirò su i pantaloni del pigiama fino a raggiungere il termometro e coprì la schiena con la parte inferiore della maglia.
"Così non ti raffreddi", mi spiegò.
La ringraziai con un filo di voce. Ero scomoda e imbarazzata.
Terminati i cinque minuti, sfilò il termometro, lesse la temperatura e, con due pacche amichevoli sul sedere, mi esortò a tornare a letto.
"È scesa ma voglio che continui ad abbassarsi: ti porto il paracetamolo"
Rimasta sola in camera, presi il cellulare e risposi ad un messaggio di Kate, evitando di dirle che ero appena stata sculacciata; ad uno di Amy: 'Kate mi ha lasciata con la babysitter (la vicina)🤣. Sta tipa è strana..."; ad uno di mia madre: "Sto meglio😘"; e poi di nuovo ad Amy, ma non feci in tempo a inviarlo che Rosa era tornata con un flacone di sciroppo e un cucchiaio di metallo: alzai gli occhi al cielo e posai il telefono sul comodino
"Cosa ti avevo detto a proposito del cellulare?" mi sgridò, colmando il cucchiaio di sciroppo.
"Di non usarlo perché mi verrebbe mal di testa..."mormorai.
"Se ti becco di nuovo ad usarlo, te ne starai all' angolo della stanza, con il termometro infilato nel culetto per mezz'ora. Sono stata chiara??"
"Ma Rosa... Ehm cioè volevo dire Tata Rosa" mi corressi automaticamente quando mi fulminò con lo sguardo.
Adesso capivo cosa voleva dire Kate quella mattina...
Mi avvicinò il cucchiaio alla bocca.
"Posso fare da sola" la supplicai con gli occhi da cucciolo.
"Non se ne parla. Le bimbe che disobbediscono alla Tata non possono prendere la medicina da sole." lasciò il cucchiaio davanti alla mia bocca.
"Devo proprio?"
"Se non prendi lo sciroppo, ti dovrò mettere la supposta e non credo che tu lo voglia. Quindi, fai la brava e apri la bocca."
Sgranai gli occhi. Non lo avrebbe davvero fatto? Vero? Meglio non rischiare...
Aprii la bocca e la lasciai fare. Contrassi il volto in una smorfia, non appena il liquido scivolò in gola, mentre lei tirava fuori il cucchiaio con un: "Visto? Non era così terribile!"
Le sorrisi arrossendo.
"Vedrai che con questo ti sentirai come nuova in un paio d'ore. Sdraiati e riposati. Io vado nel mio appartamento a sistemare e a prendere delle cose da portare in qua" mi fece una carezza sulla guancia.
Io appoggiai la testa sul cuscino, voltandola verso il cellulare. Volevo usarlo ma non potevo, almeno finché Rosa era in casa.
Lei vide la direzione del mio sguardo e prese il cellulare: "Lo lascio in casa ma te lo levo da sotto gli occhi. Così non hai la tentazione di prenderlo."
Uscì dalla stanza. La sentì rimettere a posto il cucchiaio in cucina, attraversare il corridoio e chiudersi la porta di casa alle spalle.
Aspettai un minuto esatto, poi sgattaiolai fuori dal letto alla ricerca del cellulare.
Non era in salotto, non era in cucina e non era nello studio di Kate: lo trovai in bagno nell'armadietto delle medicine. Lo presi in mano e controllai i messaggi con l'intenzione di rimetterlo a posto subito dopo.
Risposi a mia madre, ad Amy e mandai un messaggio alla prof per chiederle come stava andando l'incontro. Rimisi a posto il cellulare e mi voltai per tornare in camera.
"Alison che cosa ti avevo detto?!".
Rosa marciò verso di me e mi trascinò per il polso fuori dal bagno.
"Ahia! Mi lasci! Mi fa male!" protestai mentre mi trascinava in salotto, non accennando a voler mollare la presa.
Lei non si girò nemmeno:"Sei fortunata che non ti stia trascinando per un orecchio!"
Arrivò in salotto e mollò la presa: "Angolo! Mani dietro la testa! E non pensare che non abbia notato che sei a piedi nudi!"
Andai all' angolo, massaggiandomi il polso, e assunsi la posizione richiesta prima di venire colpita da due sculaccioni volanti che mi fecero sobbalzare per la sorpresa.
"Vado a prendere il termometro e torno. Guai a te se ti muovi!"
Annuii singhiozzando: ma che mi stava capitando quel dannato pomeriggio?!
Rosa tornò, si sedette sul divano e mi chiamo. Andai verso di lei tenendo la testa bassa, umiliata dal mio stesso comportamento.
"Guardami." Mi ordinò. Sollevai la testa e vidi che stava lubrificando un grosso termometro di vetro di quelli vecchi.
"Se ti vuoi comportare da bambina monella, per me va benissimo. Ma sappi che ne pagherai le conseguenze. Questo non è gioco come quello che faccio con i miei clienti. Katherine mi ha chiesto di prendermi cura di te ed è quello che sto facendo e se vuol dire farti il culetto rosso ogni mezz'ora lo farò senza problemi. Quando ricevo so bene come allungare una sessione, ma non dimenticare che sono un'infermiera in pensione che sapeva bene come far rigare dritti i propri pazienti.".
Aveva continuato a lubrificare il termometro durante tutto quel discorso e la cosa mi stava preoccupando parecchio.
"Se hai qualcosa da dire, dillo adesso."mi stava fulminando con lo sguardo, e non come faceva Kate. Era uno sguardo che anche se mi fossi comportata bene, mi avrebbe fatto sentire in colpa.
"Mi dispiace... Giuro non volevo comportarmi in modo così infantile. Non mi comportavo così da quando avevo dodici anni. Scusami se ti sto facendo dannare come se..." scoppiai in lacrime prima di riuscire a finire la frase.
Lei mi lasciò calmare e poi mi abbassò i pantaloni e gli slip, mi prese la mano e mi guidò sulle sue ginocchia.
"Prima di tutto misuriamo di nuovo la temperatura, così siamo sicure che tu non abbia preso ulteriormente freddo." mi allargo le natiche e infilò il termometro fino in fondo, assestando poi altri due sculaccioni uno per natica.
"Aaah Tata ti prego!" Esalai, ma altri due sculaccioni mi convinsero a stare in silenzio e mi abbandonai sulle sue ginocchia sempre ricoperte dal grembiule bianco.
Dieci minuti dopo, sfilò il termometro senza avvisarmi e sussultai rischiando quasi di cadere ma lei mi tenne ferma in posizione, piegandomi poi il braccio destro dietro la schiena: "Per tua fortuna la temperatura non si è alzata, quindi niente colpi aggiuntivi".
E iniziò a impartirmi dieci colpi forti e molto dolorosi per le mie natiche già martoriate.
Si fermò, attese che mi fossi calmata e poi mi ordinò di alzarmi in piedi.
Lo feci con le lacrime agli occhi, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
"Cucciola vai in camera, prendi le ciabatte e torna qui. No.... No, non ti disturbare a rivestirti." mi avvertì severa, quando mi vide armeggiare con le mutandine.
Sgranai gli occhi: aveva davvero intenzione di punirmi ancora?!
Impacciata dal pigiama, andai a prendere le mie pantofole e tornai in salotto.
"Torna davanti a me." disse la donna.
Lo feci.
"Scegline una e dammela. L'altra appoggiala sul pavimento."
Le porsi la destra, singhiozzando: Kate non mi aveva mai punito con quello strumento e potevo solo immaginare il dolore che mi avrebbe inflitto.
"Torna in posizione, cucciola. Ti aspettano le ultime dieci sculacciate"
Ripresa la posizione, Rosa mi fece scivolare con il busto in avanti e mi aiutò a sistemare il sedere più in alto possibile.
"Sei pronta?" chiese.
"Sì, Tata Rosa".
Fioccarono cinque colpi: due su ciascuna natica, più uno al centro. Sebbene fosse la classica sequenza alla quale ero abituata, il nuovo strumento mi ridusse alle lacrime già al terzo colpo.
"Pietà!" urlai tra le lacrime.
"Cucciola, lo so che è difficile. Abbiamo quasi finito. Gli ultimi cinque colpi li riceverai tutti in una volta sulla parte alta delle cosce. Pensi di potercela fare?" mi accarezzò la schiena sudata.
"Ormai..."
"Brava"
Urlai quando la prima ciabattata si abbattè sulle mie cosce e, alla quinta, piangevo come una bambina.
Rosa prese ad accarezzarmi con dolcezza la schiena, mentre io mi calmavo e la mia respirazione tornava regolare.
"Brava, così! Respira, bene! Sei brava. Respira, così. La Tata è fiera di te, cucciola. Ora devi solo più farti dieci minuti di castigo nell'angolino e poi, direi che ti sei meritata un lungo abbraccio e una bella doccia calda. Infila le ciabatte prima di alzarti.".
Aveva cambiato tono: era molto più dolce e amorevole.
Mi sarei fiondata subito tra le sue braccia, ma avevo il castigo da scontare.
"Tira su le mutandine, non voglio che prendi freddo."
Lo feci e mi diressi all'angolo.
Avevo appena messo le mani sulla testa, che il cellulare di Rosa squillò.
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A/N:
Salve a tutt*!
Ho deciso di pubblicare questa seconda parte e di relegare la parte di after care ad una terza parte.
Una volta pubblicata la terza parte, mancheranno pochi capitoli alla fine, ma sto meditando di scrivere uno spin-off, un sequel e, forse, addirittura un prequel di questa magnifica storia, che se non fosse per voi lettori, non avrei mai pensato di continuare.
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Educazione Universitaria
RandomAvviso: Sono sempre io! sono Sonia Bai! Sto ripubblicando la storia! La storia contiene scene di punizioni corporali sottoforma di sculacciate: da maggiorenni a maggiorenni. Se non vi piace e non siete maggiorenni vi bastano leggerla e non segnalarl...