Te Vorrei Bacia'

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Manuel e Simone, dopo l'incidente di quest' ultimo, erano diventati impliciti.

Detto in parole semplici, due coglioni che non ammettevano il reciproco amore.

Quella sera Manuel, come ormai da un mese a quella parte, avrebbe dormito a casa Balestra.
Sarebbero stati solo lui e Simone, Perché Dante era a casa Ferro, ospite di Anita, e Virginia era a cena , e poi a teatro, con il professor Lombardi, quindi Manuel aveva il terreno spianato per il suo piano.

Che poi  non aveva  un vero e proprio piano, in realtà, però era determinato a dire a Simone i suoi sentimenti. Non sapeva ancora benissimo delinearli, se fosse amore, se lo sarebbe diventato, cosa fosse lui, però sapeva che gli piaceva Simone, e che aveva bisogno di lui.

L'incidente gli aveva fatto capire che non era una cosa frivola, il bisogno di Manuel verso Simone, ma una cosa psicologica e fisica, come se Simone fosse l'unico appiglio di Manuel nella realtà, che era solo grazie a lui se non andava alla deriva.

[...]

Manuel arrivò, magicamente, in orario al campo da rugby dove Simone gli aveva dato appuntamento, cosicché potessero tornare a casa insieme, "studiare" un po' e poi stare a cazzeggiare fino all'arrivo delle pizze.

Scrisse velocemente un messaggio a Simone, un semplice "sono qui", ma subito vide un raro esemplare di Simone Balestra che correva fuori dagli spigliatoi con i capelli semi bagnati per andargli in contro, sotto i fisichi e i commenti divertiti dei compagni di squadra, che ignoró però beatamente.

Manuel, però, si soffermó di più sulla visone che era Simone con solo una t-shirt e dei pantaloncini, con i ricci ancora mezzi bagnati.

E, oh, signore, che visone che era.
Una divinità, pensó Manuel, tipo quelli che veneravano in Grecia,ma il mio Simo è ancora meglio di qualsiasi divinità.

Ok, passando su quel "mio" non ancora vero, tutto ciò che pensava Manuel era vero, Simone era bellissimo e tutti lo sapevano, tranne lui.

Il pomeriggio passò tranquillamente, tra risate, tentativi di studio falliti e corpi che si cercavano un po' troppo poco velatamente per due solo amici,ma nessuno dei due adolescenti ci fece caso;infondo, per loro era normale così.

Arrivate le otto arrivarono anche le pizze e le birre ordinate da Manuel tre ore prima;Manuel pagò il fattorino e andò in camera da Simone, che era seduto sul pavimento vicino al letto che cercava un film da vedere su Netflix.

Il riccio fece un grande respiro e salì le scale:quello era il primo step del suo "piano"

Tornato in camera con i cartoni delle pizze e la busta con le bevande, Manuel le sistemó sul pavimento e sistemó sé stesso vicino Simone, con le gambe che si toccavano.

"C'hai scelto?" chiese Manuel, aprendo i cartoni in cerca della sua diavola.

"Annabelle che c'ho troppa paura a vederlo da solo" rispose Simone, prendendo la sua quattro formaggi dalle mani di Manuel e sistemandosela tra le gambe.

"Ow se ti metti troppa paura me poi pure abbraccia', nun te giudico" disse Manuel ridendo, facendo partire il film.

Un ora dopo, Manuel e Simone avevano finito le pizze,si erano spostati sul letto del minore e, tempo due minuti, si erano trovati davvero avvinghiati, Simone tra le gambe di Manuel, appoggiato al petto del maggiore, che gli abbracciava il petto pronto a coprirgli gli occhi se avesse avuto troppa paura, altrimenti aveva una mano sul collo a fargli i grattini e l'altra abbandonata sul suo torso.

Simone un po' si vergognava a stare così con il ragazzo che gli piaceva, sapendo di non avere chances, però stava così bene con Manuel che non poteva tirarsi indietro, e quindi non lo fece.

Manuel, al contrario, non vedeva l'ora finisse il film per poter parlare a Simone e esternare il tutto.
In realtà non sapeva come dirglielo, magari avrebbe potuto baciarlo e poi quando l'altro gli avesse chiesto il perché avrebbe tirato tutto fuori, ma non gli sembrava giusto.

Doveva essere onesto con lui, rispettarlo e soprattutto capirlo se non ne voleva più sapere nulla sul piano sentimentale, perché Manuel sapeva che infondo non avrebbe neanche tanto sbagliato, a non volerlo più, dopo tutta la merda che gli aveva buttato addosso.

Quando il film finì, Simone si girò leggermente nell'abbraccio in cui Manuel lo aveva avvolto durante quell'ultima mezz'ora di film e gli chiese "Ti è piaciuto?"

Manuel annuì solamente, cercando nella sua mente un modo decente di dichiararsi.

"Manu, tutto bene?" chiese Simone, allontanandosi dall'altro, vedendolo così perso nei suoi pensieri.

"Vie' qua nun scappà" disse Manuel, tirandoselo vicino, poi si stese e lo fece stendere con la testa sul suo braccio, le facce talmente vicine che un foglio di carta non sarebbe passato fra i loro nasi.

"No" disse poi, rispondendo alla domanda postagli prima da Simone.

"Cosa?"  chiese questo, confuso.
"No, non sto bene" rispose Manuel, guardando in basso, e quindi le labbra di Simone.
Cosa non buona per la sua sanità mentale e la sua integrità morale, se non voleva sbranarlo prima di avergli parlato.

"Perché?" gli chiese ancora Simone, portandoli una mano sulla guancia in una dolce carezza.

"Perché so 'n cojone." rispose Manuel, sospirando. "Cioè -" iniziò a chiedere Simone, ma Manuel lo fermò.

"No famme parlà Simó o perdo il coraggio di dittelo." inzió Manuel, prendendo un gran sospiro.

"So' 'n cojone perché ti ho trattato di merda quando non te lo meritavi.
T' ho trattato di merda quando m'hai baciato, perché ero confuso, non capivo perché l'avevi fatto. Poi ho realizzato che forse m'era piaciuto, c'ho provato co te al compleanno tuo e dopo che avevamo scopato t'ho trattato di merda perché m'era piaciuto,e ho avuto paura. Ma proprio paura. Non quella che dopo 'npo sparisce. È stata na costante dal compleanno tuo ed è continuata quando hai fatto l'incidente, lì me so sentito morì perché magari morivi pensando che di te non me ne fregava 'n cazzo non t' avevo detto quanto me piacevi e stavo demmerda e ora capirei se non mi vorresti e " disse Manuel, iniziando un po' a blaterare verso la fine e Simone lo fermò.

"Manu" disse solo, e lo sproloquio del più grande si fermò subito,quindi Simone chiese spaventato "In che senso?".

Manuel sorrise.

"Nel senso che te vorrei bacia' Simó. Te vorrei bacia' e te vorrei ama' e vorrei statte accanto sempre Simo sempre. Perché mi piaci tanto ma tanto ma tanto" rispose Manuel, alzando un braccio per fare una misura di quel "tanto" come i bambini.

Allora anche Simone sorrise.

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