Ella scese dalla moto e si tolse il casco. Si sistemò la treccia e guardò le possenti spalle di Edward contrarsi mentre camminava verso l'entrata della palestra.
Aprì la porta di vetro, e ascoltava in lontananza il riccio parlare con qualcuno della 'segreteria' ammirando anche i suoi glutei. Sogghignò al pensiero che anche le ragazze si permettevano di dare sbirciatine in parti.. Bhe.. Avete capito.-'Vatti a cambiare ci vediamo nella sala 8. Non ci mettere tre anni!'-.
Sbuffò infastidita dalla sua arroganza ma ubbidì ed entrò nello spogliatoio.
10 minuti dopo era già pronta. Si guardò allo specchio, abbassò leggermente la canottierina bianca che si era messa e infine lisciò il tessuto dei suoi leggins neri classici. Si piegò per allacciarsi le scarpe da ginnastica e corse in sala 8.Anche Edward si era cambiato, mettendosi dei pantaloncini neri e una t-shirt bianca. 'Anche intonati' pensò Ella.
Edward la osservò attentamente mentre prendeva posto sui tappetini vicino agli altri ragazzi, e non appena si sedette iniziò a parlare:
-'Bene! Finalmente ci siamo tutti. Come avete potuto vedere abbiamo una nuova compagna nel gruppo'-.Ella rimase delusa dal fatto che quell'antipatico di Edward non aveva nemmeno detto come si chiamava.. Se quella poteva definirsi una presentazione.. Bhe, sicuramente faceva schifo.
Salutò con un cenno gli altri della classe e a sorridere al ragazzo che era seduto sul tappetino vicino al suo.
Edward disgustato intravide quel suo ultimo gesto e roteò gli occhi al cielo.
-'Iniziamo con 4 serie da 20 addominali. Da ora: Via!'-.
Ella prese un respiro profondo e iniziò.
'1,2,3..' contò ogni volta nella mente.
Arrivata a venti, Edward fermò tutti.
-'Ok, la prima serie è fatta. Ricordate di inspirare quando siete stesi e di espirare quando venite su. Voglio sentire il rumore dell'aria che buttate fuori!'-.
Ella lo guardò dal basso, mentre il suo metro e novanta girovagava in mezzo ai tappetini.
Quando giunse davanti a lei, entrambi non potettero fare a meno di guardarsi negli occhi.Edward fremeva dal desiderio nel vederla per la prima volta sottomessa a lui.
Per la prima volta la vedeva inerme, quasi debole.
Interruppe il loro contatto visivo:-'Via con la seconda serie!'-.Alla fine delle 2 ore di allenamento tutti si andarono a cambiare e a lavare.
Ella cercò di essere il più rapida possibile, perché sapeva che Edward la stava aspettando fuori e che non aveva molta pazienza.Uscendo lo vide vicino alla sua moto mentre fumava un sigaretta. Ora aveva i suoi jeans scuri e la giacca nera. Buttò la cicca a terra nel momento esatto in cui si avvicinò a lui.
Non la guardò nemmeno e le passò il casco:-'Ce l'hai fatta finalmente'-.
Ella lo afferrò e slacciò il cinturino. Prima di metterselo rimase a fissare Edward. Sembrava nervoso, infastidito.
-'Che hai? Sei nervoso?'-.
Lui sbuffò e si mise il casco:-'No! Sono solo stanco di aspettare i tuoi comodi!'-.
Ella rise ironica. Quel ragazzo aveva qualche problema. Un lunatico, bipolare!-'Sei proprio uno stronzo. Potevi pure non aspettarmi. Anzi, sai che c'è?! Vado a piedi che è meglio!'-.
Gli diede con forza il casco e nell'esatto momento in cui lo lasciò Edward la guardò.
Era struccata, e i capelli erano ancora leggermente bagnati. Le punte castane lasciavano scivolare delle goccioline di acqua sul suo petto. La sua bocca era carnosa e lasciava fuoriuscire il suo fiato affannato dopo aver alzato in quel modo la voce.
I suoi occhi azzurri erano arrabbiati, ma allo stesso modo stupendi.
Per un momento rimase incantato dalla sua bellezza così naturale, ma poi tornò alla realtà.-'Vabbe, vaffanculo allora vai a piedi!'-.
Ella dopo quelle parole si girò di scatto e se ne andò.
Il giorno dopo a scuola, non vide Edward per le prime tre ore.
Era sollevata di questo, ma da una parte gli mancava. Si erano lasciati con quella semi-litigata e aveva quasi voglia di scontrarsi nuovamente con lui, solo per il piacere di sentire la sua voce così calda.
A ricreazione andò al bar per prendere il suo pranzo e mentre aspettava il suo turno, finalmente lo vide in lontananza.
Stava con Luke, e altri. Li analizzò e constatò che era un gruppo nuovo, diverso, rispetto agli amici che Edward frequentava di solito. Questo era più strano, trasmetteva inquietudine.
Afferrò la busta che la barista le stava porgendo e mentre pagava lanciò un'altra sbirciatina al gruppo. Questa volta gli occhi color ambra di Edward incrociarono i suoi e per poco Ella non sobbalzò.
Prese il resto e ritornò in classe.Al suono della campanella, la preside arrivò in classe con un altra consegna.
Stavolta sul bigliettino la richiesta era: 'la prima volta che ho avuto paura di qualcosa/qualcuno e non ho avuto la possibilità di difendermi o di superarla'.
Ella fissò come sempre il foglio bianco per minuti interi. Non riusciva a concentrarsi perché la sua attenzione era rivolta ancora agli occhi di Edward.
Erano così diversi. Le avevano trasmesso qualcosa di.. Brutto.. Quasi un sentimento di.. Paura.
Ecco cosa scrisse. Scrisse di quegli occhi che improvvisamente l'avevano paralizzata, l'avevano spaventata. Degli occhi così maledettamente belli, da cui non si era potuta e non si poteva più difendere.All'uscita di scuola incontrò Edward al solito posto.
Ella non sapeva se doveva ugualmente andare con lui in palestra dopo la 'discussione' che avevano avuto la sera prima. Ma tentò ugualmente e si avvicinò alla sua moto.
Si accorse che anche il suo nuovo gruppo lo stava raggiungendo e ne approfittò per osservarlo meglio.
Oltre a Luke c'erano altri 3 ragazzi vestiti quasi tutti di nero.Un brivido la percosse.
Ma la cosa che più la infastidì furono le tre bionde platino che erano al loro fianco. Alte, magre e belle fecero calare la sua autostima.
Edward richiamò la sua attenzione:-'Oggi non ci sono gli allenamenti, ho da fare'-.
Ella riportò lo sguardo su di lui. Non la stava nemmeno guardando.
Rimase impietrita. Quasi ferita.
-'Ok'-.Annuì più a se stessa che a lui.
Lanciò un occhiata prima ad Edward che era impegnato con la moto e poi al gruppetto ormai alle sue spalle.
Mentre se ne andava sentì dietro di lei qualcuno che chiese:-'Amico chi è quella?'-.
Attese la risposta sapendo che per 'quella' si riferiva a lei.
-'Nessuno'-.
Riconobbe l'ultima voce. Era la SUA.Dopo quelle parole un vento gelido la colpì e come un specchio in frantumi anche i suoi sentimenti si ruppero in mille pezzi.
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