Capitolo 11.

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-"Hey Alex"-. Ella al suono della voce del suo migliore amico lanciò un sospiro di sollievo. Immediatamente si sentì al sicuro, protetta..

-"Ella mi dici dove cazzo sei?! Chi è quel tipo con cui sei scesa a ballare? E quello che è venuto da me a dirmi che ti avrebbe portato a casa? Ti giuro che non ho potuto fare niente per fermarlo! Perdonami! Giuro che se ti fa del male.."-. Alex era troppo agitato e la sua voce era leggermente tremolante. Sembrava quasi che si stesse per mettere a piangere dalla paura.

Ella si accorse improvvisamente di quanto gli voleva bene. Era così in pensiero per lei.

Lo interruppe:-"Alex. Calmati, sto bene. Il ragazzo che mi ha portato via lo conosco viene a scuola da me.."-.

L'amico abbassò il tono di voce ma non si calmò del tutto:-"Si me lo ricordo.. Ma sbaglio o era proprio quello che ti aveva fatto cadere a terra con uno spintone e per poco non ci investiva con la moto?"-.

Ella sorrise a quel pensiero. -"Sì esatto è lui. Ma tranquillo.. E' innocuo"-.

Non era del tutto certa di quello che aveva appena detto. Anzi in quel momento doveva ammettere a se stessa di essere un po' spaventata dalla situazione. Stare in una casa isolata dal mondo con Edward non era poi così rassicurante. Soprattutto dopo ciò che era successo quella sera..

-"Tornerò a casa domani stesso.."-. Continuò a bassa voce.

Alex si agitò nuovamente, non credendo del tutto all'amica. Sapeva che gli stava nascondendo qualcosa:-"Ella ma dove cavolo stai? Ti vengo a prendere immediatamente!"-.

Ella dopo quelle parole ci pensò su. In parte avrebbe voluto che Alex venisse immediatamente a prenderla e riportarla a casa.. Ma dall'altra parte era curiosa. Voleva sapere perché Edward l'aveva portata proprio .

-"Hey, tranquillo. Ti fidi di me?"-. Gli chiese quasi in sussurro.

Alex sospirò esausto:-"Si. Ma promettimi che per qualsiasi cosa mi chiami. Domani mattina ti voglio sentire.. Altrimenti vengo a cercarti. Non so come ma in qualche modo farò"-.

Ella rise, anche per smorzare un po' la situazione tesa che si era creata.

-"Va bene. Te lo prometto. Buonanotte Alex"-.

-"Buonanotte Ella"-.

E riattaccarono.


In quel momento la ragazza si rese conto di quanto fosse realmente preoccupata.  Non avendo più la voce del migliore amico che la rassicurava, si sentì improvvisamente vuota, nuda.

Si rigirò il telefono tra le mani sapendo che avrebbe dovuto riportarlo ad Edward in salone. Non voleva vederlo.

O forse.. Era così ansiosa perché effettivamente.. Voleva.

Si fece coraggio e decise di uscire dalla porta della sua stanza e andare da lui.


Lo trovò sdraiato sul divano, con le braccia piegate e le mani dietro la sua testa, le gambe accavallate l'una sopra l'altra e poggiate sul bracciolo del divano. Era di spalle a lei perciò non vide se stava dormendo o meno.. Ad illuminarlo però, c'era solo la luce della tv tenuta a volume bassissimo quasi impercettibile.

Ella osservò la sua pelle così ben esposta, i suoi riccioli.. Sospirò e avanzò verso di lui.


Edward d'altra parte era rilassato, continuava ad osservare le immagini che scorrevano velocemente sullo schermo del televisore. Gli occhi erano pesanti e ogni tanto, senza rendersene cono, si chiudevano automaticamente. Erano le 3 ed era davvero stanco. Infatti in quel momento non si accorse della presenza di Ella che lentamente si avvicinava al divano.

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