Capitolo 13.

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Ella indossò il vestito che Edward le aveva lasciato sul letto.

Era frastornata, confusa.. Cosa gli era preso? Alla fine quelli erano i suoi amici, anche se l'avessero vista conciata in quel modo cosa sarebbe successo?

Mentre si sistemava le sottili bretelle azzurre del vestito ripensò che effettivamente, quando il gruppo di ragazzi era arrivato, lei indossava i suoi boxer. Forse Edward era così arrabbiato perché non voleva che i suoi amici si potessero fare strane idee e pensare che tra lui e lei vi fosse qualcosa. Ma d'altra parte lei che colpa poteva avere? Non aveva altri vestiti oltre a quelli e a quello mezzo striminzito della sera precedente.

Si avvicinò allo specchio e si diede una sistemata veloce ai capelli che liberò da quello chignon ormai disordinatissimo. Dovette ammettere che quell'abitino era davvero bello. Cadeva morbido sui suoi fianchi e aveva pochi fiori ricamati sulla scollatura a V leggermente pronunciata. Si voltò per guardare come le stava dietro e le piacque il risultato.

Sorrise ma non appena si rese conto che probabilmente quello stesso indumento lo avevano indossato chissà quante altre ragazze, ritornò seria. Si rabbuiò.

Odiava quel pensiero. Odiava essere una delle tante e, probabilmente, la meno significativa ed importante per Edward.

Abbassò lo sguardo e piegò i vestiti con cui aveva dormito, ripensando alla sera precedente.

Lui l'aveva sfiorata, l'aveva accarezzata, marchiata.

In un certo senso l'aveva fatta sentire speciale. Le aveva detto che era sua. Ma perché in quel momento, allora, si sentiva l'essere più inutile della terra?

Sospirò e si fece forza. Doveva cercare di non pensarci più.

Andò in bagnò e si diede un ultima sciacquata e, non appena vide il riflesso del suo viso, desiderò con tutta se stessa di avere i suoi trucchi a portata di mano per poter coprire le occhiaie. Ma aveva solo un rimmel e un rossetto che teneva nella borsetta da discoteca. Li aveva portati per quella sera in caso avesse avuto bisogno di ritocchi.

Si truccò leggermente per dare vita a quel viso assonnato.


Quando andò in salone e raggiunse Edward, Ella iniziò ad agitarsi.

Era sovrastata da emozioni e desideri contrastanti: voleva tornare a casa ma voleva rimanere con lui.

Il riccio se ne stava fuori ad aspettarla mentre si fumava la solita sigaretta.

Ella prese un respiro profondo e salutò con uno sguardo il WSAX. Lì ci avrebbe lasciato dei ricordi particolari.

Aprì la porta e si avvicinò a Edward.

-"Sono pronta. Possiamo andare"-. Disse con un filo di voce.

Lui buttò la sigaretta a terra e si schiarì la voce.

Tutto quel fumo gli faceva male.

Alzò lo sguardo verso di lei e rimase pietrificato.

Era così bella.

La fissò con la mascella contratta.

La odiava. Non poteva rendergli tutto così difficile. Doveva scordarsela, lasciarla andare. Ma, vederla lì, così fresca e genuina, così pura, gli faceva venire voglia di buttare tutto all'aria. Al diavolo i suoi incarichi, al diavolo i rischi e le paure. L'avrebbe voluta baciare e stringere a lui.

Ma non poteva.

Abbassò lo sguardo e impassibile si voltò avvicinandosi ad una Jeep nera parcheggiata a pochi metri dal WSAX.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 19, 2016 ⏰

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