Ella deglutì rumorosamente e lo guardò accigliata. Per un momento si chiese se avesse sentito bene o se la sua era solamente un'immaginazione. -"Che hai detto!?"-.
Edward sorrise e, cercando di trattenere una risata, aumentò la pressione sui suoi fianchi:-"Ho detto che se perdi sarai mia!"-.
Ok.
Ora la ragazza stava decisamente sudando freddo, perciò lo spinse via con forza e urlò:-"Ma sei impazzito?! No! Cazzo, ovvio che non accetto!"-. Tutta quella fatica che aveva usato per creare l'immagine della ragazza dura e orgogliosa fu definitivamente crollata dopo una sola parola: MIA.
Come poteva diventare sua? Era impazzito o cosa? Edward la seguì nei movimenti senza togliere il ghigno dal viso. -"Insomma mi fai capire che hai poca fiducia in te stessa.. Che c'è? Hai paura di perdere?"-. Le si avvicinò nuovamente, e per un istante Ella credette di svenire:-"N-no, s-solo che.."-.
Edward si lasciò sfuggire una risata e allungò una mano sulla sua guancia. L'accarezzò. Era davvero troppo bella per lasciarla scappare. -"Solo che cosa? Se non hai paura che aspetti? Non trovi che non ci sia niente di meglio che vedere il sottoscritto inginocchiarsi a te davanti a tutta la scuola?"-. Ella si sciolse davanti ai suoi occhi ma soprattuto davanti a quel sorriso meschino. Doveva riprendersi. -"Va bene ci sto.. Ma.."-. Non fece in tempo a finire che Edward posò un dito sulle sue labbra per non farla parlare:-"Ok. Allora lunedì a scuola ti porto il modulo di iscrizione ai miei corsi! Ci vediamo bellezza!"-. Le fece un occhiolino e si dileguò.
Ella sospirò per liberarsi di quel fiato che aveva trattenuto in quei secondi in cui aveva avuto il riccio a 3 cm dal suo viso. Sorrise tra se e se per la proposta che le era stata offerta e si incamminò vittoriosa verso lo spoiatoio sapendo benissimo che, anche se avesse perso la scommessa, lei non sarebbe mai stata sua. Lo sapeva perchè Ella era così.. Nessuno poteva imporle di fare qualcosa. Tantomeno di essere qualcosa.
Edward scese della sua moto e dopo essersi tolto il casco velocemente entrò in casa. Come al solito era vuota perciò non si preoccupò di spogliarsi in salone e di andare direttamente in bagno a farsi una doccia. Mentre l'acqua calda accarezzava il suo corpo ripensò a tutti gli avvenimenti successi poche ore prima. Quella ragazza lo stava perseguitando sia fisicamente che mentalmente, e quella sensazione di dipendenza da qualcuno non gli piaceva per niente. E poi perchè? Perchè si sentiva così 'dipendente'? Perchè vedeva il suo viso in continuazione? Perchè sentiva sempre la sua odiosa voce che lo provocava? Non sopportava quella ragazza dagli occhi color mare ma allo stesso tempo pensava a lei in continuazione.
Il lunedì seguente Ella impiegò più tempo in bagno. Continuava a guardarsi allo specchio e a sistemarsi quelle ciocche più corte di capelli che le uscivano dalla coda. Dopo vari tentativi esasperata buttò il fermaglio nel lavandino. Si arrese e lasciò i capelli sciolti. Mentre si infilava i suoi anfibi neri continuava a chiedersi perchè si era fatta bella. Per lui poi. Perchè si era fatta bella per quello stronzo? Più si guardava allo specchio e più voleva uccidersi perchè stava facendo una cazzata.
Uscì da casa correndo sapendo che, a causa delle sue cure di bellezza in omaggio, era in ritardo per la lezione. Arrivata in classe si mise al primo banco e tirò immediatamente fuori il quaderno per prendere gli appunti. In quel momento entrò il professore che riempì l'aula con una vampata di puzza di fumo. Alzò gli occhi al cielo e constatò che aveva dimenticato di fumarsi la sua sigaretta mattutina. Ok. Stava davvero impazzendo. La sua sigaretta era un rituale giornaliero, come aveva potuto dimenticarsene?!
Al suono della ricreazione Ella ormai si era già dimenticata di Edward e del fatto che sarebbe arrivato di lì a poco. Fu più tranquilla quando ritornò se stessa e si mise a parlare con il suo compagno di banco dell'esperimento che avrebbero dovuto fare per la settimana prossima. -"Ok Erick.. Se vuoi vieni tu a casa mia e lavoriamo lì!"-. Il castano le sorrise e annuì:-"Certo.. Poi mi fai sapere tu il giorno ok?"-. Ella ricambiò il sorriso:-"Certo! Va bene per te martedì della prossima settimana?"-. Erick fece per rispondere quando fu distratto dalla vista di qualcuno alle spalle della ragazza. Ella lo guardò accigliata e si girò di scatto.
Un metro e novanta di muscoli e bellezza la proteggeva dagli sguardi curiosi delle persone che stavano osservando nella loro direzione e due occhi color ambra fulminarono i suoi. Abbassò lo sguardo spostando l'attenzione sulle sue mani che tenevano rigidamente un foglio bianco. Sembrava quasi nervoso.
Aveva fatto delle ricerche nel weekend a casa e ormai sapeva molto di quel ragazzo: si chiamava Edward, aveva 18 anni e mezzo ma era stato bocciato una volta ed aveva la fama dello sciupa-femmine. Sì, ormai sapeva tutto tranne che potesse incutere così tanto timore nel solo guardare le sue nocche farsi più bianche ogni qualvolta stringeva il foglio. Cosa aveva?
Vabbè qualunque cosa fosse Ella sbuffò e cercò di mettere subito fine a quella pagliacciata della palestra. -"Senti Edward lasciamo perdere questa storia della scommessa.."-. Non poté finire che Edward la interruppe.
Il riccio sbattè il foglio bianco sul tavolo e alzò la voce:-"Compila questo modulo e non rompere il cazzo!"-.
Il compagno di banco di Ella si dileguò all'istante per paura che potesse succedere qualcosa di poco gradevole e uscì dalla classe come tutti gli altri. Rimasero da soli e la ragazza si guardò attorno allibita. -"Cosa cazzo ti prende eh?! Non urlare e non mi parlare così!"-.
Edward si infuriò ancora di più e non potè fare a meno di desiderare ardemente di strapparle quella boccaccia a morsi. -"Tu compila il modulo e basta!"-. Ella fece per ribattere nuovamente ma capì che non c'era modo di discutere perciò ubbidì. Entrambi si stupirono del fatto che Edward era così nervoso. Persino lui non ne sapeva il motivo. Vedere la ragazza sorridere gli aveva riempito il cuore ma poi, quando capì che quel gesto era rivolto ad un altro, il sangue gli ribollì nelle vene. Dopo quella reazione aveva avuto voglia di scappare e mandare all'aria tutta la storia della scommessa. I sentimenti che quella ragazza gli suscitava lo spaventavano, e scappare era in quel momento l'unica soluzione. Ma poi, quando Ella, gli propose di mollare tutto e far finta che non fosse successo nulla, la sua rabbia si riaccese e improvvisamente non volle più scappare. No, se questo avrebbe significato lasciar andare quella ragazza con un altro..
Scosse la testa per rimuovere tutti quesi pensieri. Osservò attentamente mentre la fanciulla compilava il modulo, prestando attenzione alla delicatezza con cui impugnava la penna e firmava alla fine della pagina. Ella alzò lo sguardo e scoprì che lui la stava mangiando con gli occhi. Non che questo la infastidiva ma era inutile negare che il suo sguardo le riaccendeva qualche tasto nel basso ventre e in più la metteva in imbarazzo. Gli consegnò il foglio e per un istante le loro mani si accarezzarono. Fu un tocco lieve quasi invisibile ma che nonostante tutto fu notato da entrambi. Edward si perse per un pò in quei pozzi azzurri e poi abbassò lo sguardo sul modulo per controllare di nuovo se aveva compilato tutto correttamente. La sua attenzione si spostò sulla sua data di nascita e dopo aver fatto il calcolo mentale più veloce di tutta la sua vita alzò gli occhi e la fulminò:-"Che cazzo dici, tu hai davvero 16 anni?"-. Ella sobbalzò a causa del suo tono di voce e lo guardò confusa per la sua domanda curiosa. -"Si perchè?"-.Edward deglutì e sbiancò di colpo.
Indietreggiò senza toglierle gli occhi di dosso e andò a sbattere contro un tavolo. Dopo la botta si ricompose ma senza perdere il colore pallido sulla pelle e corse via dalla classe.
Ella d'altro canto lo guardò andarsene impassibile e continuava a ripetersi nella testa tutte le parole che aveva pronunciato. Ma per una volta era sicura di non aver detto niente di sbagliato o offensivo.. Quindi perchè era scappato via in quella maniera?
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